MALATESTA, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 68 (2007)

MALATESTA (de Malatestis), Antonio (Antonio da Fossombrone)

Pier Giovanni Fabbri

Non sono noti la data né il luogo di nascita, e non ha riscontri documentari il dato che lo vuole figlio del conte Filippo Malatesta di Ghiaggiolo (Manzoni). La prima notizia che lo riguarda lo dà preposto della cattedrale di Fossombrone nel 1429 (Vernarecci). Da papa Eugenio IV fu nominato vescovo di Cesena il 5 dic. 1435 e governatore di Città di Castello nel 1437.

Il cronista seicentesco Rosini motivava l'incarico di vescovo al M. con il tentativo di mettere pace fra Domenico Malatesta (Novello) e Federico da Montefeltro al fine di facilitare l'azione di governo del primo, signore di Cesena. Il M. infatti concesse in enfiteusi terreni e immobili, di cui disponeva la Chiesa cesenate, a quanti voleva legare alle proprie iniziative politiche e, più in generale, per ottenere consenso.

Tra le conseguenze del governo del M. a Città di Castello vi fu il reclutamento di Annibale Cerboni come cancelliere di Domenico Malatesta, carica ricoperta con saggezza e competenza, in particolare curando i capitoli di vendita di Cervia e delle sue saline a Venezia nel 1463.

Nel 1445 il M. fu il tramite tra Eugenio IV e i frati minori cesenati, che avevano chiesto la commutazione di un lascito a favore della costruzione di una biblioteca nel loro convento. Nel 1450 Niccolò V riassumeva al M. l'incombenza che gli affidava: i frati francescani di Cesena avevano chiesto di destinare il lascito testamentario dello stracerius Sante di Lorenzo alla costruzione di una biblioteca all'interno del convento. Il papa aggiungeva che il signore della città aveva promesso una cospicua somma per l'acquisto di parte della dotazione libraria. Nasceva così la Biblioteca Malatestiana, per iniziativa di Domenico Malatesta. Avevano al tempo stesso ragione i cronisti cesenati che, o per intuizione o per lettura di documenti ora scomparsi, insistevano sul ruolo del M. come consigliere "del suo prencipe" (Rosini, c. 215v).

Dopo la partecipazione del M. al concilio di Firenze del 1439, furono emanate, nel 1440, le nuove costituzioni del capitolo cesenate. Nello stesso anno il M. ottenne da Eugenio IV l'autorizzazione ad aggregare alla cattedrale il monastero di S. Lorenzo (Anecdota, c. 357r), versando alla Camera apostolica 25 fiorini mediante il banco mediceo di Roma. Nel 1455 tuttavia il M. informava il papa dell'impossibilità di mantenere in quel monastero l'osservanza della regola e lo svolgimento delle funzioni religiose, ottenendo da Callisto III l'unione definitiva alla mensa vescovile. I canonici e i rettori delle chiese cesenati intervenuti all'atto di acquisizione della concessione pontificia testimoniarono con la loro presenza l'avvenuto inserimento nel mondo ecclesiastico delle famiglie legate a Domenico Malatesta, dal vicario generale vescovile Niccolò Griffoli a Leonardo Scariotti, Gaspare Bianchelli, Matteo Longhi. Nel 1446, "malgrado controversie di carattere giurisdizionale con i canonici, si impegna a risolvere la crisi che deriva dalla precarietà economica e dalla vacanza di chiese e oratori" (Dolcini, p. 98).

Nel 1452 il M. fu presente alla consacrazione della cappella di S. Sigismondo nella chiesa di S. Francesco a Rimini; nel 1459 fu invitato da papa Pio II, dietro sollecitazione di Domenico Malatesta e della moglie Violante, a introdurre una nuova regola in alcuni monasteri "propter inhonestam et mali exempli vitam" di alcune monache (Anecdota, c. 375v).

Il maggiore impegno del M. fu tuttavia profuso nel rinnovamento edilizio della cattedrale e del palazzo vescovile.

Per realizzarlo, egli acquistò e fece abbattere alcune case confinanti con la cattedrale. Dal 1443 al 1456 promosse i lavori di costruzione della torre campanaria della cattedrale, come lo stesso M. volle fosse ricordato nell'epigrafe incisa sulla fronte del sepolcro che si fece costruire, dal 1467, da Ottaviano di Antonio di Duccio. Della struttura originaria del monumento funebre è rimasto il sepolcro, conservato all'interno della chiesa, nel quale risalta l'"impressionante verismo" del volto del M. (Grigioni, p. 151).

Nell'ambito dei lavori, è probabile che il primitivo portale del monastero di S. Lorenzo fosse stato smontato per iniziativa del M. dal luogo originario e incorporato nella facciata della cattedrale, all'interno della quale nel 1450 fece terminare la costruzione di un coro ligneo.

Nel 1463 il M. andò a Roma per cercare di mitigare l'ira di Pio II, dovuta alla vendita di Cervia e delle sue saline fatta da Domenico Malatesta alla Repubblica di Venezia (Soranzo).

Il M. morì a Cesena nel 1475.

Nella città rimase del M. una memoria che esaltava le doti di dedizione ai poveri e di umiltà messe in opera in occasione di annate agricole scarse e di contingenze belliche che avevano danneggiato la popolazione.

Il cronista Stefano Parti, sintetizzando nell'ultimo quarto del Cinquecento l'attività spesa dal M. a vantaggio della cattedrale, affermava che "il tutto fu fatto con le proprie sostanze e con elemosine havute da madonna Violante Malatesti", concludendo che al tempo del M. "fu carestia grandissima e per sovvenir i poveri vendé sino le proprie masaritie. Morì vecchio, povero e cieco, burlato dal popolo e schernito da tutti". Al giudizio dei contemporanei il cronista voleva contrapporre quello di Dio, ma il sacerdote Celso Rosini, qualche decennio dopo, pensò opportuno aggiustare quel tono reciso, precisando che il M. era vissuto "sobrissimo nel vitto, umilissimo nel vestito, salvo il decoro estrinseco del proprio stato" (c. 216v), confermando tuttavia i caratteri di una personalità che bene si inseriva nella considerazione e simpatia di cui continuò a godere la dinastia malatestiana anche dopo la morte di Domenico Malatesta. Ne era testimonianza il clima di affettuosa cordialità che continuò a legare i vari ambienti cesenati a Violante, divenuta suor Serafina e dimorante in un convento a Ferrara.

Fonti e Bibl.: Cesena, Biblioteca Malatestiana, Mss., 164.13: S. Parti, Memorie notabili dell'antichità, p. 421; 164.7: C. Rosini, Delli avvenimenti della città di Cesena, cc. 214r-217v; 164.45, parte II: E. Bucci, Memorie ecclesiastiche cesenati, pp. 104-109; 164.32: C.A. Andreini, Notizie sacre e profane, II, p. 473; 164.64: G. Fantaguzzi, Occhurentie et nove, c. 255r; Biblioteca Piana, 3.185: Anecdota Mediae atque Infimae Aetatis res Caesenatum illustrantia, cc. 355r, 357-358, 375-378; S. Chiaramonti, Caesenae historia, Caesenae 1641, pp. 735 s.; B. Manzoni, Caesenae cronologia, I, Pisis 1643, p. 39; F. Ughelli, Series episcoporum Caesenatium( nunc a F.A. Zaccaria ad nostrum tempus perducta, Cesenae 1779, pp. 61-64; C. Grigioni, Il sepolcro di Antonio da Fossombrone, vescovo di Cesena, in La Romagna, VI (1909), 3-4, pp. 150-153; G. Soranzo, La cessione di Cervia e delle sue saline a Venezia nel 1463, ibid., p. 216; P. Burchi, Cronotassi dei vescovi di Cesena, in Id., L'Emilia-Romagna. Comacchio-Cesena-Brescello, I, 1, Roma 1965, pp. 216-219; A. Ascani, Due cronache quattrocentesche, Città di Castello 1966, p. 41; A. Vernarecci, Fossombrone dai tempi antichissimi ai nostri, I, Bologna 1969, p. 349; G. Conti, La cattedrale di Cesena al tempo del vescovo A. M. (1435-1475), in Ravennatensia, X (1979), pp. 261-278; C. Dolcini, La storia religiosa, in Storia di Cesena, II, Il Medioevo, a cura di A. Vasina, 2 (secoli XIV-XV), Rimini 1985, pp. 93-114; Id., La cultura premalatestiana e le origini della Biblioteca, ibid., pp. 115-127; P. Lucchi, "Cordatus Insulanus, iuris utriusque doctor, canonicus Cesene": un committente dei corali del duomo, in Corali miniati del Quattrocento nella Biblioteca Malatestiana, a cura di P. Lucchi, Milano 1989, pp. 48-50, 52-55; P.G. Fabbri, Una città e una signoria: Cesena nell'età malatestiana (1379-1465), Manziana 1997, p. 18; A. Turchini, L'età malatestiana, in Storia della Chiesa di Cesena, a cura di M. Mengozzi, Cesena 1998, I, ad ind.; M. Mengozzi, "Lapides clamabunt". La memoria epigrafica della cattedrale, ibid., II, ad ind.; G. Conti, L'architettura religiosa in età malatestiana, ibid., ad ind.; P.G. Fabbri, La società cesenate nell'età di Malatesta Novello Malatesti, Cesena 2000, ad ind.; Le arti figurative nelle corti dei Malatesti, a cura di L. Bellosi, Rimini 2002, ad ind.; M. Mengozzi, Storia e cultura religiosa a Cesena fino al secolo XV, in "Scritte dal dito di Dio". Testi biblici e liturgici manoscritti e a stampa della Biblioteca Malatestiana, a cura di P. Errani - F. Lollini, Cesena 2002, pp. 25, 33; Hierarchia catholica, II, p. 113.

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