Lobo Antunes, António

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2006)

Lobo Antunes, António

Luigi M. Cesaretti Salvi

Scrittore portoghese, nato a Lisbona il 1° settembre 1942. Figlio di un noto neurologo, si laureò in medicina con specializzazione in psichiatria e come ufficiale medico partecipò alla guerra coloniale in Angola tra il 1971 e il 1973. Tornato alla vita civile, dopo aver lavorato per circa un decennio in un ospedale psichiatrico, si è dedicato interamente alla scrittura, acquistando presto una sia pur controversa notorietà come principale esponente del nuovo romanzo portoghese.

L'esperienza della guerra in Africa è il tema dei suoi primi romanzi, a partire da Memória de elefante (1979), primo volume di una trilogia che comprende Os cus de Judas (1979; trad. it. In culo al mondo, 1996), il suo libro più noto, e Conhecimento do Inferno (1980). Con un ritmo narrativo sovreccitato, uno stile intensamente metaforico, un linguaggio disinibito con punte espressionistiche che ricordano la prosa di L.-F. Céline, A. presenta la guerra per il mantenimento del dominio coloniale come frutto di una colossale ingiustizia che si spiega soltanto con la volontà di autoconservazione di una classe politica, affaristica e militare imbevuta di retorica nazionalista. Ma la guerra si presenta soprattutto come esperienza alienante della morte e della solitudine, e come svelamento della fragilità dell'individuo: il reduce che in Os cus de Judas racconta gli orrori della guerra a una sconosciuta incontrata in un bar di Lisbona non ha solo perso la sua innocenza, ha anche conosciuto la propria vigliaccheria di fronte alle più feroci sopraffazioni ed è approdato a una sorta di sfiduciato nichilismo. A. del resto non si limita a denunciare l'impostura del defunto regime salazarista; tra i bersagli della sua critica corrosiva c'è anche l'incapacità della nuova classe politica portoghese di rispondere alle attese suscitate dalla 'rivoluzione dei garofani', e ancor più in generale c'è il potere in quanto tale e l'ipocrisia della classe borghese da cui l'autore stesso proviene.

Il disfacimento delle famiglie e dei destini individuali è uno dei temi prediletti dall'autore: la sua prosa immaginosa si esercita su una gamma di situazioni esistenziali in vario modo fallimentari, governate da impulsi elementari e di fatto assoggettate a un ordine naturale delle cose che vanifica qualsiasi progettualità. Dopo Explicação dos pássaros (1981), che tratta di un difficile rapporto tra padre e figlio, e Fado alexandrino (1983), ancora sul tema cruciale del colonialismo, A. ha pubblicato Auto dos danados (1985), saga di sapore faulkneriano sulla decadenza di una famiglia di latifondisti in seguito alla rivoluzione del 1974, e As naus (1988; trad. it. 1997), sulle difficoltà che incontrano i reduci dall'avventura coloniale a reinserirsi nella vita civile. Sono poi apparsi i romanzi del cosiddetto ciclo di Benfica, ambientati nel quartiere di Lisbona dove lo stesso autore era cresciuto: Tratado das paixões da alma (1990; trad. it. 1998); A ordem natural das coisas (1992; trad. it. 2001); A morte de Carlos Gardel (1994; trad. it. 2002), anche questo su un fallimentare intreccio di rapporti familiari. La guerra, i ricordi dell'infanzia, la rilettura quasi in chiave psichiatrica della storia nazionale hanno continuato ad alimentare la sua esuberante scrittura romanzesca (O manual dos inquisidores, 1996, trad. it. 1999; O esplendor de Portugal, 1997, trad. it. 2002; Exortação aos crocodilos, 1999, trad. it. 2005; Não entres tão depressa nessa noite escura, 2000; Que farei quando tudo arde?, 2001, trad. it. 2004; Boa tarde às coisas aqui em baixo, 2003; Eu hei-de amar uma pedra, 2004). A. ha anche pubblicato diverse raccolte di articoli (Crónicas, 1995; Livro de crónicas, 1998; Segundo livro de crónicas, 2002; Terceiro livro de crónicas, 2006), poesie, saggi e libri per l'infanzia.

bibliografia

M.L. Blanco, Conversaciones con António Lobo Antunes, Madrid 2001.

M.A. Seixo, Os romances de António Lobo Antunes. Análise, interpretação, resumos e guiões de leitura, Lisboa 2002.

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