GALLENGA, Antonio

Enciclopedia Italiana (1932)

GALLENGA, Antonio

Mario Menghini

Giornalista e uomo politico, nato a Parma il 18 dicembre 1812, morto in Inghilterra a Chepstow (Montmouthshire) il 16 dicembre 1895. Fallito il moto rivoluzionario di Parma del 1831 al quale aveva partecipato, andò in esilio in Corsica, poi a Marsiglia, dove si affiliò alla Giovine Italia. Avuto sentore delle esecuzioni capitali contro i mazziniani, nell'agosto del 1833 espresse al Mazzini il proposito di attentare alla vita di Carlo Alberto. Il Mazzini lo fornì di un pugnale e di una somma di denaro. Andato a Torino, il G. si sgomentò e fuggì in Svizzera. Nel 1835 si trovava a Tangeri, l'anno dopo a Boston; nel 1839 si trasferì in Inghilterra e colà rivide il Mazzini. Seguì Enrico Mayer a Firenze ma vi rimase poco tempo, perché sgradito al governo toscano. Tornato a Londra, visse i primi anni collaborando nei magazines e nelle riviste inglesi con lo pseudonimo di Luigi Mariotti. Si tenne in relazione col Mazzini fino al 1848, firmando come segretario molti manifesti dell'Associazione nazionale italiana. Dopo le Cinque giornate tornò in Italia e raggiunse la sua città natale, dove si adoperò per la fusione dei Ducati col Piemonte. Dopo i disastri della guerra, si rifugiò in Piemonte, accostandosi al Cavour, che lo fece collaborare nel Risorgimento. Ebbe incarico di rappresentare il governo sardo a Francoforte, e, tornato in Piemonte poco prima di Novara, riprese la via dell'esilio in Inghilterra, dove nel 1847 aveva preso moglie. Nel 1854 rientrò in Piemonte e fu eletto deputato al parlamento subalpino per la V legislatura. Corrispondente del Times e, in un breve soggiorno a Genova, del Parlamento di Torino, fu in quei due periodici accanito avversario del Mazzini. Nel 1855 pubblicò a Londra una History of Piedmont nel quale narrò non sempre esattamente l'episodio del progettato regicidio; e quando quell'opera fu tradotta in italiano (Torino 1856) e i periodici piemontesi menarono grande scalpore, reso più intenso per l'intervento del Mazzini, il G. dovette dimettersi da deputato. Tornò in Inghilterra dove riprese a scrivere. Nel 1859, come corrispondente del Times, partecipò alla guerra contro l'Austria e l'anno dopo ebbe lo stesso ufficio durante la spedizione dei Mille. Nel 1863 andò in America, donde inviò corrispondenze sulla guerra di secessione; e posteriormente seguì da presso la guerra austro-prussiana e quella del 1870 tra la Francia e la Prussia. Anche negli anni successivi visitò la Spagna, la Turchia, la Russia. Tra le altre pubblicazioni: Past and Present (Londra 1848); Italy revisited (Londra 1876); The Pope and the King (Londra 1879); Democracy across the Chanel (Londra 1883).

Bibl.: D. Levi, A. G., in L. Carpi, Il Risorgimento italiano, Milano 1883; P. Vayra, Docum. di un episodio della vita di A. G., in Riv. stor. d. Risorg. ital., 1896; A. Lombroso, Scaramucce e avvisaglie, Frascati 1902; id., in Riv. di Roma, 1907 (per il tentativo di regicidio); G. Mazzini, ediz. naz., V, passim; E. Casa, Comm. del cav. A. G., in Arch. stor. per le prov. parmensi, 1896; P. Orsi, A. G. (con documenti inediti), in Nuova Antologia, 1° marzo 1932.