Antivirale

Dizionario di Medicina (2010)

antivirale

Paolo Tucci

Farmaco in grado di impedire la replicazione di un virus senza interferire con le funzioni della cellula ospite. Gli a. sono utilizzati nelle infezioni da virus respiratori, da herpesvirus, da citomegalovirus, da HIV e nelle epatiti virali. In generale, gli a. limitano la replicazione dei virus la cui eliminazione è demandata al sistema immunitario; quando questo è inefficiente, come nel caso dei pazienti affetti da HIV, la terapia deve essere ininterrotta. Tutti gli a., oltre ad effetti specifici di ciascuna molecola, possono provocare danni ematologici e renali.

Infezioni da virus respiratori

Amantadina e rimantadina sono attivi contro i virus influenzali di tipo A. Il loro meccanismo d’azione consiste nell’inibire la demolizione del capside del virus (una fase del processo di replicazione del virus) all’interno della cellula ospite, attraverso il blocco della conduttanza di canali protonici virali. Oseltamivir e zanamivir sono inibitori della neuraminidasi, un enzima che permette il rilascio della progenie virale dalla cellula infettata e sono efficaci nell’influenza sia di tipo A sia B.

Infezioni da herpesvirus

Aciclovir e penciclovir (e altri) sono analoghi nucleosidici in grado di inibire la sintesi del DNA virale.

Infezioni da citomegalovirus

Viene in genere utilizzato il ganciclovir, che ha un meccanismo d’azione simile a quello dell’aciclovir. Il foscarnet, un analogo organico del pirofosfato, in grado di inibire la DNA-polimerasi virale, è attivo sia sul citomegalovirus che sull’herpesvirus.

Epatiti virali

Nella terapia dell’epatite B vengono utilizzati lamivudina e adefovir (analoghi nucleosidici). L’associazione di interferone peghilato e ribavirina costituisce la terapia di prima scelta dell’epatite C.

Infezione da HIV

Sono inibitori della trascrittasi inversa. Si suddividono a loro volta in analoghi nucleosidici (zidovudina, didanosina, lamivudina, abacavir, zalcitabina, stavudina, tenofovir) e analoghi non nucleosidici (nevirapina, efavirenz, delavirdina). Questi a. inibiscono, con strategie diverse, la trascrittasi inversa dell’HIV, impedendo così la sintesi del DNA virale. Invece gli inibitori della proteasi (amprenavir, atazanavir, indinavir, lopinavir, nelfinavir, ritonavir, saquinavir) inibiscono l’enzima responsabile della segmentazione proteolitica dei precursori poliproteici virali, indispensabile per la maturazione del virus infettivo. Gli ultimi farmaci introdotti in terapia appartengono a nuove categorie quali gli inibitori della fusione (enfuvirtide), gli inibitori dell’integrasi (raltegravir), gli inibitori del co-recettore e del CCR5 (maraviroc).

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