Antistatico

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Che impedisce l’accumulo di cariche elettriche sulla superficie di materiali dielettrici sottoposti durante la loro preparazione ad azioni di sfregamento contro superfici metalliche (per es., durante trafilature, calandrature, estrusioni); tale elettricità può portare a diversi inconvenienti (incendi ed esplosioni a causa di scintille; repulsione verso prodotti carichi dello stesso segno, ciò che rende per es. difficile l’avvolgimento di filati ecc.). Si può ottenere la dispersione delle cariche statiche aumentando la conducibilità elettrica dell’ambiente circostante o del materiale, mediante dispositivi ionizzatori oppure unendo sostanze adatte, dette agenti a., al materiale. Questi si suddividono in durevoli e non durevoli. I primi debbono durare possibilmente per tutta la vita del manufatto: per le fibre si usano composti capaci di formare attorno al filamento una struttura polimerica reticolata (per es., del tipo delle resine scambiatrici di ioni) così da non poter essere asportata dalle soluzioni detergenti; il nero fumo, negli pneumatici, esplica, oltre a un’azione rinforzante, anche un’azione a. per la sua elevata conduttività favorendo la dissipazione delle cariche elettriche che si generano nell’attrito fra pneumatici e superficie stradale. Gli agenti a. non durevoli si usano per facilitare lavorazioni (per es., filatura, torcitura, stiro di fibre) e possono anche essere allontanati a lavorazione ultimata; s’impiegano per questo scopo cloruro di litio, trietanolammina, ammidi, derivati del poliossietilene ecc.

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