ANTICORPI

Enciclopedia Italiana (1929)

ANTICORPI

Guido Vernoni

(fr. anticorps; sp. anticuerpos; ted. Antikörper; ingl. antibodies): - Vi sono sostanze - i cosiddetti antigeni - che, introdotte con certe modalità in un organismo, vi provocano una reazione difensiva specifica che si rivela con alcune proprietà antagoniste acquistate dal siero di sangue dell'organismo trattato verso il materiale iniettatogli. Queste proprietà vengono ipoteticamente attribuite a particolari sostanze, che non si sono mai potute identificare né isolare, e che si sono chiamate anticorpi. Si sa solo che sono intimamente legate con le proteine del siero di sangue, dalle quali sono praticamente inscindibili. Queste proprietà del siero di sangue attribuite agli anticorpi sono molteplici. Quelle sino ad oggi note si designano coi seguenti nomi:

La reazione antigeni-anticorpi è strettamente specifica, cioè ogni anticorpo reagisce col proprio antigene e non con altri (in molto minore grado la reazione è possibile tra un anticorpo e antigeni affini a quello che lo ha generato). Gli anticorpi possono resistere a temperature di 60°-70°. Nei sieri seccati e mantenuti al buio e a bassa temperatura si conservano per lunghissimo tempo. Circa la origine, gli anticorpi si considerano come un prodotto di reazione dell'organismo: si ritiene che si formino nei tessuti e organi emolinfopoietici e forse anche direttamente nel sangue. Gli anticorpi spiegano in parte il meccanismo di guarigione delle malattie infettive, ma non quello della immunità che può residuarne, la quale è indipendente dalla loro presenza.

Gli anticorpi sono suscettibili di applicazioni pratiche, sia terapeutiche (sieroterapia), sia diagnostiche, data la specificità della reazione che permette di individuare un antigene ignoto quando si disponga di un anticorpo noto o viceversa (reazioni sierodiagnostiche, sierodiagnosi).

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