Anticomunismo

Dizionario di Storia (2010)

anticomunismo


Con a. si intende tanto l’antagonismo ideologico e religioso nei confronti del comunismo, quanto l’attività organizzata di Stati e movimenti politici avversi all’Unione Sovietica. La mobilitazione contro la Russia bolscevica si ebbe fin dai mesi conclusivi della Prima guerra mondiale, ma la prima alleanza internazionale contro il comunismo è sicuramente il patto anticomintern, firmato a Berlino dalla Germania e dal Giappone il 25 nov. 1936. Nella storia dell’a. una cesura netta è segnata dalla fine della seconda guerra mondiale. La divisione del mondo in due blocchi contrapposti, tanto sul piano politico-militare quanto su quello, decisivo, dell’ideologia, fa dell’a. un principio fondamentale di organizzazione politica e di mobilitazione internazionale. Soprattutto, l’a. della seconda metà del Novecento si carica di forti istanze democratiche (inviolabilità della sfera personale, libertà dell’individuo e del mercato). Su un piano più generale è molto importante per la nascita, nel secondo dopoguerra, di un a. democratico, il ruolo svolto da intellettuali ex comunisti che raccontarono l’esperienza comunista per così dire dall’interno. Significativo è in questo senso il ruolo giocato da un libro dello scrittore di origine ungherese A. Koestler, Darkness at noon, pubblicato per la prima volta nel 1940 e in Italia nel 1946. Il libro di Koestler raccontava l’arresto, la detenzione, l’interrogatorio e l’esecuzione di un importante leader sovietico, che nelle forme della finzione romanzesca alludeva alla figura di N. Bucharin. Il libro di Koestler ebbe un ruolo importante per la coscienza democratica dopo la Seconda guerra mondiale. In Italia, in partic., la testimonianza sui metodi della polizia sovietica e sui processi staliniani da parte di uno scrittore che aveva militato nel movimento comunista permetteva di rinnovare radicalmente le fonti di epoca fascista sul regime sovietico, completamente screditate dopo il crollo del regime mussoliniano. Nella seconda metà del Novecento l’a. assume un significato universalistico, che non ha nulla a che fare con le ragioni degli Stati, anche se non è estraneo al contesto dello scontro politico e ideologico, sia interno sia internazionale. Per A. Solženicyn (1918-2008), scrittore russo al quale si deve il più importante racconto dell’universo concentrazionario dei Gulag, l’a. non significa militare in un partito anticomunista, ma semplicemente stare con le ragioni dell’umanità contro la loro negazione da parte dell’ideologia comunista. Proprio la testimonianza di Solženicyn consente di sottolineare il ruolo decisivo che, a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, ha svolto il fenomeno della dissidenza sovietica nello sviluppo in Occidente di una più acuta coscienza dei crimini del comunismo. Un capitolo molto importante dell’a. è la riflessione sul che associa sotto la stessa categoria quelle che posso essere considerate come le tre grandi esperienze totalitarie del Novecento: fascismo, nazismo e comunismo.

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