ANNIDAMENTO

Enciclopedia Italiana (1929)

ANNIDAMENTO

Ernesto Pestalozza

. Termine usato in ostetricia per indicare la modalità con cui si stabiliscono i primi rapporti intimi fra l'uovo umano fecondato ed i tessuti materni. La fecondazione si ritiene generalmente avvenga nella porzione ampollare della tromba. Di qui l'uovo fecondato deve percorrere tutta la lunghezza della tromba per arrivare nella cavità uterina, dove si anniderà. Tale progressione, essendo l'uovo incapace di movimenti proprî, è determinata dalla azione contemporanea del movimento delle ciglia vibratili dell'epitelio tubarico, e del movimento peristaltico della muscolatura tubarica. A compiere tale traslazione si richiedono alcuni giorni, presumibilmente sei o sette, nel qual tempo l'uovo fecondato va compiendo alcune fasi della sua rapida evoluzione. In capo a tale periodo di tempo, e precisamente mentre arriva nella cavità uterina, l'uovo ha raggiunto lo stadio di gastrula e si è circondato di trofoblasta. Il trofoblasta è dotato di una singolare proprietà, quella di aggredire e distruggere gli elementi coi quali viene a contatto, probabilmente grazie alla ricchezza di suoi speciali fermenti citolitici. Così accade che, appena giunto nella cavità uterina, il trofoblasta che avvolge l'uovo comincia coll'aggredire l'epitelio di rivestimento della mucosa uterina; distrutto questo, viene a poggiare sugli elementi dello stroma della mucosa e li attacca a loro volta: e, quando arriva nello stroma a contatto delle pareti vasali, attacca e distrugge anche queste. Da ciò deriva l'erosione delle pareti di molteplici vasellini, capillari arteriosi e venosi, con la conseguente fuoruscita di sangue dai vasi erosi. Il sangue così uscito dai vasi non coagula, perché in immediato contatto col trofoblasta, il quale gode della stessa proprietà di cui godono in condizioni normali gli endotelî vasali, quella cioè di mantenere fluido il sangue stesso, che bagna tutta la superficie esterna dell'uovo non solo, ma penetra nei vacuoli di cui abbonda il trofoblasta. Siccome questo sangue che fluisce continuamente dalle piccole arterie erose rientra in circolo per le erosioni nei vasi venosi, si stabilisce così una vera circolazione sanguigna attorno all'uovo, nella cosiddetta camera incubatrice. Non si esagera dicendo che, non appena avvenuto l'annidamento, l'uovo si trova ad essere bagnato su tutta la sua periferia e nei meandri del trofoblasta dal sangue materno. Il potere distruttivo, o citolitico, del trofoblasta trova però in questo momento un limite nella comparsa nello stroma della mucosa di nuovi elementi, originati dalla trasformazione degli elementi connettivali dello stroma, le cellule deciduali. Queste cellule non si lasciano aggredire dal trofoblasta e formano una specie di guscio intorno alla camera incubatrice, che si oppone all'ulteriore invasione nei tessuti materni del trofoblasta. Questa trasformazione, o reazione deciduale degli elementi della mucosa uterina, è perciò una reazione di difesa. Qualora tale reazione deciduale sia poco intensa, il trofoblasta ha la possibilità di progredire nella sua azione distruttiva e, dopo avere attaccata la mucosa, può insinuarsi nella sottostante muscolatura e disgregarne e distruggerne i fasci (invasione coriale). Per questo, quando l'uovo invece di annidarsi nella mucosa uterina si annida nella mucosa tubarica (gravidanza extrauterina tubarica), la cui capacità di reazione deciduale è assai limitata, il trofoblasta ha tendenza a disgregare la muscolatura, dal che ha origine la rottura della tromba gravida, che è uno degli esiti più comuni della gravidanza extrauterina. Lo stesso fatto può accadere anche nella gravidanza uterina se l'uovo si sia annidato in un punto più atrofico della mucosa e perciò incapace di una attiva reazione deciduale. Ciò si verifica abbastanza facilmente quando l'uovo si annidi nella mucosa della parte bassa dell'utero, cioè del suo segmento inferiore, dando luogo alla placenta previa. In questi casi può accadere che per la scarsa reazione deciduale la mucosa si lasci attraversare dal trofoblasta e questo spinga le sue propaggini nella muscolatura. Così ha origine la cosiddetta placenta accreta, che è causa di aderenze tenacissime e di gravi difficoltà nel periodo del secondamento.

Il fatto che, non appena accaduto l'annidamento, l'uovo si trova a pescare nel sangue materno circolante, fornisce una facile spiegazione della prontezza con cui l'organismo della gravida reagisce alla presenza dell'uovo fecondato con tutta una serie di fenomeni, che costituiscono i cosiddetti fenomeni simpatici della gravidanza. Difatti il trofoblasta attiva subito scambi vivaci col sangue materno che lo bagna e riversa perciò nella corrente sanguigna i prodotti del suo cambio, che, distribuiti dal sangue in tutto il corpo della donna, ne modificano necessariamente la nutrizione, ed imprimono a tutti i tessuti ed a tutti gli elementi che li costituiscono proprietà nuove. Per dare un esempio di queste modificazioni ricorderemo che il siero di sangue della donna gravida acquista subito la proprietà di attaccare e digerire i proteidi di origine ovulare, proprietà che si rivela nella caratteristica reazione di Abderhalden.

La conoscenza di questo modo di annidamento dell'uovo è frutto degli studî fatti sui primi stadî di sviluppo dell'uovo fecondato, e tale conoscenza ha contribuito potentemente ad una più completa ed esatta conoscenza della fisiopatologia della donna gravida.

Bibl.: V. Spee, Vorgänge bei der Implantation des Meerschweincheneies in die Uterswand, Berlino 1896; H. Peters, Über die Einbettung des menschlichen Eies, Lipsia e Vienna 1899; F. D'Erchia, Sull'annidazione dell'uovo, in Annali di Ost. e Gin., 1901; G. Guicciardi, A proposito di un uovo umano dell'età di circa 15 giorni, in Annali d'Ost. e Gin., 1902; T. Rossi Doria, Über die Einbettung des menschlichen Eies, in Archiv. f. Gyn., 1905; E. Cova, Über ein menschliches Ei der zweiten Woche, in Archiv. f. Gyn., 1906; E. Pestalozza, La mole vescicolare e l'annidamento dell'uovo nel sangue materno, in Bullett. R. Accademia medica, 1920.

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