Angiosperme

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Angiosperme

Laura Costanzo

Piante che si riproducono grazie ai fiori

fiore

Comparse alla fine del periodo giurassico, circa 135 milioni di anni fa, le Angiosperme dominano attualmente la Terra e rappresentano le piante superiori, cioè quelle più evolute. Esse comprendono piante legnose, quali arbusti e alberi, piante erbacee, rampicanti, piante acquatiche. Le Angiosperme contano più di 250.000 specie. La loro diffusione è legata allo sviluppo del fiore, che ne assicura la riproduzione sessuale. Una volta avvenuta la fecondazione, il fiore si trasforma in frutto entro il quale si sviluppano i semi.

Le più evolute tra le piante che producono i semi

Nel regno vegetale sono inclusi numerosissimi organismi, tutti formati da cellule eucariotiche, cioè dotate di nucleo, delimitate da una parete oltre che da una membrana cellulare, e provviste di cloroplasti, organelli presenti nel citoplasma contenenti la clorofilla. Vi appartengono quasi tutte le alghe, i muschi, le felci e le Spermatofite (cioè quelle piante superiori che producono i semi). Solo dopo questa piccola premessa che descrive il regno vegetale potrete individuare la posizione delle Angiosperme. Le Angiosperme sono solo le più evolute tra le piante che producono i semi; le altre sono le Gimnosperme, più antiche e primitive. Le Angiosperme sviluppano i propri semi entro il frutto, che serve a proteggerli e a diffonderli nell'ambiente.

Una caratteristica distingue le piante appartenenti a questo gruppo ed è la presenza di un fiore, organo che assicura la loro riproduzione sessuale, che successivamente si trasforma in frutto da cui si diffondono i semi. La diffusione delle Angiosperme, che fioriscono in vari periodi dell'anno, è legata all'efficienza della loro capacità riproduttiva e, in particolare, allo sviluppo del fiore. Affinché si sviluppi un'altra pianta, simile alla precedente, il fiore produce due tipi di cellule sessuali: i gameti maschili, anche detti granuli pollinici, che formano il polline, e quelli femminili, detti ovuli. La particolarità di queste piante dipende dal fatto che l'ovulo è protetto, perché situato nella parte più interna del fiore, entro l'ovario, un recipiente simile a un vaso. La fecondazione di queste piante, come quella di tutte le Spermatofite, è affidata all'impollinazione e cioè al trasporto del polline da una pianta all'altra. Il fiore, dopo che il granulo pollinico raggiunge l'ovulo e avviene la fecondazione, si trasforma in frutto entro cui si svilupperanno i semi che garantiscono lo sviluppo di una nuova piantina. Di conseguenza, la diffusione delle Angiosperme è affidata alla disseminazione e cioè al trasporto e alla dispersione dei semi.

Dimensioni assai diversificate

Le Angiosperme hanno grandezze variabili: partono da qualche millimetro in alcune piante acquatiche e raggiungono più di cento metri di altezza in alcuni alberi. Comprendono piante che crescono negli ambienti più disparati, dalle regioni temperate a quelle più estreme, quali le regioni desertiche o quelle artiche. Le loro radici, il fusto, le foglie, estremamente adattabili, si sono trasformate in modo da renderle idonee a tutti gli ambienti terrestri.

La comparsa delle Angiosperme sulla Terra

Nel corso dell'evoluzione le Angiosperme sono comparse a partire dalle Gimnosperme, piante più primitive che dominavano la Terra durante l'era dei rettili, nel Mesozoico, quando l'Africa e l'America Meridionale formavano il supercontinente Gondwana. Il progenitore delle Angiosperme si suppone che fosse un arbusto con caratteristiche intermedie tra i due gruppi. I reperti fossili più antichi dimostrano la sua presenza nelle pianure subtropicali del Kansas, negli Stati Uniti, dove allora vivevano molte specie di dinosauri. Questa pianta perdeva le foglie periodicamente, a causa della siccità, e aveva un fiore simile a quello della magnolia attuale. Solo più tardi, alla fine del Mesozoico, nel periodo Cretaceo, tra i 90 e gli 80 milioni di anni fa, le Angiosperme si diffusero occupando zone sempre più vaste. La loro diffusione deriva soprattutto dalla maggiore velocità nel produrre i semi. Infatti le Gimnosperme, per generare nuove piantine, lasciavano, e lasciano tuttora, che il vento trasporti il polline lontano fino a incontrare casualmente gli ovuli di un'altra pianta. Le Angiosperme, invece, poiché avevano sviluppato i fiori che, per il loro colore e profumo, attiravano insetti e altri animali, utilizzavano questi organismi per trasportare il polline da una pianta a un'altra e ciò ha permesso una riproduzione più efficace. Alla fine del Mesozoico le Angiosperme formavano foreste rigogliose simili alle attuali foreste tropicali soprattutto sulle colline e sui rilievi. Solo successivamente, quando invasero le pianure su cui crescevano rigogliose, le Gimnosperme acquistarono un ruolo dominante sulla Terra.

Il ciclo vitale delle Angiosperme

Il successo evolutivo delle Angiosperme, come già detto, è dovuto all'efficacia della loro riproduzione che dipende anche dalla velocità con cui tali piante producono i semi. È quindi importante considerare quanto tempo ciascuna pianta impiega per completare il ciclo vitale che comincia dalla nascita di un individuo e termina non appena esso dà origine a un altro individuo simile al precedente. Le Angiosperme richiedono tempi diversi per completare il proprio ciclo vitale, tanto che i botanici raggruppano tutte le piante terrestri in tre grandi gruppi: piante annuali, biennali e perenni.

Le piante annuali (tra cui rientrano, per esempio, il papavero, il grano e i girasoli) sono così chiamate perché una volta germinate sviluppano una piantina che fiorisce, fruttifica e muore, completando il proprio ciclo vitale in un anno e concentrando tutte le forze per produrre i semi nel corso della stagione riproduttiva.

carota

Le piante biennali (come la carota o la barbabietola) hanno un comportamento simile alle precedenti, ma producono i semi ogni due anni. Questo perché durante il primo anno di vita utilizzano le proprie risorse esclusivamente per lo sviluppo delle radici, del fusto e delle foglie e l'anno successivo, appena le condizioni ambientali sono favorevoli, si dedicano alla riproduzione.

ciclamini

Le piante perenni, infine, sono alberi, arbusti, cespugli o forme erbacee che vivono più di due anni e che, raggiunta la maturità, fioriscono, fruttificano e disperdono i propri semi ogni anno. Tulipani, ciclamini e fragole sono piante perenni perché durante la stagione a loro sfavorevole vivono sotto forma di bulbi o di stoloni (piccoli fusti che strisciano sul terreno) senza sviluppare lo stelo e le foglie.

Le piante perenni, sembrerebbero il gruppo più attivo nel riprodursi, perché producono i semi ogni anno. Tuttavia va considerato che spesso trascorrono alcuni anni prima che la pianta fiorisca e che non sempre la fioritura avviene ogni anno. Sono le piante annuali, invece, le più attive nel riprodursi: appena germinano, infatti, esse concentrano subito le proprie risorse per assicurare la produzione dei semi e quindi dare vita a una nuova generazione.

CATEGORIE
TAG

Riproduzione sessuale

America meridionale

Membrana cellulare

Impollinazione

Disseminazione