VALVASSORI PERONI, Angelo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 (2020)

VALVASSORI PERONI, Angelo

Marco Soresina

VALVASSORI PERONI, Angelo. – Nacque a Carpiano (Milano) il 6 aprile 1870 da Carlo (1821-1889), affittuario insieme allo zio Carlo Gerolamo Peroni di ampi poderi nella bassa pianura milanese, di proprietà della Congregazione di carità di Milano, e da Virginia Rossi (1834-1900).

Il cognome Peroni (appartenente alla linea agnatizia di entrambi i coniugi) fu aggiunto con r.d. del 7 dicembre 1884. La coppia ebbe cinque figli maschi: Pietro, il maggiore, e il fratello Galdino continuarono a condurre l’azienda agricola fino al 1920, quando fu ceduta; gli altri compirono studi universitari a Pavia, Luigi come avvocato, Carlo (1867-1912) divenne pediatra a Milano e fu noto divulgatore di norme igieniche e morali di puericultura. Angelo, che era il più giovane, si laureò in giurisprudenza nel 1893, e aprì uno studio a Milano.

Di orientamento politico conservatore, vicino al cattolicesimo sociale, era altresì interessato alle sorti dell’industria agraria, e intorno a queste problematiche acquisì un certo peso nella vita pubblica milanese. Fu collaboratore del giornale La Perseveranza, e dal 1893 al 1900 fu segretario dell’Associazione costituzionale milanese, il circolo organizzativo ed elettorale dei liberal-moderati. Partecipò come promotore e amministratore a diverse iniziative di beneficenza, dalla commissione ospedaliera di Milano a quella per l’assistenza pubblica, e soprattutto si impegnò in favore dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel 1896 fu tra i fondatori dell’Associazione nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata, di cui fu segretario e poi presidente; come professionista, oltre che come filantropo, fu inoltre attivo membro del Comitato per i minorenni giudicabili e delinquenti presso il tribunale di Milano. Nel 1898 fu interessato anche nell’istituzione, nel capoluogo lombardo, del Pio Istituto dei figli della provvidenza, promosso dal sacerdote Carlo San Martino.

Dal 1900 fu a più riprese vicepresidente del Comizio agrario di Milano, l’organismo creato nel 1866 per dare voce agli interessi di proprietari e imprenditori agricoli; a dirigerlo era Carlo Stabilini, cospicuo proprietario, imprenditore e capo del governo municipale di Carpiano dal 1874 al 1933. Dal 1915 al 1918, Valvassori fu presidente della Società agraria di Lombardia, l’associazione privata che radunava soprattutto i proprietari terrieri. Per iniziativa delle organizzazioni agrarie prese vita nel 1915 il Patronato provinciale milanese per gli orfani dei contadini morti in guerra, di cui fu il primo presidente. Nel 1921, su richiesta dell’Istituto cattolico di scienze sociali, promosse la rivista mensile Armonie sociali, che teorizzava tra l’altro la necessità di una distribuzione di piccoli appezzamenti ai contadini, con funzione di stabilizzazione e di moralizzazione della società.

Nello stile notabilare cercò di collegare le vicende del suo contado d’origine alla grande storia nazionale. Nel 1902, mentre preparava il suo ingresso nella politica locale, fondò il Circolo 8 giugno 1859, che commemorava la sanguinosa battaglia di Melegnano della seconda guerra di indipendenza, combattuta sostanzialmente nei campi della riva destra del Lambro, presso il comune di Carpiano. Per opera del Circolo, nel 1904 venne eretto l’ossario commemorativo di Melegnano.

Nel 1902 venne eletto al Consiglio provinciale di Milano come rappresentante di Locate Triulzi, il collegio che comprendeva il suo paese natale, in un’area tradizionalmente controllata da esponenti della Società agraria. La Provincia, ove rimase fino al 1920, costituiva per il notabilato il primo stadio dell’impegno nella politica nazionale. L’apprendistato per le elezioni politiche avvenne nel 1904 nel collegio di Melegnano, dove comunque prevalse il marchese Ferdinando Resta Pallavicino, esponente dello stesso schieramento cattolico-moderato che ottenne una buona affermazione nel Milanese e di cui anche Valvassori faceva parte. Venne il suo turno alle elezioni del 1909, nello stesso collegio, che lo confermò nel 1913, quando contribuì a ridimensionare la sconfitta dello schieramento moderato affermandosi nettamente contro il segretario del sindacato provinciale della Federterra Pietro Bellotti.

Alla Camera si schierò con la Destra liberal-costituzionale, rimanendo in sostanza in ambito governativo per tutti i suoi mandati da deputato. Intervenne spesso in aula, soprattutto su questioni relative all’agricoltura (contratti, cattedre ambulanti, assicurazione infortuni), alla beneficenza e all’assistenza per le famiglie dei caduti in guerra. Intorno al tema degli orfani, che molto gli stava a cuore, fu latore di proposte piuttosto radicali (e non accettate), come quella di inserire nel codice civile l’obbligo dello Stato di provvedere all’assistenza degli orfani di guerra (1916), e l’istituzione del reato di abbandono della prole. Negli anni della Deputazione fu inoltre membro del Consiglio superiore del lavoro (1900-17), poi del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione (1917-21). Nel 1919 si presentò a Milano con la lista Concentrazione costituzionale; ottenne un buon risultato di preferenze ma risultò il primo dei non eletti. Fu quindi nominato al Senato nell’ottobre del 1920, per la III categoria, avendo esercitato il mandato parlamentare per almeno sei anni; prestò giuramento il 13 dicembre. Dall’agosto del 1921 al febbraio del 1922 fu membro del governo Bonomi come sottosegretario agli Esteri, occupandosi prevalentemente dell’assistenza degli italiani all’estero che avevano subito danni per cause di guerra.

In Senato, dove fu assiduo, si iscrisse all’Unione nazionale fascista. Partecipò alle discussioni sulla politica estera, specie di ambito coloniale, ma si occupò prevalentemente di questioni finanziarie, come membro della commissione di Vigilanza sulla circolazione e sugli Istituti di emissione (1921), e di quella sull’Amministrazione delle ferrovie dello Stato (1922-23); fu inoltre segretario della commissione Finanze (1924-29). Dall’aprile del 1929 entrò nell’ufficio di presidenza del Senato.

L’attività finanziaria lo occupò anche fuori dal Senato. Nel 1925-27 fu il primo presidente della Società per lo sviluppo economico dell’Albania (SVEA), che era stata creata con il capitale pubblico italiano per garantire un prestito allo Stato balcanico per la costruzione di infrastrutture. Nel 1930-31 fu vicepresidente della commissione centrale di beneficenza della Cassa di risparmio delle provincie lombarde. In quel ruolo si fece interprete dell’orientamento degli agrari lombardi, opponendosi al contributo della Cassa per finanziare le opere di bonifica del regime: riteneva infatti che il basso livello dei prezzi agricoli non giustificasse nuove realizzazioni che avrebbero ulteriormente abbassato i prezzi.

Morì improvvisamente nella sua casa di Milano il 27 settembre 1931.

Non si era mai sposato e non ebbe figli. In sua memoria e in suo nome la Cassa di risparmio stanziò nello stesso anno un fondo per inviare i figli dei dipendenti alle colonie marine (poi soppresso per ordine ministeriale nel giugno del 1940); fu inoltre finanziata la costruzione, nel 1932, di un asilo infantile a Carpiano, intitolato allo scomparso.

Opere. Ancora da esplorare la collaborazione alla Perseveranza, ove perlopiù gli articoli non erano firmati. Da segnalare: Melegnano traverso i secoli, Milano 1900; Relazione all’Assemblea del 29 dicembre 1917 del Patronato provinciale per gli orfani dei contadini morti in guerra, Casale 1918.

Fonti e Bibl.: Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere e arti, Archivio L. Luzzatti, Corrispondenza, f. 4025 (sette lettere e biglietti; 1921-24); b. 225, Ministero del tesoro, f. 8 (una lettera, 1920); b. 176, Rapporti tra Italia e Armenia, f. 6 (altre lettere sparse, 1919-22); b. 224, Pubblica istruzione, f. 2; b. 307, Emigrazione, f. 4 (numero complessivo imprecisabile, 1912-26); Milano, Biblioteca Braidense, Fondo Pascoliano (una lettera ad A.G. Bianchi, 1914); tracce dell’attività come finanziere in Roma, Archivio centrale dello Stato, Banca nazionale d’Albania, Archivio generale 1925-1963 (la Banca era emanazione della SVEA, presieduta da Valvassori); Milano, Archivio storico Intesa San Paolo, Verbali della Commissione centrale di beneficenza della Cassa di risparmio 1887-1991, Serie 3, Brogliacci originali, per gli anni 1930-31.

Atti del I Congresso nazionale “Pro Infantia”..., ... 1902, Torino 1903, pp. XIV, 68-76; A. Groppali, Gli orfani di guerra, Milano 1917, pp. 16-19; A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, III, P-Z, Roma 1941, p. 354; A. Cova - A.M. Galli, La Cassa di risparmio delle provincie lombarde dalla fondazione al 1940, II, Il Novecento, Milano 1991, pp. 122 s.; L’Albania indipendente e le relazioni italo-albanesi (1912-2012), a cura di A. Becherelli - A. Carteny, Roma 2013, pp. 167-170; Camera dei deputati, Portale storico, https://storia.camera.it/ deputato/angelo-valvassori-peroni-18700406#nav; Archivio storico del Senato, I senatori d’Italia, II, Senatori dell’Italia liberale, s.v., http://notes9.senato.it/Web/senregno. NSF/ Liberali_2periodo?OpenPage.

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