SULLAM, Angelo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

SULLAM, Angelo

Laura Brazzo

SULLAM, Angelo. – Nacque a Venezia il 15 maggio 1881, quartogenito di Benedetto e di Giovannina Levi.

Crebbe con i fratelli più grandi – Guido Costante (v. la voce in questo Dizionario), Regina e Angelina – in un ambiente familiare rispettoso delle tradizioni ebraiche. La famiglia possedeva beni immobiliari a Venezia e terreni agricoli nel delta del Po, dove aveva avviato sin dal XIX secolo importanti opere di bonifica e la coltivazione, in particolare, del riso (cfr. A. Lazzarini, Fra terra e acqua. L’azienda risicola di una famiglia veneziana nel delta del Po, I-II, Roma 1991-1992).

Avvocato, imprenditore agricolo, cultore del diritto, Angelo Sullam fu figura eclettica, intraprendente e pragmatica dell’ebraismo italiano del primo Novecento e fra i protagonisti della prima stagione del sionismo in Italia. Sotto la guida di Enrico Catellani, si laureò in legge all’Università di Padova nell’ottobre del 1902 con una tesi intitolata Il sionismo specialmente considerato nei suoi rapporti col diritto internazionale.

Sin dagli inizi del 1902 era entrato in relazione con Felice Ravenna – presidente della Federazione sionistica italiana (FSI), nonché membro del Gran Comitato d’azione dell’Organizzazione sionistica mondiale – che lo coinvolse nelle discussioni e attività sia della FSI sia dell’Idea sionista, la prima rivista italiana apertamente sionista, fondata a Modena nel 1901 da Ravenna, Carlo Conigliani, Amedeo e Benvenuto Donati.

Nonostante la differenza di età e di temperamento, Sullam stabilì con Ravenna non solo una solida intesa, ma anche un profondo e duraturo legame di amicizia testimoniato, fra le altre cose, da un’intensa corrispondenza epistolare durata quasi trent’anni.

Tra il febbraio e l’agosto del 1902 Sullam pubblicò sull’Idea sionista due articoli: Gli ebrei in Rumenia. A proposito di una pubblicazione, II, 3-4, pp. 5-9; Gli ebrei dell’Europa orientale, II, 4-5, pp. 1-3 (parte prima), 6-7, pp. 2-8 (parte seconda). Nello stesso anno, su Riforma Sociale pubblicò l’articolo Ritornando al Medioevo. Le nuove leggi rumene contro gli stranieri, s. 2, IX (1902), 12, pp. 272-292. In tali lavori, come anche nella sua tesi di laurea, si trovano delineati alcuni dei grandi temi che rimasero costantemente al centro della sua attenzione: l’antisemitismo, la persecuzione delle popolazioni ebraiche nell’Europa orientale, il sionismo come ideale e movimento di emancipazione per gli ebrei oppressi dell’Europa orientale.

Incaricato da Ravenna della propaganda sionistica a Venezia, fondò nel 1903 il Gruppo sionistico veneto, nella cui direzione fu affiancato da Alessandro Levi e Alberto Musatti.

Nello stesso anno partecipò ai lavori della delegazione italiana al VI Congresso sionistico mondiale (Basilea, agosto del 1903) e fu fra gli animatori del dibattito che, anche fra gli italiani, si aprì allora a proposito degli obiettivi ultimi del sionismo. Fautore della linea herzliana – in contrapposizione a quella delle correnti sioniste più estreme dei ‘nazionalisti’ da un lato e dei ‘territorialisti’ dall’altro – Sullam era favorevole alla trattativa diplomatica con il governo turco per la colonizzazione della Palestina e dei territori limitrofi nella Turchia d’Asia, considerata come la via più efficace per dare rapidamente ricovero e una nuova vita, sotto le garanzie del diritto internazionale, alle popolazioni ebraiche oppresse dell’Europa orientale. Riteneva inoltre che per gli ebrei che rimanevano in patria occorresse mettere in atto un’ampia «propaganda per una coscienza ebraica (propaganda non nazionale)» (Gerusalemme, Central Zionist Archives, CZA, Fondo A353/46 - Felice Ravenna, corrispondenza con Angelo Sullam, Sullam a Ravenna, s.d., ma 1906).

Stretto consigliere di Ravenna e amministratore delle casse della FSI, seguì lungo il primo decennio del Novecento la parabola discendente della prima stagione sionista in Italia. Esauritasi nel 1910 l’esperienza dell’Idea Sionista – della quale Sullam dal 1907 era diventato uno dei redattori fissi – nel 1911, nel clima teso della vigilia della guerra di Libia, anche l’attività pubblica della FSI venne sospesa (Archivio del Centro di documentazione ebraica contemporanea, CDEC, Fondo Angelo Sullam, b. 7, f. 61, circolare della FSI n. 5, marzo 1912; Il Convegno sionistico di Milano, in Il Corriere israelitico, LI (1912), 8, pp. 159 s.). Ciononostante le discussioni interne, specie fra Ravenna e Sullam, sulle prospettive per il sionismo come ideale e come movimento proseguirono ininterrotte fino alla prima guerra mondiale, quando nuovi, persino insperati scenari si aprirono.

Nel 1912 Sullam sposò Henriette Artom, figlia di Vittorio e di Emma Pugliese, con la quale ebbe poi quattro figli: Costanza, Vittorio, Renzo e Giovannina.

Sullam si inserì con una certa agilità nel clima nazionalista ormai maturo degli anni della guerra e dell’occupazione della Libia. Con l’ottica dell’imprenditore, egli vide nella politica coloniale e nelle mire di espansione nel Mediterraneo la possibilità di un’affermazione per i commerci, le imprese, la cultura, italiane ed ebraiche insieme. Di quest’ultima, l’ebraismo e il sionismo italiani potevano anzi farsi sicuro veicolo. Una prospettiva originale, testimoniata, fra l’altro, negli interventi sugli ebrei di Libia che Sullam tenne nel corso dei due convegni giovanili ebraici del 1912, a Torino, e del 1914, a Roma. In quest’ultimo, in particolare, denunciando le tendenze ostili dell’amministrazione italiana in Libia verso le popolazioni ebraiche locali, sottolineò il danno che tale condotta arrecava all’Italia e alle sue ambizioni di potenza mediterranea. Alienandosi la simpatia delle popolazioni ebraiche delle colonie, sosteneva Sullam, l’Italia si alienava la simpatia di quel nucleo della popolazione locale che per tradizione, origine, interesse le era invece più favorevole e poteva sostenerne gli obiettivi. Di tutto ciò occorreva rendere consapevole il governo il quale «non si è mai accorto che nel bacino del Mediterraneo esistono moltissimi ebrei che parlano la lingua italiana e che questi ebrei vanno favoriti nel suo stesso interesse» (III Convegno giovanile ebraico. Gli ebrei di Libia, in Il Corriere israelitico, LII (1914), 10, pp. 209-211).

Questi temi – che si ritrovano, peraltro, anche in un memoriale indirizzato a Luigi Luzzatti nel marzo del 1914 (cfr. Archivio dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Fondo L. Luzzatti, s. Problemi ebraici - Corrispondenti (1875-1921), sez. B 1913-14-15, b. 235, f. 1, Gli ebrei d’Africa e del Levante e la politica italiana. Memoriale di Angelo Sullam per Luigi Luzzatti, marzo 1914) – definirono le linee dell’azione di Sullam fino almeno a tutti gli anni Venti.

Nel 1915, all’entrata in guerra dell’Italia, fu arruolato come ufficiale del genio.

Tra la fine del 1917 e il 1918, con il venir meno del dominio turco, trovò nelle pretese italiane sulla Palestina liberata il terreno fertile per riprendere e riproporre con maggior vigore l’idea della convergenza di interessi ebraici, sionistici e italiani nel Levante, incontrando questa volta ascolto anche in alcuni ambienti governativi.

Nel corso del 1918, quando si prospettò per l’Italia la scelta dell’adesione o meno ai principi espressi dalla dichiarazione Balfour, Sullam divenne una delle persone di riferimento per il ministero degli Esteri, in particolare per il sottosegretario agli Affari politici, Gaetano Manzoni, e per il console Carlo Galli, del quale divenne consulente segreto proprio per gli affari sulla Palestina (Galli, 1951). Particolarmente importante si rivelò inoltre il suo ruolo nella complessa scelta dei delegati italiani da inviare presso la Commissione esecutiva sionista che, su mandato inglese, si era stabilita a Gerusalemme dal gennaio del 1918.

Al termine della guerra, riprese le attività nella FSI, nuovamente presieduta da Ravenna. Ne fu nominato segretario (insieme a Dante Lattes), con lo specifico compito di tenere le relazioni con gli ambienti politici e di governo. Come Ravenna, anche Sullam lasciò presto l’incarico (1920) per l’incompatibilità di vedute con la componente più giovane della nuova FSI, cresciuta a Firenze attorno al rabbino Samuel Hirsch Margulies e guidata ora da Alfonso Pacifici.

L’uscita dalla Fondazione non gli impedì di mantenere i rapporti già stabiliti con gli ambienti diplomatici e con gli esponenti più importanti dell’Organizzazione sionista; anzi, gli consentì forse una maggiore libertà di azione.

Nel 1920, con l’appoggio anche del nuovo direttore generale degli Affari politici al ministero degli Esteri, Mario Lago, fondò la Società commerciale italo-mediterranea. Si trattava di un «organismo economico interamente ebraico, o quasi», che doveva avere come principale e anzi «unico compito quello della propaganda italiana e italo-ebraica». Parte degli utili della Società, secondo il piano di Sullam, sarebbero stati destinati a «soccorrere i poveri e a diffondere la coltura italiana» (lettera di Sullam a Lago, 20 agosto 1920, Archivio CDEC, Fondo Angelo Sullam, b. 18, f. 181). L’impresa tuttavia ebbe vita breve e si concluse nel 1925.

Emblematica dello spirito e dell’intreccio di rapporti che Sullam era riuscito a costruire, fu anche la relazione stretta con Chaim Weizmann del quale, nel momento delicato della decisione sul mandato britannico per la Palestina (sostenuto dall’Organizzazione sionistica mondiale), fu il principale referente in Italia. «Son certo – gli scrisse Weizmann – che l’influenza che voi siete in grado d’esercitare nei circoli ufficiali vi permetterà d’indurre il governo a desistere dal sollevare ostacoli al mandato» (lettera di Weizmann a Sullam, 11 gennaio 1922, Venezia, Archivio privato famiglia Sullam; parte di questa corrispondenza è pubblicata in The letters and papers of Chaim Weizmann, Series A letters, volume XI, January 1922-July 1923, a cura di B. Wesserstein, London 1977, pp. 76-88.

Nel dopoguerra assunse nuovi e diversi incarichi: nel 1919 fu nominato presidente della Fraterna generale israelitica di Venezia (carica che mantenne fino al 1929) e nel 1921 vicepresidente del Consorzio delle Comunità israelitiche italiane. Sempre nel 1921 fu nominato anche presidente del Comitato di assistenza agli emigranti ebrei. Al soccorso e all’assistenza di questi ultimi, che dall’Europa orientale giungevano numerosi nei principali porti italiani per dirigersi poi verso la Palestina e più spesso verso le Americhe, Sullam dedicò molte delle sue energie lungo tutti gli anni Venti (Archivio CDEC, Fondo Angelo Sullam, serie Comitato di assistenza agli emigranti ebrei, bb. 9-18).

In seguito, se merita senz’altro di essere ricordata la partecipazione alla stesura della relazione finale sulle nuove norme che regolavano le Comunità israelitiche e l’Unione delle Comunità israelitiche medesime (cfr. La Nuova legge sulle comunità israelitiche italiane, in Israel, 31 marzo 1931), va anche notato il suo progressivo allontanamento dalla scena pubblica ebraica – come testimonia del resto anche il rarefarsi della sua presenza nelle cronache dei giornali ebraici di quegli anni.

Tra il 1937 e il 1938 risultò fra gli iscritti al Comitato degli italiani di religione israelitica (Archivio CDEC, Fondo Angelo Sullam, b. 20, f. 215). Nel 1938 subì solo parzialmente gli effetti della legislazione antiebraica grazie anche alla discriminazione ottenuta nel febbraio 1939 (Archivio CDEC, Fondo Censimenti, b. 8, f. 32, Venezia).

All’indomani dell’8 settembre 1943, Sullam lasciò i propri beni nelle mani di amici fidati e con la famiglia già il 10 settembre riuscì a lasciare Venezia per raggiungere prima Firenze e da qui Bari, dove arrivò nel novembre del 1943, dopo una ferma di quasi tre mesi nel comune di Roccaraso. Nel giugno del 1944 con la famiglia lasciò Bari per trasferirsi a Roma, ormai liberata.

Nel gennaio del 1945 venne nominato dal governo Bonomi segretario generale del Comitato interministeriale per le bonifiche e le irrigazioni, e l’anno successivo fu eletto vicepresidente dell’Associazione nazionale delle bonifiche. Gli anni del dopoguerra per Sullam furono caratterizzati, oltre che dalle attività per l’azienda agricola di famiglia, da un intenso impegno sui temi della tutela ambientale. Già libero docente in economia e legislazione delle bonifiche all’Università di Padova, tra gli anni Cinquanta e Sessanta si dedicò, anche con pubblicazioni, conferenze e interventi pubblici, al tema della salvaguardia di Venezia e della sua laguna. Relatore al convegno I problemi di Venezia del 1962 (Intervento dell’avv. Angelo Sullam, in Atti del Convegno internazionale... 1962, Venezia 1964, pp. 245-262) che istituì il primo Comitato per lo studio dei provvedimenti a difesa della città di Venezia, tra il 1967 e il 1970 Sullam partecipò alle attività del secondo Comitato interministeriale, in particolare ai gruppi di lavoro sui problemi amministrativi e legislativi (Archivio CDEC, Fondo Carlo Alberto Viterbo, b. 16, f. 191, Sullam Angelo).

Morì a Venezia il 9 ottobre 1971.

Opere. Oltre a quelle citate nel testo si vedano Die wirtschaftliche Entwicklung Italiens im Jahre 1905, Leipzig 1906; Un corpo di diritto ottomano, Torino 1907; Problemi di economia e legislazione delle bonifiche, Padova 1935; L’autarchia e l’agricoltura nelle Venezie, in Ateneo veneto. Atti e memorie dell’Ateneo veneto, rivista mensile di scienze, lettere ed arti, 1938, n. 1, p. 189; La legislazione sulle bonifiche, sulle irrigazioni, sui miglioramenti fondiari e le possibili modificazioni. Prime linee per un piano regolatore nazionale (Venezia 14-17 aprile 1946), Venezia 1946; Venezia e il Delta del Po, Padova 1952; Pericoli per Venezia, in Ateneo veneto..., 1958, n. 2, pp. 73-86; Provvedimenti legislativi per la difesa e conservazione della città e laguna di Venezia e dei litorali dalle erosioni marine e dagli altri pericoli e danni che li minacciano, in Atti del Convegno per la conservazione e difesa della laguna e della città di Venezia, Venezia 1960, pp. 161-206; La media e bassa valle del Po dal VII secolo a.c. al 1700, in Bergomum, LVIII (1964), 38, pp. 73-108.

Fonti e Bibl.: Gerusalemme, Central Zionist Archives, CZA, Fondo A356 - Felice Ravenna, Fondo AK433 - Angelo Sullam; Milano, Archivio della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, CDEC, Fondo Angelo Sullam, Fondo Felice di Leone Ravenna; intervista a Giovannina Sullam Reinisch e ad Anna Vera Sullam (2010; per gentile concessione Fondazione CDEC); Archivio di Stato di Venezia, Fondo Sullam; Venezia, Archivio privato famiglia Sullam; Biblioteca del Consiglio regionale del Veneto, Fondo Angelo Sullam.

C. Galli, Diarii e lettere. Tripoli 1911-Trieste 1918, Firenze 1951; S. Minerbi, Angelo Levi Bianchini e la sua opera nel Levante 1918-1920, Milano 1967; G. R. (Giorgio Romano), Trigesimo. A. S., in Israel, 25 novembre 1971, n. 8; U. Nahum, A. S., ibid., 13 gennaio 1972, n. 14, p. 4; S. Levis Sullam, Una comunità immaginata. Gli ebrei a Venezia (1900-1938), Milano 2006; L. Brazzo, Sonnino, il ministero degli Esteri e la Palestina (1917-1919), in Sonnino e il suo tempo, Soveria Mannelli 2011, pp. 71-100.

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