PETRICCA, Angelo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 82 (2015)

PETRICCA, Angelo

Stefania Nanni

PETRICCA, Angelo. – Nacque a Sonnino nella provincia pontificia di Campagna e Marittima nel 1601; vestì l’abito dei frati minori conventuali della Provincia romana con il nome di Angelo da Sonnino e vi fece i primi studi prima di accedere per concorso al collegio conventuale di S. Bonaventura, dove si addottorò in teologia (febbraio 1631). Dopo cinque mesi di approfondimento teologico in linea con la Reformatio studiorum del 1620 e con il rilancio apostolico promosso dal padre generale Giacomo Montanari, fu destinato alla provincia conventuale di Oriente di Costantinopoli. Il 4 settembre giunse al convento di S. Francesco di Pèra, quartiere cristiano sulla costa nord del Corno d’Oro, sede del vicariato patriarcale greco-ortodosso e competente sulle missioni di Moldavia e Valacchia alle quali, dopo studi di lingua araba e turca, fu destinato il 4 febbraio 1632 con il confratello Francesco Antonio Frascella.

Petricca non accettò di buon grado la destinazione, chiedendo inutilmente a Propaganda Fide il permesso di restare a Costantinopoli, dove aveva avviato con prediche e discussioni private il suo mandato antiereticale per la «difesa della dottrina cattolica» dall’offensiva protestante e quello uniatista per «avvicinare» i «cristiani lontani da Roma» (De Sanctis, 1966a, pp. 23, 79; La conversion, 2005, pp. 151 s.). Raggiunse nel marzo il convento francescano di Târgovişte nel voivodato di Valacchia, dove predicò ai pochi cattolici, indefesso nella controversia con «schismatici et heretici» (Morariu, 1940, p. 24). Dopo cinque mesi «di buon vivere religioso» si spostò in Moldavia, nei nuclei latini passati al protestantesimo e riportati alla fede cattolica dal francescano Bernardino Quirini nel 1597 (Alzati, 2001; Călinescu, 1925) dando «saggio della propria dottrina» con metodi arditi per «togliere qualche malodore dei nostri» (Archivio storico di Propaganda Fide, Scritture originali riferite nelle Congregazioni generali, d’ora in poi SOCG, vol. 75, c. 314r) che complicarono la missione, interrotta nell’aprile 1633 quando, ammalato e volendo partecipare al sinodo dell’episcopato orientale, fu autorizzato a tornare a Costantinopoli, presto raggiunto da Frascella.

Dal convento di Pèra, a poche settimane dalla Professio fidei per i cristiani di rito orientale emanata il 4 luglio 1633 per risolvere punti teologici fino allora rimbalzati tra la Propaganda e il S. Uffizio, i due conventuali indirizzarono alla Congregazione un piano per l’unione (fonti in De Sanctis, 1966a, pp. 28 s.) che lascia riverberare i complessi scenari politici e commerciali che anche sugli affari delle Chiese cristiane si giocavano tra Impero ottomano e potenze europee. Si trattava di un «negozio grave», ovvero sostituire con il favore del visir il patriarca Cirillo Lukaris con Cirillo Contaris, metropolita di Veria (Berea in Macedonia). Lukaris, sei volte patriarca dal 1612, «buon amico» degli anglicani (Krstic, 2011; Ghobrial, 2013, cap. I; Frazee, 1983, parte II) difeso dal bailo di Venezia per la tipografia greca che aveva allestito a Costantinopoli nel 1627 (Zorzi, 2012, p. 178) era considerato filocalvinista, e certo sostenuto dall’ambasciatore olandese Cornelius van Haga (El-Mudarris - Salmon, 2007, pp. 26-28) e in contatto con una potente rete transeuropea di polemica dottrinale a stampa (Michaelides, 1943; Harai, 2011).

Destinato a seguire intricati sviluppi di segno religioso e «materiale» (Semnoz, 1903; Papadopoullos, 1952, 1990, p. 154), l’avvicendamento al patriarcato non ebbe immediati riscontri a Roma, dove Petricca fu richiamato nell’ottobre 1634; il 21 novembre, con padre Frascella, presentò alla Propaganda Fide alla presenza di Urbano VIII una dettagliata relazione delle missioni (Morariu, 1940, pp. 23-25) e fu confermato viceprefetto per la Valacchia e Moldavia e provinciale di Ungheria, dove predicò tra tensioni intercattoliche dalla Quaresima del 1635 (Chelaru, 2007, pp. 196-199) prima di spostarsi a Verona, e in zone filoprotestanti di Croazia, Stiria e Carinzia.

In base al diritto di nomina che la Propaganda dal 1622 aveva avocato a sé e alla consuetudine, che assegnava tale carica al provinciale conventuale di Oriente, il 30 gennaio 1638 Petricca fu nominato vicario patriarcale di Costantinopoli. Vi giunse su nave veneziana il 24 giugno 1638 in un contesto favorevole: il patriarca Lukaris non incontrava più appoggi o neutralità delle potenze europee e della Porta. Il pretendente Contaris, formato dai gesuiti e già in quella carica per una settimana (ottobre 1633, con l’aiuto dell’ambasciatore imperiale J. Rudolf Schmid von Schwarzenhorn), poteva ormai contare sull’ambasciatore francese Philippe de Harlay, conte de Césy (Tongas, 1941; Pastor, 1931, p. 764), e sul bailo di Venezia, poiché, come aveva scritto Petricca anni prima, «senza il loro braccio non si può fare cosa alcuna». Per tramite del vicario patriarcale Gugliemo (Viziani) da Bologna, la Propaganda destinava 4000 scudi indispensabili per agevolare il progetto (Ignazio da Seggiano, 1962, pp. 345 s.); alla morte per peste di Viziani (ottobre 1637) Petricca fu inviato a sostituirlo.

Il 1° luglio 1638, da Pèra, informò la Propaganda che il 29 giugno era «giunto un ordine del Re de’ Turchi che fusse deposto Cirillo» e «posto in sedia Mons. di Veria, che fu subito eseguito» (Archivio storico di Propaganda Fide, SOCG, vol. 288, cc. 86r-88v). Il doppio computo, secondo il calendario giuliano o gregoriano, in uso a Pèra tra gli ortodossi e i cattolici, lascia ulteriori dubbi circa il ruolo esercitato dal conventuale nella deposizione di Lukaris e nell’impedire «che per mezzo suo il calvinismo si disseminasse per l’Oriente» (vol. 159, c. 140r).

Le tensioni intercristiane non erano però finite: in vista della condanna della Confessione di fede di Lukaris del 1629 e della scomunica dei suoi adepti (emesse dal Sinodo del 4 ottobre e dal decreto Contaris dell’aprile 1639), di poco successive all’incendio che il 18 marzo aveva devastato Pèra e lambito il convento dei minori, si confiscavano e bruciavano post mortem suoi libri e scritti «fraudolenti e corrotti». Le polemiche dottrinali si giustapponevano a voci di segno politico, decisive per le nomine dei nuovi vescovi, fomentate da van Haga e «in modo palliato» dal bailo veneziano Alvise Contarini (Soykut, 2001, p. 84), sui generosi patronages del nuovo patriarca e l’inclinazione al cattolicesimo di cui dicevano i ‘romani’ e che, superato il punto delicato sul passaggio teologico trinitario del Filioque, si concretizzò nel dicembre 1638 con la sottoscrizione della Professione di fede di Urbano VIII (Siecienski, 2010, cap. 9; De Sanctis, 1966a, pp. 51-57; Franchini, 1693, pp. 47-49).

Petricca tentò di perseguire i progetti unionistici, ma le condizioni politiche interne e intereuropee erano cambiate e, deposto e imprigionato Contaris il 19 giugno 1639, il conventuale lasciò Costantinopoli nella notte del 29 dicembre.

«Caro ad Urbano VIII» (Moroni, 1844, p. 298), gli presentò il Trattato dogmatico del Ss. Sacramento… (Archivio storico de Propaganda Fide, SOCG, vol. 228, cc. 175v-179v) e la Relatione sullo stato presente della christianità di Pera… (Cervellini, 1912); al prefetto della Propaganda Antonio Barberini consegnò l’interessante Trattato del modo facile d’espugnare il Turco… (Platania, 2004; Soykut, 2001, pp. 164-173), pubblicò quattro trattati dottrinali e ricoprì importanti uffici (in De Sanctis, 1966a, pp. 21, 79 s.): consultore nel 1640-42 della Commissione per la correzione del rituale greco Eucologio; revisore di opere teologiche di confratelli; consultore dell’Indice dal 1655; ministro provinciale della Provincia romana (1661), fu eletto nel maggio 1665 procuratore generale dell’Ordine.

Morì il 10 dicembre 1673 nel convento romano.

Opere. Biblioteca apostolica Vaticana, Chig., 812, 813: Libra pseudocanonum… in Chalcedonensi Concilio..., 1665 (cfr. De Sanctis, 1966a, p. 12); Turris David… De Militante ac Triumphante Ecclesia…, Romae 1647; De Appellationibus omnium Ecclesiarum…, Romae 1649; De potestate Apostolorum…, Romae 1656; De nobilitate eiusque origine et de recta forma regnandi…, Romae 1659; De Regno Christi domini nostri disputationes adversus haereses…, pars I, Romae 1671; De triplici philosophia Aristotelis…, Romae 1672.

Fonti e Bibl.: Per le fonti conservate nell’Archivio storico di Propaganda Fide e nell’Archivio dell’Ordine dei frati minori conventuali di Roma v. supra e A. De Sanctis, L’attività unionistica del p. A. P. da Sonnino..., Assisi 1966a.

G. Franchini, Bibliosofia e memorie letterarie di scrittori francescani conventuali…, Modena 1693; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, XXVII, Venezia 1844; F.A. Belin, Histoire de la latinité de Constantinople, Paris 1894; V. Semnoz, Les derniers années du patriarche Cyrille Lucar, in Échos d’Orient, 1903, vol. 6, pp. 97-107; G.B. Cervellini, Relazioni da Costantinopoli del Vicario patriarcale A. P., in Bessarione, s. 3, XVI (1912), vol. 9, pp. 31-43; G. Călinescu, Alcuni missionari cattolici italiani in Moldavia nei secoli XVII e XVIII, in Diplomatarium italicum, I (1925), pp. 1-272; L. Pastor, Storia dei papi dalla fine del medioevo, XIII, Roma 1931; G. Abate, Missioni francescane italiane d’Oriente. I Frati minori conventuali a Costantinopoli, nell’Arcipelago e in Moldavia, Roma 1932; G. Hofmann, Il vicariato apostolico di Costantinopoli…, Roma 1935; E. Dalleggio D’Alessio, La communauté latine de Constantinople…, in Échos d’Orient, 1937, vol. 36, pp. 309-317; Id., Quelques relations de Fra A. P. da Sonnino, vicaire patriarcal de Constantinople…, ibid., 1938, vol. 37, pp. 163-176; B. Morariu, Series chronologica Praefectorum Apostolicorum Missionis fr. min. conv. in Moldavia e Valachia, Città del Vaticano 1940; G. Tongas, Les relations de la France avec l’empire ottoman…, in Échos d’Orient, 1941, vol. 39, pp. 517-520; G.P. Michaelides, The Greek orthodox position on the confession of Cyril Lucaris, in Church history, 1943, vol. 12, 2, pp. 118-129; Th.H. Papadopoullos, Studies and documents relating to the history of the Greek Church and people under Turkish domination, Brussels 1952, Aldershot 1990; Ignazio da Seggiano, L’opera dei cappuccini per l’unione dei cristiani nel Vicino Oriente durante il secolo XVII, Roma 1962; B. Morariu, La missione dei frati minori conventuali in Moldavia e Valacchia…, 1623-50, in Miscellanea Francescana, LXII (1962), pp. 16-103; A. De Sanctis, L´attività unionistica del p. A. P. da Sonnino…, Assisi 1966a; Id., Un tentativo di unione fra Roma e Costantinopoli nel secolo XVII…, Assisi 1966b; G. Matteucci, Un glorioso convento francescano sulle rive del Bosforo. Il S. Francesco di Galata…, Firenze 1967; Ch.A. Frazee, Catholics and Sultans. The Church and the Ottoman Empire 1453-1923, Cambridge 1983; S. Giordano, Frascella, Francesco Antonio, in Dizionario biografico degli Italiani, L, Roma 1998, pp. 304-306; M. Sanfilippo, Da Cuneo alla Valacchia e Costantinopoli, in L’Europa centro-orientale e il pericolo turco tra Sei e Settecento, a cura di G. Platania, Viterbo 2000, pp. 53-62; C. Alzati, Lo spazio romeno tra frontiera e integrazione…, Pisa 2001; M. Soykut, Image of the ‘Turk’ in Italy…, Berlin 2001; Litterae missionariorum de Hungaria et Transilvania (1572-1717), I, a cura di I.G. Tóth, Roma-Budapest 2002; G. Platania, Pericolo turco e idea di ‘crociata’ nella politica pontificia…, in Rapporti diplomatici e scambi commerciali nel Mediterraneo moderno…, a cura di M. Mafrici, Catanzaro 2004, pp. 11-150; I.G. Tóth, Missionari italiani in Ungheria e Transilvania nel Seicento, in Rivista storica italiana, CXVI (2004), 1, pp. 122-143; E. Borromeo, Les Catholiques à Constantinople…, in Revue des mondes musulmans et de la Méditerranée, 2005, n. 107-110, pp. 227-243; T. Ferro, I missionari cattolici in Moldavia…, Cluj-Napoca 2005; La conversion et le politique à l’époque moderne, a cura di D. Tollet, Paris 2005, ad ind.; R.-D. Chelaru, Venezia e l’attività missionaria cattolica…, in L’Europa centro-orientale e la penisola italiana…, a cura di C. Luca - G. Masi, Braila-Venezia 2007, pp. 193-201; H.I. El-Mudarris - O. Salmon, Les relations entre les Pays-Bas et la Syrie ottomane au XVIIe siècle…, Alep 2007, ad ind.; A.E. Siecienski, The Filioque. History of a doctrinal controversy, New York 2010, ad ind.; D. Harai, Una chaire aux enchères. Ambassadeurs catholiques et protestants à la conquête du patriarcat grec de Constantinople (1620-1638), in Revue d’histoire moderne et contemporaine, 2011, n. 58, 2, pp. 49-71; T. Krstic, Contested conversions to Islam in the early modern Ottoman Empire, Stanford 2011, ad ind.; A.M. Sammut, I francescani nel cuore dell’Impero ottomano, in I francescani nella storia dei popoli balcanici, a cura di V. Nosilia - M.Scarpa, Venezia 2011, pp. 1-14; M. Zorzi, Il libro greco dopo la caduta di Costantinopoli, in Scrittura e libro nel mondo greco-bizantino, a cura di C. Casetti Brach, Ravello 2012, pp. 166-180; J.-P.A. Ghobrial, The whispers of cities. Information flows in Istanbul, London and Paris in the age of William Trumbull, Oxford 2013, ad ind.; The confession of Cyril Lucaris, a cura di D. Bratcher, 2013, http://www. crivoice.org/creedcyril.html (17 novembre 2014).

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