Merkel, Angela

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Donna politica tedesca (n. Amburgo 1954). Entrata nella Christlich-Demokratische Union (CDU) nel 1990, divenne dopo pochi mesi ministro della Parità e delle Politiche giovanili (1991-94). In seguito fu ministro dell'Ambiente (1994-98) e nel 2000 divenne presidente della CDU. Dopo le elezioni anticipate del 2005 e il patto con la Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SPD) per formare un governo di coalizione, divenne cancelliere (è stata la prima donna in Germania ad aver ottenuto tale carica). In seguito alle elezioni del 2009, che hanno visto la vittoria dell'Unione CDU-CSU (Christlich-Soziale Union in Bayern) da lei guidata e la sconfitta della SPD, ha ottenuto un secondo mandato a capo del governo e ha dato vita a una coalizione con l'emergente Freie Demokratische Partei (FDP). Il successo della politica di M., basato sul fronte interno su una linea improntata al rigore nei conti pubblici e alla riduzione significativa del numero dei disoccupati – risultati resi possibili anche da strategie finanziarie che hanno consentito al Paese un passaggio indolore attraverso l’emergenza dei mercati europei  – e su quello estero sull’identificazione di cardinali obiettivi comuni quali la crescita, la reindustrializzazione dell’Unione Europea e un piano di investimenti comuni, ha prodotto alle elezioni federali tenutesi nel settembre 2013 per il rinnovo del Bundestag una netta vittoria della coalizione CDU-CSU, che ha ottenuto il 41,5% delle preferenze conquistando 311 seggi. Primo cancelliere nella storia della G. e seconda donna politica europea dopo M. Thatcher, M. è stata riconfermata per un terzo mandato; nel dicembre successivo, attraverso un referendum, la base del SPD ha approvato a larga maggioranza (76% dei consensi) il nuovo accordo per una Grande coalizione, composta anche da CDU e CSU. Un ridimensionamento dei consensi in favore di M. - penalizzata da politiche immigratorie aperte all’accoglienza seppure rigoriste, in un quadro politico europeo provato da durissime tensioni in merito alle soluzioni da adottare nei confronti dei profughi provenienti dai Paesi mediorientali - è stato evidenziato alle elezioni regionali svoltesi nel marzo 2016 in Renania-Palatinato, Baden-Württemberg e Sassonia-Anhalt, alle quali il partito populista di ultradestra Alternative fuer Deutschland (AFD) è entrato nei tre Parlamenti regionali in cui si è votato, e a quelle del settembre 2016 tenutesi nei land di Meclemburgo-Pomerania, dove AFD ha superato il partito di M., e nel land di Berlino, in cui il SPD si è confermato primo partito, mentre la destra populista ha raccolto il 20,8% dei consensi e il CDU ha registrato il peggior risultato del dopoguerra, essendo estromesso dal governo di grande coalizione della città. Nel novembre 2016 la donna politica ha annunciato la sua ricandidatura alle elezioni per il rinnovo del Bundestag previste per il settembre 2017, dove correrà per il quarto mandato, mentre nel mese successivo è stata rieletta per la nova volta presidente del CDU con l'89,5% dei consensi, la percentuale più bassa nei suoi tre mandati da cancelliera e uno dei risultati peggiori della sua storia di leader del partito. Attese come test elettorale in vista delle federali di settembre, le consultazioni regionali svoltesi nel marzo 2017 per il rinnovo del Parlamento nel Land della Saar hanno comunque registrato il successo del CDU, che ha ottenuto il 40% dei suffragi (5 punti percentuali in più rispetto al 2012), mentre il SPD di M. Schulz è sceso al di sotto del 30%; i risultati sono stati confermati dalle consultazioni regionali del maggio 2017, alle quali la SPD è stata sconfitta nel Land dello Schleswig-Holstein e nella propria roccaforte storica del Nord-Reno Vestfalia dal CDU, che si è aggiudicato oltre il 34% dei consensi. Le elezioni federali tenutesi nel mese di settembre, pur assegnando un quarto mandato a M., hanno profondamente modificato il quadro politico del Paese, registrando una netta flessione dei consensi per il CDU (32,9%), un crollo dei socialisti (20,04%) e la preoccupante affermazione dell'ultradestra (13,2%) di Alternative für Deutschland, che si attesta come terza forza del Paese. Nel novembre successivo, a due mesi dalle consultazioni, una preoccupante fase di instabilità si è aperta a seguito del rifiuto del SPD di aderire alla formazione di un esecutivo di larghe intese, la "coalizione Giamaica" composta da Verdi, Liberali e dal CDU-CSU di Merkel, e solo nel gennaio dell'anno successivo è stato stabilito un accordo di massima per la prosecuzione della trattativa tra CDU/CSU e SPD; raggiunta a febbraio e approvata il mese successivo dagli iscritti al SPD con il 66% dei consensi, l'intesa prevede la rinuncia di M. a dicasteri quali quelli degli Esteri - affidato a Schulz, che però vi ha rinunciato - e delle Finanze. Ritenute il banco di prova della Grande coalizione tra CDU/CSU e SPD e della leadership di M., le elezioni regionali svoltesi in Baviera nell’ottobre 2018 hanno registrato una storica sconfitta del CSU, che ha ottenuto il 37,2% dei consensi (-10 punti percentuali rispetto al 2013) e un vistoso ridimensionamento del SPD (9,7%), mentre hanno riportato una netta affermazione i Verdi (17,5%, +10 punti percentuali) e l’estrema destra dell’AfD (10,2%); analoghi i risultati delle consultazioni tenutesi nello stesso mese in Assia, dove rispetto alle elezioni del 2013 il CDU è sceso dal 38,3 al 27%, il SPD dal 30,7 al 19,8%, mentre i Verdi sono passati dall'11,1% al 19,8% e l'AfD ha ricevuto il 13,1% dei consensi. A seguito degli insuccessi elettorali non si è ricandidata alla presidenza del CDU né per altri incarichi politici, subentrandole nella carica dal dicembre 2018 A. Kramp-Karrenbauer. Le elezioni europee tenutesi nel maggio 2019 hanno confermato il partito di M. come prima forza politica del Paese (28,7%), sebbene in calo rispetto alle politiche del 2017 e alle europee del 2014, seguito dai Verdi, che hanno superato il 20% raddoppiando i consensi rispetto alle europee del 2014. La successione al governo della cancelliera segnata dalle elezioni federali del settembre 2021 ha delineato un quadro incerto, con il SPD che ha raggiunto la maggioranza relativa (25,7%), la CDU-CSU  che ha ottenuto il peggior risultato di sempre (24,1%) e i Verdi che hanno raddoppiato i consensi (14,8%), pur riportando un risultato peggiore alle aspettative.

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