MANZINI, Andrea (Andrea da Firenze; Andrea di Giusto). - Nacque a Firenze tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo; del padre è noto il solo nome di battesimo, Giusto. È menzionato, insieme con Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia, fratello del pittore Tommaso (Masaccio), come garzone nella bottega di Bicci di Lorenzo all'inizio degli anni Venti del Quattrocento nei documenti dell'ospedale di S. Maria Nuova di Firenze (Andreatta).
Del 3 e del 21 ott. 1424 sono altri due saldi per un "Andrea" che "sta col Bicci", sempre riconosciuto con il Manzini.
Nel 1424 il nome del M. compare per la prima volta negli elenchi della Compagnia di S. Luca: vi sarà menzionato fino al 1447. Tra il 1426 e il 1427 lavorò con Masaccio, secondo quanto si apprende da due testimonianze.
Sebbene non sia possibile ascrivere al M. con certezza alcuna opera relativa al periodo in cui fece parte della bottega masaccesca, il suo nome è stato più volte accostato, per ragioni di carattere stilistico, a due scomparti della predella del polittico di Pisa, eseguito tra il 1426 e il 1427.
Nel 1435 il M. licenziò una pala d'altare per il convento di S. Bartolomeo delle Sacca (Prato, Museo civico).
Non senza qualche disaccordo, è ricondotta alla produzione del M. e collocata in una data molto vicina alla pala pratese anche la Madonna con il Bambino e angeli del Museo Stibbert di Firenze (Salmi, p. 121; Berenson, 1963, p. 6; Fremantle, p. 521; Berti, 1990, p. 198). Il dipinto presenta un debito nei confronti della S. Anna Metterza di Masaccio e Masolino (Firenze, Uffizi), citandone le gambe del Bambino e la disposizione degli angeli che affiancano il trono.
È datata 1436 l'Adorazione dei magi e i ss. Andrea, Giovanni Battista, Giacomo e Antonio Abate commissionata da Bernardo Serristori per la chiesa di S. Andrea a Ripalta a Figline.
Sempre nel 1436 ricevette la commissione per una Vergine con il Bambino e due santi, perduta, destinata all'altare di Madonna Lapa in S. Lucia de' Magnoli a Firenze. Il M. ricevette un compenso di 60 fiorini per la realizzazione dell'opera (Gaye, p. 211). L'anno successivo fu impegnato nell'esecuzione della Madonna della Cintola con i ss. Caterina d'Alessandria e Francesco per la chiesa di S. Margherita a Cortona (Firenze, Galleria dell'Accademia).
Plausibilmente intorno al 1437 il M. dovette anche subentrare al maestro, ormai unanimemente riconosciuto in Paolo Uccello, nella decorazione ad affresco della cappella dell'Assunta nel duomo di Prato, iniziata qualche anno prima.
In un momento cronologicamente prossimo al cantiere pratese si situano inoltre la Madonna col Bambino tra i ss. Michele Arcangelo e Giovanni Evangelista realizzata per S. Michele a Mormiano, oggi nella chiesa di S. Alessandro a Incisa Valdarno, e il S. Cristoforo affrescato in S. Michele a Carmignano che presenta elementi assimilabili allo stile della cappella dell'Assunta.
Kanter (p. 287) ha proposto di recente, in modo piuttosto persuasivo, di espungere tre opere stabilmente assestate nel corpus del M. e datate in genere al quinto decennio: la coppia di Storie di s. Silvestro (L'imperatore Costantino davanti a papa Silvestro; il Battesimo di Costantino da parte di Silvestro) conservata all'Ermitage di San Pietroburgo e il Cristo in croce fra la Vergine e i ss. Maddalena, Giovanni e Bernardo degli Uberti del Musée du Petit-Palais di Avignone. Si tratta, secondo l'ipotesi di Kanter, di tavole riconducibili a un collaboratore del Pesellino (Francesco di Stefano) o a un suo seguace, come il cosiddetto Maestro della Natività di Castello o Zanobi Machiavelli, e da collocare alla metà degli anni Cinquanta.
Milanesi (in Vasari, III, p. 55) riferisce che il M. morì il 2 dic. 1450, senza però specificare la fonte della notizia. Doveva comunque essere sicuramente morto nel 1457, quando il figlio Giusto dichiarò al Catasto di essere orfano (Gaye, p. 212).
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