BRENTA, Andrea

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)

BRENTA, Andrea

Bruno Di Porto

Nacque il 3 genn. 1813 a Varenna, presso Como, da Giacomo e Anna Maria Conca, popolani. Esperto cacciatore, praticò il contrabbando, prima di ereditare dai genitori in San Fedele d'Intelvi, ove si trasferì nel 1831 alcuni poderi e un'osteria, che affidò alla moglie. Padre di nove figli, il 19 marzo 1848, scoppiati i moti antiaustriaci in Lombardia, accorse a Como; partecipò quindi alla liberazione della zona e poi della Valtellina, rivelando spiccate attitudini alla direzione della guerriglia. Unitosi all'esercito piemontese, il 23 luglio si batté a Sommacampagna (Verona), esponendosi nella ritirata per ricuperare le vettovaglie. In agosto, peggiorata la situazione militare, seguì a ritroso le truppe regie fino ad Alessandria; raggiunti poi i volontari di Garibaldi, quando questi si sciolsero nei pressi di Varese, emigrò nel Canton Ticino, da dove effettuò frequenti puntate ai luoghi nativi per veder la famiglia e diffondere la propaganda patriottica degli esuli.

Il 24 ottobre, sceso a San Fedele, dopo aver affrontato il tenente austriaco che gli aveva perquisita la casa e molestata la moglie, disarmava, con pochi seguaci, il presidio di Argegno e sollevava la vallata contro gli Austriaci. Informato della rivolta, il generale di divisione Wohlgemuth spedì attraverso il lago di Como e fece sbarcare ad Argegno alcune centinaia di soldati, che, fermati dagli insorti appena passato il ponte di Cavarano, si rimbarcarono il 28.

Il moto della val d'Intelvi, caratterizzato per la figura e il raggio di azione del promotore, da un'impronta popolare, insieme col precedente di Chiavenna, scoppiato il 22per impulso del repubblicano F. Dolzino, fece precipitare e deviare geograficamente l'azione che Mazzini da Lugano andava preparando nella Lombardia, settentrionale in seguito al voto della Camera subalpina (21ottobre) contrario alla ripresa delle ostilità. Nei suoi piani, infatti, l'azione avrebbe dovuto cominciare qualche giorno più tardi e nelle valli bergamasche, ma il 28inviò prontamente, in aiuto delle sommosse in atto, circa 400 uomini tra emigrati lombardi, disertori ungheresi e carabinieri ticinesi, al comando dei generali D. D'Apice e A. Arcioni. Questi, tra il 28e il 30, occuparono l'intera val d'Intelvi, spingendosi verso Como, mentre il B. s'impadroniva della sponda occidentale del lago da Menaggio a Cernobbio.

Nella zona liberata si costituì un Comitato d'insurrezione, sotto la presidenza onorarla di Mazzini ed effettiva dell'avv. G. Piazzoli. Ma il dissidio tra i due comandanti venuti dal Ticino presto compromise la possibilità di sfruttare quei successi, mentre le obiettive difficoltà della situazione e i segnalati movimenti di truppe austriache resero via via più scettica e incerta la maggioranza della popolazione.

All'attacco dal lago il Wohlgemuth sostituì la penetrazione per la via dei monti, conquistando con facilità, tra il 31 ottobre e il 1º novembre, il Bisbino e altri importanti rilievi, che furono abbandonati, senza resistere dal D'Apice.

Mentre i rinforzi venuti dal Ticino si eclissavano, avvenivano sbarchi austriaci ad Argegno e Brienno; il B., tentata coi suoi valligiani la difesa della costa del San Bernardo, riparava nella valle e poi sui monti al confine svizzero, braccato dagli Austriaci, che, appena occupata San Fedele, gli avevano saccheggiata l'osteria e bruciata la casa. Con ordinanza del 14 novembre fu posta sul suo capo una taglia di 300lire e un rapporto, in data 8 dicembre, della delegazione di Como al commissario di Menaggio ne segnalava ancora la presenza nella valle.

Riparato in Svizzera, ne fu cacciato Per le pressioni di Radetzky, e si recò a Torino, da dove, alla ripresa del conflitto, nel marzo 1849, raggiunse nuovamente, d'accordo col Comitato degli emigrati lombardi, i luoghi nativi per destarvi un'insurrezione. In Como, abbandonata dagli Austriaci il 16 marzo, si formò, per impulso di G. Camozzi, un governo provvisorio, che si sciolse dopo appena due giorni per lo scarso entusiasmo popolare, le remore dei moderati e le incertezze sull'andamento della guerra. Il 27, mentre si diffondeva la notizia del disastro di Novara, l'iniziativa, passò ai più risoluti, tra cui il B., che il 29 catturò, all'albergo della Corona, il commissario austriaco venuto per ristabilire l'autorità sulla cittadina, obbligandolo a firmare un contrordine per le truppe in procinto di rioccuparla.

L'appariscente gesto del patriota fu però vano; rioccupata Como, fuggì nella sua valle, organizzandovi daccapo una banda, ma nella notte di Pasqua del 1849 fu arrestato, coi principali compagni, allosteria del Foino in Casasco.

Tradotto l'8 aprile a Como, venne fucilato il giorno 11, dopo sommario giudizio, insieme con A. Andreotti, nel luogo detto La Camerlata. Le spoglie, esumate nel febbraio 1860, furono collocate in una cappella, dove riposano con quelle di altri martiri.

Un'eco letteraria della figura del B. si coglie nel Piccolomondo antico del Fogazzaro.

Fonti e Bibl.: Relazioni autografe manoscritte nell'Archivio del Museo civico G. Garibaldi in Como dell'avv. G. B. Rosati all'avv. V. Monzini, in data 2 marzo 1884(IV, fasc. E, n. 10) e di G. Comitto alla Commissione per raccogliere i fatti del 1848-49, in data 8 febbr. 1884 (IV, fasc. E, n. 18), riguardanti l'insurrezione della val d'Intelvi. Atti relativi a tale insurrezione negli anni 1848-49, Ibid., VII, fasc. A e B. Egualmente in tale archivio si trova la notificazione a stampa dell'avvenuta fucilazione del B., in data Como 11 apr. 1849, da parte del colonnello Poppovich (VIII, fasc. C, n. 13). G. Camozzi, Cenni e docum. della guerra d'insurrezione lombarda del 1849, in Docum. della guerra santa d'Italia, I, Capolago 1849, pp. 1-144; Ediz. naz. degli scritti di G. Mazzini,Epist., XX, pp. 70, 72; C. Cantù, Como e la sua provincia, in Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, III, Milano 1858. pp. 745-1228, in particolare pp. 1153 s.; G. Ferrabini, Argegno e la Valle d'Intelvi negli anni 1848 e 1859, Milano 1860, passim;F. Venosta, Imartiri della rivoluz. lombarda, Milano 1862, pp. 430, 433, 441ss.; M. D'Ayala, Vite degli italiani benemeriti della libertà e della patria uccisi dal carnefice, Torino-Roma-Firenze 1883, pp. 97-99;P. Conti, L'insurrezione nella Valle d'Intelvi nell'ottobre 1848, Como 1896, passim; I. Regazzoni, Reminiscenze diverse, Como1898, pp. 10-15;F. Piadeni, Patriottismo comasco, Como 1916, pp. 19-21;S. Monti, Pagine di storia comasca contemporanea (1821-59), Como 1917, pp. 101 s., 146, 155, 170 ss., V. Adami, A. B. da Varenna, in Periodico della Societàstor. della provincia e antica diocesi di Como, XXV (1924), pp. 37-47; R. Molteni, A. B. Bozzetto Patriottico, Como s.d.;D. Montini, in Diz. del Risorg. nazionale, Milano 1930, II, p. 403; G. Mori, L'archivio del Museo del Risorg.G. Garibaldi in Como, Roma 1943, pp. 78 s., 95, 100; C. Svellanzon, Storia del Risorg. e dell'unitàd'Italia, VI, Milano 1959, pp. 312-320, 365, 429; P. Pieri, Storia milit. del Risorgimento, Torino 1962, pp. 352, 357 s.

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