Appiani, Andrea

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Pittore (Milano 1754 - ivi 1817), uno dei maggiori rappresentanti in Italia del gusto neoclassico. La conquista del suo linguaggio neoclassico fu personale e autonoma, frutto di una sua visione della bellezza, di un suo concetto delle necessità di uno stile. Echi settecenteschi sono ancora percepibili nelle Storie di Psiche, affrescate nella rotonda della Villa reale di Monza (1789). Il suo stile andò poi evolvendosi verso il severo classicismo della decorazione della cupola di S. Maria presso S. Celso a Milano (1792-95): impresa grandiosa, che lo pose in primo piano nell'ambiente artistico milanese. Durante la Repubblica Cisalpina e il Regno Italico, ormai raggiunta, anche per il favore di Napoleone, una grande notorietà, ebbe svariati incarichi ufficiali, e, recatosi a Parigi (1801), vi svolse una vasta attività di ritrattista alla corte. A Milano iniziava, nel 1803, una serie di ampie decorazioni (Fasti Napoleonici [ora distrutti], Apoteosi di Napoleone, numerosi altri affreschi in Palazzo reale), non tralasciando di dare, al tempo stesso, in acuti ritratti, un'immagine della società contemporanea (Ugo Foscolo, Milano, Brera; Vincenzo Monti, Roma, Gall. naz. d'arte mod.; la contessa Maria Castelbarco, Milano, coll. Castelbarco, ecc.). Nel Parnaso (Milano, Villa reale), del 1812, sua ultima opera d'impegno, il ricercato classicismo si unisce a ricordi raffaelleschi in un effetto di grande dignità.>

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