NOVELLI, Amleto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013)

NOVELLI, Amleto

Enrico Lancia

NOVELLI, Amleto. – Nacque a Bologna il 12 ottobre 1885, da Vincenzo e da Anna Pasqui.

Dopo essersi trasferito con la famiglia a Roma, rimasto orfano appena adolescente, visse con due sorelle. Appassionato di recitazione, mentre lavorava come impiegato in uffici statali, da poco superati i 20 anni frequentò diverse compagnie filodrammatiche, facendosi apprezzare per serietà professionale e versatilità.

Dotato di una buona fotogenia – occhi scuri, sguardo severo, talvolta malinconico, fisico scattante e virile – nonostante avesse un volto piuttosto triste, ottimo comunque per storie passionali e melodrammatiche, suscitò l’interesse di una delle maggiori case di produzione cinematografica del muto, la Cines, creata dalla società Alberini & Santoni, ottenendo intorno al 1908 un contratto come primo attore giovane. Subito si impose nel milieu delle star cinematografiche italiane dell’epoca, distinguendosi in ruoli drammatici, molti in costume.

Fin dai suoi esordi fu preso in considerazione da registi di talento. Mario Caserini lo volle interprete di primo piano in film come Marco Visconti, Bianca Cappello, Giovanni dalle Bande Nere, Eloquenza di un fiore, Il Cid, Cola di Rienzi, realizzati nel biennio 1908-10; in Beatrice di Tenda (1910), sempre di Caserini, fu presentato nei titoli di testa con il nome anglicizzato Anthony Novelli. Un altro grande regista suo sostenitore fin dal debutto fu Enrico Guazzoni, per il quale girò nel 1909 La nuova mammina, nel 1910 la storia sentimentale d’ambiente napoleonico Adriana di Berteaux, nota anche con il titolo di Un duello sotto l’impero, nel 1911 Agrippina, in cui impersonò l’aitante Britannicus, I Maccabei, epico racconto biblico in cui ebbe il ruolo dell’eroe assiro Giuda Maccabeo, una prima edizione di gran successo critico e di pubblico de La Gerusalemme liberata, dove fu un combattivo Tancredi, e Bruto, film ispirato al dramma di William Shakespeare, nella parte dell’eponimo. Nel fosco drammone Madame Roland (1912), Guazzoni lo utilizzò nel ruolo di Viard affiancato a Gianna Terribili Gonzales, per promuoverlo subito dopo partner della famosa Francesca Bertini in La rosa di Tebe (1912), nelle vesti del pastore Efraim di cui la bella prima attrice s’innamora irragionevolmente. Nel colossale Quo Vadis?, girato da Guazzoni nel 1912 ma distribuito nei primi mesi del 1913, fu protagonista assoluto, un magnifico Marco Vinicio. Il film, che ebbe un riscontro clamoroso e fu apprezzato anche all’estero, fu un successo personale e gli procurò notorietà internazionale. Ebbe così inizio l’era dei grandi personaggi in costume: fu un virile Marcantonio in Marcantonio e Cleopatra (1913), un assennato Giulio Cesare in Caius Julius Caesar (1914), il giovane figlio di un ufficiale napoleonico in Scuola d’eroi (1914), il collerico zar in Ivan il Terribile (1917), il valoroso crociato Tancredi in una nuova edizione de La Gerusalemme liberata(1918), il subdolo avventuriero Fulvio l’Asiatico in Fabiola (1918), tutti di Guazzoni, e un memorabile Ponzio Pilato in Christus (1916), per la regia di Giulio Antamoro.

Durante il periodo bellico, Novelli – considerato eroe serio, mai propenso a svenevoli effusioni sentimentali, un uomo vero sul quale poter contare in qualsiasi momento critico – fu uno degli attori italiani più richiesti. In quegli anni, si dedicò anche alla sua prima passione, il teatro, scritturato come attor giovane nella compagnia di Nella Montagna e nell’estate 1915 in quella di Ettore Petrolini. Guazzoni, comunque, continuò a offrirgli altre ottime occasioni come in Amica (1916), ispirato a un’opera di Giacomo Puccini, dove impersonò un orfano amato dalla nipote di un benestante agricoltore, e in Madame Tallien (1916), dal dramma Robespierre di Victorien Sardou, in cui interpretò Tallien, membro del Comitato di salute pubblica.

Già dal 1914 sul cammino professionale dell’attore si inserì il famoso Carmine Gallone che gli fece interpretare vicende appassionanti come La marcia nuziale, dal testo teatrale di Henri Bataille, dove, apparendo a fianco di prestigiose attrici come Lyda Borelli e Leda Gys, sostenne il ruolo di Gaston Morillot, il maestro di musica di cui si innamora la giovane e fragile protagonista. In seguito girò Avatar (1916), in cui fu il partner della moglie del regista, Soava Gallone, e Malombra (1917), dove impersonò Corrado Silla, ammiratore segreto della nobildonna Marina (Lyda Borelli).

Alla fine del conflitto, ritrovò Francesca Bertini in due film del 1919: Spiritismo, da una pièce di Sardou, nelle vesti di Roberto d’Artenas, spasimante della fascinosa protagonista, sotto la guida artistica di Camillo De Riso; e La piovra,dove, per la regia di Eduardo Bencivenga, ebbe il ruolo dell’ipnotizzatore Petrovich, esagerato nella mimica, manierato nelle espressioni, convulso nei movimenti, possente nella forza fisica. Fu poi il corrusco e fiero industriale Filippo Derblay in Il padrone delle ferriere (1919) di Eugenio Perego, altro grande successo, condiviso con la celebre Pina Menichelli. Ancora con Francesca Bertini e diretto da Roberto Roberti, interpretò L’ombra (1920), dal cupo romanzo di Octave Feuillet, nel ruolo di Maurizio che, scoperto il delitto della sua amata, ne diventa il vendicatore . Dopo un ruolo minore, quello di Signa de’ Caligai in Dante nella vita e nei tempi suoi, realizzato nel 1922 da Domenico Gaido in occasione del sesto centenario dantesco, fu diretto da Mario Almirante in Zingari (1921), I Foscari e Il fornaretto di Venezia, entrambi del 1923; le pellicole ebbero buona accoglienza da parte del pubblico, anche se per Il fornaretto, dove sostenne la parte di Lorenzo Barbo, ebbe critiche piuttosto negative, giudicato troppo massiccio di corporatura e non giovanissimo come il ruolo avrebbe richiesto. Sempre nel 1923, colse un ennesimo successo personale sotto la guida esperta di Augusto Genina con l’interpretazione passionale e spavalda de Il corsaro, dalle romantiche atmosfere.

Anche la moglie, Adalgisa Orlandini, era attrice.

Morì a Torino il 16 aprile 1924, colpito da improvvisa encefalite letargica sul set de La casa dei pulcini (1924), una delle prime regie di Mario Camerini.

L’ultimo suo film Marco Visconti, del commediografo-regista Aldo De Benedetti, fu presentato postumo il 28 marzo 1925, al salone Ghersi di Torino.

Nel periodo del sonoro con materiale di repertorio furono realizzati alcuni film dedicati al cinema muto, nei quali compare Novelli: Quando eravamo muti (1935), di Riccardo Cassano, e La valigia dei sogni (1953), di Luigi Comencini. Una versione sonorizzata de La Gerusalemme liberata di Enrico Guazzoni fu distribuita nel 1934.

Altri film: 1908: Passione di Cristo; 1909: L’ultimo degli Stuarts, di M. Caserini; Il conte Ugolino, di G. Di Liguoro; Brigante sardo; La campana; Don Carlos; La morte di Socrate; 1910: Il disertore, di V. Rossi Pianelli; Amore e libertà, L’Amorino, Anna di Masovia, La battaglia di Legnano, Catilina, La congiura di Piacenza, Lucrezia Borgia, tutti di M. Caserini; La bella lattaia; Il cardinale Mazzarino; Doge e Dogaressa; Il ladro di pane; Orazi e Curiazi; La serenata; Il sogno di Colombina; 1911: Antigone, Dramma alla frontiera, Gabriella di Beaulieu, I Masnadieri, Il Moro dell’Apuxarra (Il Tuxani), Napoleone a Sant’Elena, Romola, tutti di M. Caserini; Francine, di O. Gherardini; Attilio Regolo, San Sebastiano,Santa Cecilia (La martire cristiana), tutti di E. Santos; L’anello della Regina Elisabetta; Angelo tutelare; Il duca d’Atene; Fatima; Goffredo Mameli; Guido Cavalcanti; Il talismano; Virginia; 1912: Lo spione, di M. Caserini; In pasto ai leoni, di E. Santos; Nella terra che divampa, Pro patria mori, entrambi di E. Guazzoni; Suonatori ambulanti, di Gant (G. Antamoro); Dal fango, di U. Pittei; Ritratto dell’amata, di G. Lo Savio; Brigante e carabiniere; Lo chauffeur; Due astuzie in contrasto; Due vite per un cuore; Un duello sotto Richelieu; Fior d’amore e fior di morte; Malavita; Nella; Il ricatto; Il ricordo di un amore; Sotto Robespierre; Il trabocchetto punitore; Tradimento; Le ultime ore di Murat; 1913: La donna è come l’ombra,Fra uomini e belve, ambedue di Gant; La lega dei diamanti, di B. Negroni; I due macchinisti, di E. Santos; La barca nuziale; The broken vow; Il gomitolo nero; Pregiudizio crudele; Rosso vincente; La rupe del Malconsiglio; Il salto del lupo; La sirena folle; Sulla via dell’oro; La vendetta del paggio; 1914: Per l’onore, di E. Guazzoni; La moglie ingenua, Gli Scarabei d’oro,Dagli Scarabei d’oro ai Cobras, Il segreto dei Cobras,Il segreto del pazzo, tutti di E. Santos; Turbine d’odio, di C. Gallone; La principessa straniera, di M. Rava; Il dovere; Il falso cupone; Fu la sorte!...; L’Italia s’è desta (I fratelli Bandiera); 1915: Attenti alle spie!, La mano insanguinata, entrambi di E. Santos; Papà, di N. Oxilia; Per amore di Jenny; Trincea che redime; 1916: La maschera dell’amore, di I. Illuminati; 1917: La chiamavano Cosetta, di E. Perego; 1918: Trittico italiano; 1919: La figlia unica, di C. De Riso; Tutto!, di E. Fontana; Fantasia bianca, di M.A.S.P. [Alfredo Masi e Severo Pozzati]; La colpa vendica la colpa, Il cuore di Roma, La morte civile,L’onore della famiglia, tutti di E. Bencivenga; Rose di sangue; 1920: Fino alla tenebra di E. Bencivenga; Il cuore sotto il maglio, Il mulino,entrambi di C. De Riso; La casa di vetro di G. Righelli; 1921: I tre amanti, La preda, entrambi di G. Zorzi; Amore rosso, di G. Righelli; Il voto, di E. Fontana; Fantasia, di Bianca V. Camagni e T.A. Spagnol; 1922: La fornace di E. Perego; 1923: La piccola parrocchia, di M. Almirante; 1924: La congiura di San Marco, di D. Gaido.

Fonti e bibl.: A. N., in Lo Schermo, 6 ottobre 1925; R. Chiti, in Filmlexicon degli autori e delle opere, Roma 1961, pp. 1403-1405; A. Bernardini, Cinema muto italiano. Arte, divismo e mercato 1910-1914, Roma-Bari 1981, pp. 146-149; A. Bernardini - V. Martinelli, Leda Gys, Milano 1987, pp. 19, 97, 106, 112, 117 s.; V.M. [Vittorio Martinelli], in Cinema & Film, VII, Roma 1988, p. 1952; R. Redi, La Cines: storia di una casa di produzione italiana, Roma 1991, pp. 34, 48, 55; A. Bernardini, Il Cinema muto italiano - i film dei primi anni. 1905-1909, I-II, Roma-Torino 1996, pp. 235, 240, 282, 334, 348, 419; A. Bernardini - V. Martinelli, Il Cinema muto italiano - i film dei primi anni. 1910, Roma 1996, pp. 28, 32, 37, 52, 55, 57, 80, 89, 96, 102, 144, 147, 163, 210, 233, 244, 265, 285, 381; Id., Il Cinema muto italiano. I film degli anni anni d’oro. 1911, I, Roma 1995, pp. 20, 33, 36, 39, 42, 58, 159, 177, 200, 206, 221, 231, 279, 297, 306; II, ibid. 1996, pp. 7, 142, 152, 154, 196, 269; Id., Il cinema muto italiano. I film degli anni d’oro. 1912, Roma 1995, I, pp. 97, 155, 159, 163, 208, 265, 307; II, pp. 17, 18, 119, 143, 148, 173, 229, 231, 273, 274, 292; Id., Il cinema muto italiano. I film degli anni d’oro. 1913, Roma 1994, I, pp. 70, 171, 181, 242, 272; II, pp. 14, 41, 154, 175, 182, 217, 218, 220, 248, 275; Id., Il cinema muto italiano. I film degli anni d’oro. 1914, Roma 1993, I, pp. 39, 80, 142, 171, 193, 265; II, 47, 113, 209, 212, 215, 217, 268; V. Martinelli, Il cinema muto italiano. I film della grande guerra. 1915, Roma 1992, I, p. 61; II, pp. 13, 19, 79, 89, 99, 112, 261; Id., Il cinema muto italiano. I film della grande guerra. 1916, Roma 1992, I, pp. 19, 41, 97, 112; II, pp. 25, 40; Id., Il cinema muto italiano. I film della grande guerra. 1917, Roma 1991, pp. 149, 157, 172; Id., Il cinema muto italiano. I film della grande guerra. 1918, Roma 1991, pp. 72, 94, 251; Id., Il cinema muto italiano. I film del dopoguerra. 1919, II ed., Roma 1995, pp. 64, 74, 95, 108, 184, 200, 203, 214 s., 237, 255; Id., Il cinema muto italiano. I film del dopoguerra. 1920, II ed., Roma 1995, pp. 59, 88, 145, 228 s., 248, 396; Id., Il cinema muto italiano. I film degli anni Venti. 1921, II ed., Roma 1996, pp. 23, 116, 266, 336, 364; Id., Il cinema muto italiano. I film degli anni Venti. 1922-1923, II ed., Roma 1996, pp. 39, 69, 179, 197, 199, 216, 220, 272; Id., Il cinema muto italiano. I film degli anni Venti. 1924-1931, II ed., Roma 1996, pp. 18, 21, 23, 60,102; R. Redi, Cinema muto italiano (1896-1930), Venezia 1999, pp. 188-190; Francesca Bertini, a cura di G. Mingozzi - V. Martinelli, Bologna 2003, pp. 138, 150, 165, 168; A. Bernardini - V. Martinelli - M. Tortora, Enrico Guazzoni regista pittore, Cassano Jonio 2005, pp. 19, 24, 42-46, 49 s., 58, 62, 66, 70-72, 95, 110, 114, 124, 127, 130 s., 134, 138, 141, 145-148, 151 s., 154-157, 163 s., 168- 171; F.S. [Francesco Savio], in Enciclopedia dello Spettacolo, VII, pp. 1235 s.

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