Maalouf, Amin

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Scrittore e giornalista libanese (n. Beirut 1949). Lasciato il Libano per la Francia, ha scritto numerose opere di narrativa e saggistica incentrate sul tema del dialogo e del confronto tra culture diverse. Tra i suoi principali scritti vanno segnalati il saggio Les Croisades vues par les arabes (1983; trad. it. Le crociate viste dagli Arabi, 1989) e il romanzo Le Rocher de Tanios (trad. it. Col fucile del console d'Inghilterra, 1994). Dal 2011 è membro dell'Académie française.

Vita

Dopo la prima formazione, in lingua francese, presso i padri gesuiti, e gli studi universitari di economia e di sociologia, ha intrapreso la professione di giornalista, occupandosi di politica internazionale e lavorando come inviato in diversi paesi. Collaboratore del quotidiano libanese Al - Nahar, nel 1976 ha lasciato il Libano, dilaniato dalla guerra civile, per la Francia, dove è presto divenuto redattore capo di Jeune Afrique. Il successo internazionale riscosso dai suoi primi libri ha indotto M. ad abbandonare l'attività giornalistica per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.

Opere

Le sue opere, tradotte in numerose lingue, mirano a illustrare la possibile coesistenza tra le due culture (orientale e occidentale) alle quali sente di appartenere. Ha esordito con il già ricordato Les Croisades vues par les arabes, analisi di uno dei momenti cruciali del rapporto tra Oriente e Occidente visto da una prospettiva nuova e diversa, quella degli storici arabi, molti dei quali sconosciuti in Europa. Tra i suoi altri saggi  vanno citati Les identités meurtrières (1998; trad. it. L'identità, 1999), denuncia della natura "tribale" dell'odierno concetto di identità, e il più recente Le dérèglement du mond (2009; trad. it. 2009), in cui sostiene la necessità di elaborare nuovi modelli di relazioni internazionali e nuovi schemi concettuali per l'interpretazione delle diversità culturali. M. è anche autore di numerose opere di narrativa: nel 1993 ha vinto il premio Goncourt con Le Rocher de Tanios, romanzo che, partendo dal ritrovamento di un antico manoscritto, racconta vicende ambientate in un villaggio libanese nell'Ottocento; con Les échelles du Levant (1996; trad. it. Gli scali del Levante, 1997) si è aggiudicato nel 1998 i premi letterari Vittorini e Nonino; Le périple de Baldassarre (2000; trad. it. 2000) è la storia di un avventuroso viaggio alla ricerca di un libro e delle misteriose verità che esso custodisce; con Origines (2004; trad. it. 2004) si è dedicato alla ricostruzione, attraverso documenti d'archivio e personali, della storia delle generazioni precedenti della sua famiglia, un racconto familiare che diventa emblematico dei complessi rapporti tra la civiltà orientale e quella occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento. Ruota su temi autobiografici anche il più recente Les désorientés (2012; trad. it. 2013), ricostruzione corale del Levante vista attraverso gli occhi di un esule, mentre tra le sue pubblicazioni più recenti vanno citati i saggi Un fauteuil sur la Seine: Quatre siècles d'histoire de France (2016; trad. it. 2016) e Le naufrage des civilisations (2019; trad. it. 2019) e il romanzo Nos frères inattendus (2020; trad. it. 2021).

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