AMALGAMA

Enciclopedia Italiana (1929)

AMALGAMA (fr. amalgame; sp. amálgama; ted. Amalgame; ingl. amalgam)

Luigi Gennaro Calcagni

Le leghe contenenti mercurio (Hg) si chiamano amalgame. La parola si trova per la prima volta negli scritti di S. Tommaso d'Aquino, e probabilmente risale al gr. μάλαγμα (da μαλάσσω "rammollisco"). Il mercurio ha la capacità di sciogliere parecchi metalli (argento, oro, piombo, zinco, ecc.); non scioglie il ferro, il nichelio, il cobalto. I metalli alle volte formano con il mercurio composti definiti; p. es. Hg2Na, HgNa, Hg2Na3, Hg2K, HgK, ecc.

Le amalgame si ottengono in modi diversi:

1. Per diretta dissoluzione nel mercurio del metallo allo stato solido o finemente diviso, a temperatura ordinaria o più alta. In tal modo, per esempio, si preparano le amalgame di sodio, di potassio, d'argento, d'oro, ecc.

2. Trattando il metallo con un sale di mercurio; procedimento, questo che si adopera, per esempio, per l'alluminio e il rame che con cloruro di mercurio dànno le corrispondenti amalgame.

3. Elettrolizzando un sale del metallo che si vuol amalgamare con un catodo di mercurio.

4. Trattando un metallo o un suo sale, che non reagisca direttamente col mercurio, con un'altra amalgama; p. es. le amalgame di ferro, nichelio, platino, ecc. si ottengono trattando i metalli con amalgama di sodio o di zinco.

Per azione dell'amalgama di sodio su una soluzione satura di cloruro di ammonio si ottiene la cosiddetta amalgama di ammonio, massa spugnosa di splendore metallico, la quale si scompone facilmente con sviluppo di idrogeno e di ammoniaca. La formazione dell'amalgama può essere accompagnata da sviluppo o da assorbimento di calore. Secondo la quantità e la natura del metallo disciolto le amalgame possono essere liquide, solide o pastose. Quelle solide fondono, in generale, facilmente. Tutte per riscaldamento più o meno forte si decompongono, perdendo mercurio: quelle di ferro e di antimonio si decompongono spontaneamente; quelle dei metalli alcalini si alterano all'aria umida e si decompongono con l'acqua.

Qualche amalgama si trova in natura, p. es. l'amalgama (mercurio e argento) con le sue varietà, l'arquerite del Chile, la kongsbergite di Norvegia, l'auroamalgama della California e della Columbia (oro e mercurio).

In pratica si adoperano parecchie amalgame. Le lastre di zinco per le pile vengono amalgamate, per renderle meno attaccabili dagli acidi. Pare che gli oggetti di zinco amalgamati siano più resistenti all'aria. Inoltre lo zinco amalgamato si adopera per incisioni di basso e di alto rilievo (mercuriografia).

L'amalgama adoperata nella pratica dentaria è una lega di argento e stagno, che nel momento dell'uso si tritura con mercurio, essa contiene il composto Ag3Hg4. Alle volte alla suddetta amalgama si aggiunge un po' d' oro (1-8%) o un po' di platino allo scopo di farla divenire più resistente agli agenti chimici.

L'amalgama di rame si adopera come mastice metallico, per riparare oggetti di porcellana; essa contiene il 30% di rame. Quella con 30-45% di rame rammollisce col calore e si può modellare; è usata per prendere impronte. Un'altra amalgama di rame con 13,6% di mercurio si chiama oro imitazione ed è adoperata per la fabbricazione di gioielli economici.

Le amalgame d'oro e d'argento si adoperano qualche volta per l'argentatura e la doratura a fuoco.

L'amalgama di sodio si adopera come riducente in chimica organica e nella preparazione di altre amalgame. Se i componenti sono nel rapporto di 1 di sodio per 30 di mercurio, l'amalgama è cristallina; se nel rapporto di 1 a 60, è liquida.

L'argento musivo è un'amalgama costituita di 3 parti di stagno, 3 di bismuto e 1,5 di mercurio; essa serve a inargentare.

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