AZEVEDO, Aluisio

Enciclopedia Italiana (1930)

AZEVEDO, Aluisio

Carlos Magalhães de Azeredo

Romanziere brasiliano, nato a São Luiz do Maranhão nel 1858, morto a Buenos Aires nel 1913. Fu il maggiore rappresentante, nel Brasile, della scuola naturalista. Solo nel primo libro giovanile, Una lagrima di donna, mostrò di sentire ancora qualche debole eco di romanticismo. Ma già con Il mulatto iniziò l'opera sua veramente caratteristica, studiando le lotte e la sconfitta di un uomo d'ingegno, vittima del pregiudizio contro la gente di colore in una città di provincia. Subito dopo egli si trasferì a Rio de Janeiro; ed ivi un ambiente sociale molto più vasto e complesso si offerse alle sue straordinarie attitudini di osservatore e pittore di costumi. I suoi principali romanzi sono d'una tale verità, che hanno valore anche come documento storico, come testimonianza di tipi, usanze, sentimenti, che oggi in gran parte sono spariti, o son fatti assai più rari dalla moderna trasformazione di Rio de Janeiro.

Dopo i primi trionfi, allontanatosi dall'ambiente abituale, venuto a contatto, in frequenti viaggi, con gusti nuovi e diversi, ebbe la rivelazione di un'arte superiore, più alta e più comprensiva; ma era tardi ormai per tentare vie nuove. Il suo nome resta legato a tre o quattro romanzi, che, malgrado il tempo trascorso, han serbato tutta la loro freschezza e la loro forza: O mulato, Una lagrima de mulher, Mysterio de Tijuca.

Il fratello Arturo nato a São Luiz do Maranhão nel 1856, morto a Rio de Janeiro nel 1908, fu poeta delicato, novelliere elegante e soprattutto distinto commediografo, abilissimo nel ritrarre tipi di perfetta naturalezza, con un linguaggio conciso, spigliato, spiritoso. Egli tentò di restaurare, migliorandola, la tradizione letteraria di Martins Penna (v.), che fu il vero fondatore del teatro comico brasiliano. Malgrado il successo di alcune delle sue commedie, quali Il nasello, La stanza del mulino, La dote, Una vigilia di Epifania, il gusto teatrale del grosso pubblico non gli porse l'incoraggiamento di cui aveva bisogno: alla fine dovette adattarsi, per vivere, alla composizione di chiassose riviste e di facili, benché esilaranti, operette.

Bibl.: Araripe Junior, Movimento literario de 1893, Rio de Janeiro 1893; Benedicto Costa, Le roman au Brésil, Parigi 1918; M. G. Mérou, El Brasil intellectual, Rio de Janeiro 1902.

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