ALIARTO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

ALIARΤΟ (Αλίαρτος)

A. K. Andriomenou

Città della Beozia centrale, a una ventina di km da Tebe, sulle sponde del lago Copaide. Il centro antico si estende subito a O dell'attuale villaggio di Haliartos ed è racchiuso da una cinta di mura degli inizî del IV sec. a.C., messa recentemente in luce per alcuni tratti.

La prima fondazione dell'insediamento, risalente a epoca premicenea (a un periodo, cioè, contemporaneo a Orchomenòs), si trovava in una posizione che consentiva il controllo delle vie di comunicazione tra la Grecia settentrionale e quella meridionale. Già nota a Omero (II., II, 503), che la ricorda assieme a Coronea, A. è tra le prime città che coniarono monete in argento con lo scudo beotico, emblema della Lega Beotica (VI sec. a.C.). Dal 447 al 387 e dal 371 al 338 a.C., la città, assieme a Coronea e a Livadia, costituisce uno degli undici distretti indipendenti della Lega dei Beoti e invia ogni tre anni un boiòtarchos. Nel 395, nelle fasi iniziali della guerra di Corinto, Lisandro, che comandava l'esercito spartano contro i Beoti, fu ucciso fuori delle mura di Aliarto. Nella guerra di Perseo contro i Romani A. prese le parti del re greco, e di conseguenza il pretore C. Lucrezio distrusse la città e le sue mura, ne massacrò la guarnigione e vendette come schiavi duemilacinquecento aliartei (Liv., xlii, 63; Pol., xxx, 18-18a; Strab., IX, 411). Il territorio di A. fu assegnato ad Atene che vi inviò dei cleruchi, ma la città non venne mai ricostruita.

A Ν della città antica e precisamente sulla sponda meridionale di quello che nell'antichità era il lago Copaide, si innalza la bassa collina dell'acropoli di Α., con le mura micenee nel punto più elevato; se ne conservano in buone condizioni i settori meridionale e occidentale. Nel VI sec. a.C. si datano tratti di un muro in tecnica poligonale, mentre il muro dell'acropoli in opera isodoma si colloca intorno al 400 a.C. Sulle pendici meridionali dell'acropoli e all'angolo SE sono i resti di due torri.

Nel corso degli scavi condotti dalla Scuola Britannica sulla vetta dell'acropoli (1926-1930) venne scoperto un piccolo santuario, costituito da un peribolo in opera poligonale che racchiudeva un piccolo tempio a pianta allungata, distilo, in antis (18 X 7,10 m), dedicato ad Atena, costruito forse sui resti di un analogo edificio di data più antica. Il tempio fu edificato verso la metà del VI sec. a.C. e il culto continuò fino al periodo ellenistico, come mostrano i numerosi vasi, le lucerne e le statuine rinvenuti in una stipe ai piedi del muro O del recinto. Subito a S del santuario venne messa in luce una sala ipostila di pianta allungata (21 X 8,90 m), in opera poligonale con fila di colonne sull'asse N-S e ingressi sul lato lungo orientale.

Gli scavi condotti dall'Eforia della Beozia negli ultimi venti anni hanno portato alla luce altri resti della città antica. Al di fuori dell'angolo SE delle mura della città sono state rinvenute tombe del III e del II sec. a.C., e un recinto funerario monumentale. Ampi tratti delle mura della città bassa, individuati lungo la vecchia strada statale Tebe-Livadia, si conservano in due serie di strutture, dell'altezza totale di m 1,20 e della larghezza di m 1,10, fondate sulla roccia calcarea naturale. I blocchi in calcare in cui sono costruite hanno subito diversi tagli e nei vuoti tra di essi sono inserite zeppe di piccole pietre.

L'Eforia ha scavato, inoltre, nello scorso triennio, case di età classica e ellenistica, altri edifici della città bassa e una tomba a cista di bambino del Medio Geometrico. Sono state rinvenute anche quattro grandi iscrizioni di notevole importanza, molte monete, vasi frammentari, statuine, piccoli oggetti e altro.

Bibl.: F. Bölte in RE, VII, 1912, cc. 2241-2244, s.v. Haliartos; R. P. Austin, in BSA, XXVII, 1925-26, pp. 81-91, 268-270; XXVIII, 1926-27, pp. 128-140; XXXII, 1931-32, pp. 180-212; R. Hope Simpson, A Gazetteer and Atlas of Mycenaean Sites, Londra 1965, p. 119, n. 409; Ν. Pharaklas, in AEphem, 1967, Chron., pp. 20-29; A. K. Andriomenou, in AEphem, 1976, Chron., pp. 17-20; P. Roesch, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1976, p. 374 s., s.v. Haliartos; P. W. Wallace, Strabo's Description of Boiotia. A Commentary, Heidelberg 1979, pp. 117-119; N. Papachatzis, Παυσανιου Ελλάδος Περιηγησις, V, Atene 1981, pp. 203-211; J. Fossey, Topography and Population of Ancient Boiotia, Chicago 1988, pp. 301-308.