SIDNEY, Algernon

Enciclopedia Italiana (1936)

SIDNEY, Algernon

Florence M. G. Higham

Uomo politico inglese, nato nel 1622, secondo figlio di Roberto conte di Leicester. Allo scoppio della ribellione irlandese del 1641, a S. fu affidato uno squadrone di cavalleria. Nel 1643 ritornò in Inghilterra, ma fu mandato sotto sorveglianza al parlamento; e l'anno dopo prese le armi contro il re, fungendo da capitano nel reggimento di cavalleria del conte di Manchester. Combatté alla battaglia di Marston Moor. Nel 1647 ritornò in Irlanda, dove suo fratello, lord Lisle, era stato nominato generale delle forze irlandesi, mentre egli fu fatto luogotenente generale della cavalleria e governatore di Dublino. Ma il parlamento annullò tale nomina e S. dovette accontentarsi della nomina a governatore di Dover. Egli fu scelto a giudice nel processo di Carlo I, ma non vi prese parte, ritenendo che la costituzione della corte di giustizia fosse illegale, e propose che il re fosse deposto con un decreto fatto di comune accordo da ambedue le camere.

Era ispirato più da ideali di giustizia astratta e di libertà civile "assai più facili a realizzare sotto un regime repubblicano" che da fervore religioso, di cui era privo. Col passare degli anni egli si modellò di proposito sull'esempio di Marco Bruto, e il suo odio per qualsiasi forma di tirannia era tale che, per quanto egli facesse parte del Consiglio di stato, se ne ritirò nel 1653, quando Cromwell fu dichiarato protettore. E soltanto dopo che Cromwell ebbe abdicato egli accettò di far parte di nuovo del Consiglio.

Nel 1659 fu mandato ad Elsinore per negoziarvi come mediatore la pace tra la Svezia e la Danimarca, e se ne stava occupando quando avvenne la Restaurazione. S. fu consigliato a non tornare in Inghilterra ed egli soffrì crudamente per questo esilio imposto dalla sicurezza dello stato. Recatosi a Roma nell'autunno del 1660, vi passò quelli che furono probabilmente i tre anni più felici della sua vita, scrivendo al padre deliziose cronache della sua esistenza, ravvivate da schizzi di cardinali. Alla fine del 1663 cercò, senza successo, di ottenere una carica militare in Ungheria per l'estate seguente. Per l'Inghilterra rimase una figura sospetta e fu persino preparato un progetto per assassinarlo. Visse in Francia sino al 1677, quando alla morte del padre poté tornare in Inghilterra. Era naturale che dopo un soggiorno così lungo in Francia egli non potesse provare ostilità per questo paese, quell'ostilità che animava i suoi amici whigs. Poiché i suoi interessi si concentravano interamente su questioni di libertà civile, non seppe vedere quale pericolo per l'Europa fosse l'irresistibile ambizione di Luigi. Perciò egli mantenne relazioni cordiali con l'ambasciatore francese, ma pur tuttavia è a suo discredito il fatto che, secondo Barillon, egli ricevette un dono di 1000 ghinee. S. non fu eletto nel parlamento, dopo il suo ritorno in Inghilterra, per l'opposizione della corte, ma esercitò un influsso considerevole dietro le quinte. Nelle incerte giornate del 1680, la presenza in Inghilterra di repubblicani convinti come Wildman e S. sembrò una sfida alla sicurezza e sembrò dovesse giustificare la formazione di un'associazione con lo scopo di vendicare qualsiasi attacco fatto al re.

Quando realmente avvenne la cospirazione di Rye House nel 1683, S. inevitabilmente fu implicato nelle accuse rivolte da Howard ai whigs. Come Russell, egli era colpevole di aver parlato vagamente d'insurrezione; e si può dire a difesa del governo, che in un certo senso egli era l'uomo più pericoloso che vivesse nella Gran Bretagna. Fu accusato di tradimento davanti alla corte di giustizia del re il 7 novembre 1683. Il vero processo fu palesemente illegale. Un trattato di S. sul governo, scritto in risposta al Patriarcha di Filmer, come egli poté dimostrare, fu prodotto come una testimonianza a suo sfavore. Per il resto non fu provato nulla, ma la sentenza fu approvata: e poiché non ebbe esito un appello al re, S. dovette accontentarsi di scrivere una lunga "giustificazione" e fu mandato a morte a Tower Hill in dicembre.

I Discorsi sul Governo furono stampati per la prima volta nel 1698, ma se ne ebbero altre edizioni nel 1763 e 1773. Certe sentenze, come "dipendere dalla volontà di un uomo è essere in schiavitù", "il re non fu mai padrone della terra", "ciò che non è giusto non è legge, e a ciò che non è legge non si dovrebbe obbedire", e "il potere coercitivo della legge dipende dall'autorità del parlamento" ne indicano la natura e spiegano il timore che S. destò nella dinastia degli Stuardi.

Bibl.: A. Collins, Letters and Memorial of State, Londra 1746; Discourses concerning Government, a cura di Algernon Sidney, con le Lettere, il Processo, la Difesa ed alcuni Ricordi della sua vita, Londra 1763.

TAG

Gran bretagna

Inghilterra

Danimarca

Ungheria

Dublino