NIGEFORO, Alfredo

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

NIGEFORO, Alfredo


Statistico, criminalista e psicologo, nato a Castiglione di Sicilia (Catania) il 23 gennaio 1876. Ha insegnato criminologia e antropologia nelle università di Losanna (1901-03) e Bruxelles (1903-06), sociologia alla Sorbona (1919-20) e statistica nella università di Napoli (dal 1920) e in quella di Roma (dal 1931), dove, dal 1911, è anche incaricato di criminologia presso la Scuola di perfezionamento della facoltà giuridica. È stato esperto della S. d. N. ed è socio nazionale dei Lincei e presidente della Società italiana di antropologia e criminologia.

Le sue numerose indagini, sempre originali ed acutissime. che investono la criminologia, la sociologia, la statistica metodologica e demografica, nonché la psicologia, lo hanno reso ben noto anche all'estero.

Fra le sue opere ricordiamo: Les classes pauvres, ecc., Parigi 1905 (ed. ital. ampliata, Milano 1908; ed. ted., Lipsia 1910); Forza e ricchezza, Torino 1906 (ed. spagn., 1907); L'enquête judiciaire scientifique, Parigi 1907 (ed. ted., Berlino 1909); La misura della vita, Torino 1919 (poi ristampata col titolo Il metodo statistico, teorie e applicazioni alle scienze e all'arte, Messina 1923, 3a ed. 1932, ed. franc., Parigi 1925); Les indices numériques de la civilisation et du progrès, Parigi 1921 (ed. ted., Lipsia 1930); Lezioni di demografia, Napoli 1922 (2a ed. 1924); La race et le cancer, Ginevra 1926 (ed. Società delle Nazioni); Le statistiche internazionali della mortalità per tubercolosi, Roma 1929; Introduzione allo studio della statistica economica, Messina 1934 (2a ed., Roma 1943); Indagine sulle abitazioni al 31 aprile in Italia, Roma 1936 (Istituto centrale di statistica); Criminologia, 2 voll., Milano 1941-43 (in rist. 2a ed. ampliata). Ha scritto inoltre Le génie de l'argot (Parigi 1912) e varie memorie sullo studio sociologico e biologico del linguaggio in Revue de l'Institut de sociologie, Bruxelles 1928 segg.; e, più recentemente, numerosi saggi sulla psicologia dell'Io profondo in Rivista di psicologia, 1932, 1937, 1939, 1947 e in La scuola positiva, 1947 e 1948, trattando in particolare del meccanismo con cui gli oscuri istinti egoistici e antisociali cercano di venire alla superficie, trasformandosi, e dei processi seguiti dagli uomini per giustificarsi di fronte a sé stessi e per consolarsi delle sofferenze patite.