VESPIGNANI, Alfonso Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 99 (2020)

VESPIGNANI, Alfonso Maria

Stefania Zanardi

– Nacque a Imola il 19 dicembre 1825 da Lorenzo Vespignani e da Teresa Ricciardelli.

Lo zio paterno don Luigi fu docente di dommatica, mentre lo zio materno Domenico esercitò la professione di medico a Fusignano, in provincia di Ravenna. I fratelli di Alfonso Maria si distinsero nel sacerdozio (don Francesco Saverio), nelle arti liberali e nell’attività dell’ebanisteria (Raffaele).

Alfonso Maria, appassionato di letteratura fin dall’infanzia, maturò la decisione di intraprendere la via sacerdotale grazie all’esempio dello zio paterno a cui era fortemente legato. Studiò teologia e frequentò come allievo esterno il seminario della città di Imola, il cui vescovo era Giovanni Maria Mastai Ferretti, futuro Pio IX. Il 1° luglio 1849 fu ordinato sacerdote e, dal 1852, per circa quarant’anni insegnò filosofia presso il seminario vescovile della città natale. Accanito sostenitore della filosofia scolastica, fu membro dell’Accademia filosofico-medica di S. Tommaso d’Aquino costituita a Bologna, il 7 marzo 1874, a opera di Alfonso Travaglini e Giovanni Maria Cornoldi, e uno dei primi dieci membri italiani nominati all’Accademia romana di S. Tommaso, fondata il 15 ottobre 1879 da Leone XIII. Rivestì tutte le cariche della curia diocesana fino a quando, il 1° giugno 1888, lo stesso Leone XIII lo preconizzò vescovo di Cesena.

Negli anni del suo episcopato, osservando attentamente l’enciclica papale Rerum novarum «intorno alla condizione operaia» (15 maggio 1891), Vespignani favorì l’Istituto Artigianelli di S. Giuseppe di don Giuseppe Lugaresi, gli istituti della Provvidenza e della Sacra Famiglia, la Società di S. Camillo de Lellis per i poveri infermi, il Ricovero dei ricchi abbandonati, la Pia Associazione dell’infanzia derelitta. Cooperò, inoltre, alla promozione dell’istituzione dell’Opera dei Tabernacoli fondata dalle nobildonne cattoliche di Cesena.

Rigoroso studioso del pensiero dell’Aquinate, i suoi scritti filosofici entrarono nel vivo della polemica rosminiana che aveva caratterizzato i primi sviluppi del neotomismo in Italia. Nel 1860 pubblicò a Imola il suo primo lavoro: un opuscolo sulla questione degli universali in difesa del tomismo contro il rosminianesimo a cui, tre anni dopo, rispose polemicamente un certo D.A.M.V. (Bologna 1863) e a cui, a sua volta, replicò nuovamente Vespignani con la pubblicazione di sei lettere apologetiche: Sul saggio della teorica degli universali secondo i principi di S. Tommaso; lettere apologetiche dell’autore (Imola 1867). Nel frattempo la polemica antirosminiana fu ulteriormente sviluppata nello scritto L’esemplarismo divino. Saggio teoretico scolastico (Imola 1866) dove, in antitesi alla dottrina rosminiana, veniva esaltato l’esemplarismo divino della teoria tomistica quale fonte per spiegare tutto l’ordine reale e ideale. A esso seguirono, vent’anni dopo, le Due memorie relative alla questione circa l’origine dell’anima umana, con una terza sulla mente di S. Tommaso intorno al concepimento di Maria SS. (Bologna 1886) e l’opuscolo Della materia prima (Bologna 1887) che era stato presentato come una sorta di introduzione a un trattato sulla vita che non fu poi realizzato. Nello stesso periodo Vespignani pubblicò l’ampia opera (circa mille pagine) Il rosminianesimo ed il lume dell’intelletto umano (Bologna 1887) volta a sostenere la dottrina di Tommaso intorno all’origine dell’anima umana in contrapposizione a quella rosminiana. Due anni dopo difese il decreto Post obitum del S. Uffizio (decreto datato 14 dicembre 1887, comunicato poi alle diocesi in data 7 marzo 1888), che aveva condannato le quaranta proposizioni estratte dalle opere rosminiane in quanto dichiarate «poco consone alla fede cattolica» (Ragioni vere della condanna fatta dal S. Uffizio delle XL proposizioni di Antonio Rosmini, in risposta ai cavilli del teologo F.C.D., Rocca S. Casciano 1889). Su questa linea, tre anni più tardi, Vespignani diede alle stampe quella che viene considerata la sintesi di quanto egli aveva affrontato nei lavori precedenti: Dell’intelletto agente e dell’intelletto possibile. Trattatello teoretico scolastico (Parma 1892), laddove venivano ravvisate le differenze radicali tra la concezione tomistica e l’ideologia rosminiana contraria ai punti cardini del tomismo quali il valore gnoseologico della sensazione, la dottrina dell’astrazione e dell’intelletto agente per la formazione dei concetti universali, la distinzione della potenza dall’atto come spiegazione del divenire, le analogicità della nozione di essere per legittimare la coesistenza del finito e dell’infinito, nonché la dimostrazione a posteriori dell’esistenza di Dio. In quest’opera, più che mai, Vespignani dimostrò di avere padronanza dei testi dell’Angelico e di essere uno dei suoi più fedeli interpreti tanto da aver ricevuto, in data 2 ottobre 1892, una lettera di elogi e apprezzamenti da Leone XIII. Sette anni dopo diede alla luce un testo filosofico in latino di critica al liberalismo: In liberalismum universum doctore Angelico duce et Leone PP. XIII trutina: ad penitiorem cleri christianique populi doctrinam (Gatteo 1899). Morì a Cesena l’11 febbraio 1904.

Opere. Oltre ai lavori prettamente filosofici Vespignani compose anche molti scritti pastorali: Lettera pastorale per la Quaresima 1889, Cesena 1889; Lettera pastorale per la Quaresima 1890, Cesena 1890; Discorso per l’inaugurazione della pia società a prò degli infermi e morenti, Cesena 1891; Lettera pastorale sulla «Rerum Novarum», Cesena 1891; Il secolo decimonono e la sua apostasia da Cristo Dio: lettera pastorale per la Quaresima 1891, Cesena 1891; Lettera pastorale per le feste centenarie di S. Luigi nella Chiesa di S. Agostino, Cesena 1891; Praescriptiones pro concursibus agendis, con annessi regolamenti, Gatteo 1892; Il ricco e il povero, il padrone e l’operaio etc.: lettera pastorale per la Quaresima 1892, Cesena 1892; De divini verbi praedicatione, constitutio pro-synodalis, Cesena 1893; De Sanctissimo Sacramento Eucharistiae, constitutio pro-synodalis, Cesena 1893; Lettera pastorale per il IV centenario della manifestazione prodigiosa del SS. Crocifisso di Longiano, Gatteo 1893; Lettera pastorale per la Quaresima 1893, Cesena 1893; Sul matrimonio cristiano: lettera pastorale per la Quaresima 1894, Cesena 1894; La Risurrezione di Gesù Cristo arra del trionfo della Chiesa: omelia di Pasqua 1894, Imola 1894; Sul metodo ammodernato di predicazione: lettera pastorale al clero di Cesena, Imola 1894; Sulla parola divina: lettera pastorale per la Quaresima 1895, Cesena 1895; De Fide, institutio, Gatteo 1895; La restaurazione della vita cristiana medicina e salute alla società ammodernata: lettera pastorale per la Quaresima 1896, Cesena 1896; Due grandi nemici della società cristiana: massoneria e liberalismo, insidie ed errori: lettera pastorale per la Quaresima 1897, Cesena 1897; Omelia letta a Cesenatico per le feste centenarie della Madonna del Rosario, Gatteo 1898; L’azione cattolica. Lettera pastorale per la Quaresima 1899, Cesena 1899; Lettera pastorale per la morte di Pio VI, Cesena 1899; Il Papa e il Cattolico: lettera pastorale per la Quaresima 1900, Cesena 1900; Obbedienza ossequio amore, doveri di ogni buon cattolico verso il Papa: lettera pastorale per la Quaresima 1901, Cesena 1901; A Gesù Redentore omaggio e riparazione: lettera pastorale, 8 dicembre 1900, Cesena 1901; Il giubileo alla diocesi di Cesena: lettera pastorale 1901, Cesena 1901; Intorno alla azione cattolica e democrazia cristiana. Lettera pastorale del 6 giugno 1902, Cesena 1902; Il Sacerdozio cattolico e la propagazione della Fede e Civiltà Cristiana. Lettera pastorale per la Quaresima del 1902, Cesena 1902; Azione Cattolica e Popolare Cristiana. Lettera pastorale per la Quaresima del 1903, Cesena 1903; Lettera di Monsignor Vescovo di Cesena ai dilettissimi Chierici, Cesena 1903; La società moderna, essendo stata consacrata e laicizzata dal dominante liberalismo, è giocoforza restaurarla e ribattezzarla in Cristo. Lettera pastorale per la Quaresima del 1904, Cesena 1904.

Fonti e Bibl.: Forlì, Archivio comunale, Fondo Piancastelli; Cesena, Biblioteca della Abbazia S. Maria del Monte, dove sono conservati anche manoscritti di carattere pastorale e occasionale; A. Golfieri, Mons. A.M. V. vescovo di Cesena. Memoria quivi letta nella cattedrale li 10 marzo 1904 per le rinnovate esequie del trentesimo giorno dal vescovo di Città di Castello, Cesena 1904.

Saggi sulla rinascita del tomismo nel secolo XIX, Città del Vaticano 1974 (in partic. V. Pagliarini, Il tomista imolese mons. A.M. V. vescovo di Cesena e i suoi scritti pastorali, pp. 359-381; L. Fioravanti, La critica di mons. A.M. V. al rosminianesimo, pp. 382-399); Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, VIII, a cura di R. Ritzler - P. Sefrin, Patavii 1978, p. 168; L. Malusa, Neotomismo e intransigentismo cattolico. Il contributo di Giovanni Maria Cornoldi per la rinascita del tomismo, I, Milano 1986, pp. 382, 394; Storia della Chiesa di Cesena, a cura di M. Mengozzi, I, 2, Cesena 1998 (in partic. G. Maroni, I tempi della Rerum novarum, pp. 250-263; Id., L’esordio del nuovo secolo, pp. 275-288).

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