Piccolòmini, Alessandro

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Letterato (Siena 1508 - ivi 1578). Ammesso giovanissimo nell'Accademia degli Intronati, intorno al 1540 fu a Padova, dove tenne un corso di filosofia morale da cui trasse argomento per il trattato Della istituzione di tutta la vita dell'uomo nato nobile e in città libera (1542). Dopo soggiorni a Bologna e a Roma tornò a Siena, dove ricevette nel 1555 gli ordini sacri; nel 1574 fu nominato arcivescovo di Patrasso e coadiutore dell'arcivescovo di Siena. Autore di due commedie (L'amor costante, 1536; Alessandro, 1544) e di sonetti, per lo più d'ispirazione petrarchesca (Cento sonetti, 1549), pubblicò nel 1539 il vivace Dialogo della bella creanza delle donne, noto anche come La Raffaella. Tradusse Virgilio, Senofonte, Ovidio e Aristotele; le sue Annotazioni nel libro della Poetica d'Aristotele (1575) ebbero una certa influenza sui trattatisti successivi. Dei suoi vasti interessi scientifici e filosofici testimoniano, oltre ad alcuni trattati divulgativi (L'instrumento della filosofia, 1551; La prima parte della filosofia naturale, 1551, seguita nel 1560 da una Seconda parte), le sue opere di astronomia; una di esse, Delle stelle fisse, pubblicata nel 1540 insieme con il trattato Della sfera del mondo, contiene carte celesti e una classificazione alfabetica delle stelle secondo le lettere latine.

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