NANI, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 77 (2012)

NANI, Alessandro

Stefano L'Occaso

– Nacque da Bernardino e da tale Speciosa verso il 1563, come si evince da un atto di divisione dei beni con il fratello Federico, del 16 giugno 1608, in cui è detto «aetatis annorum 45» (Arch. di Stato di Mantova, Notarile, Ottavio Giovenardi, b. 4905).

Nani ereditò la professione del padre, ricordato dall’architetto Pompeo Pedemonte in una lettera del 1575 come «il miglior M.ro di Mantova» (G. Campori, Lettere artistiche inedite, Modena 1866, p. 60); fu probabilmente suo parente quel Sebastiano Nani che esercitò da scultore a Cremona – dove a lungo operò nel cantiere del duomo – e a Lodi, nel cui duomo lasciò il Monumento di Lancillotto Vistarini.

La carriera di Nani si svolse principalmente presso la corte di Mantova, almeno dal 1599 (Berzaghi, 2012); nel 1601 fu qualificato come tagliapietre ducale (Pastore, 1984) e nel 1602 ebbe l’appellativo di «nostro lapidario» dal duca Vincenzo I Gonzaga, che lo inviò in Monferrato alla ricerca di giacimenti minerari (Bertolotti, 1889). Attorno al 1600 il duca lo coinvolse nella realizzazione della cripta della chiesa di S. Andrea, destinata ad accogliere un grande mausoleo di famiglia, composto di statue e busti dei signori di Mantova e delle loro consorti. Le opere dello scultore documentate e di un certo rilievo sono quattro, la prima delle quali già nota agli studi. Nel 1610 fu incaricato di eseguire il Monumento funebre di Ludovico Ariosto, da parte dell’omonimo nipote del poeta; l’impegnativa opera, eseguita su disegno dell’architetto Giovanni Battista Aleotti, detto l’Argenta, mentre l’umanista Battista Guarino dettò una delle iscrizioni, fu concepita come un cenotafio a parete, di carattere prettamente architettonico; in una nicchia è il busto di Ludovico Ariosto e sulla cimasa le figure allegoriche della Fama e della Poesia. Terminata nel 1612, fu posta nella chiesa di S. Benedetto a Ferrara (Guarini, 1621; Cittadella, 1868; Giovannucci Vigi, 2004), e poi trasferita nel 1801 nel palazzo del Paradiso, sede della Biblioteca comunale Ariostea. Il 27 settembre 1611 Nani stipulò a Mantova una convenzione con Alessandro Gonzaga di Novellara (Arch. di Stato di Mantova, Notarile, VincenzoAtti, b. 1481 ter) per l’esecuzione di alcuni camini in marmo rosso su disegno di Francesco Borgani, nel palazzo mantovano del nobiluomo, corrispondente alla palazzina Dalla Valleoggi annessa al palazzo d’Arco (Berzaghi, 2012). I meriti dello scultore emergono particolarmente nell’altare della cappella di S. Felicita nella chiesa di S. Maurizio a Mantova, realizzato per la marchesa Felicita Guerrieri Gonzaga sulla base di accordi presi il 3 giugno 1617 (Arch. di Stato di Mantova, Notarile, Giovanni Battista Bignami, b. 2162 quater). Nani adoperò marmi policromi tratti dalle cave del Veronese e della Val Camonica per scolpire un elaborato altare il cui progetto fu redatto da Antonio Maria Viani, allora prefetto delle fabbriche gonzaghesche. La fastosa cornice marmorea accoglieva una pala d’altare dipinta da Lorenzo Garbieri, ora sostituita da una copia neoclassica di Antonio Ruggeri. È ragionevole riferire a Nani anche l’antistante e identico altare dell’Annunziata, che ospita una pala di quel soggetto riferita a Menghino del Brizio (Domenico Degli Ambrogi). Il 29 giugno 1621 s’impegnò a realizzare entro quindici mesi i marmi per la cappella del Rosario in S. Domenico a Mantova, su disegno dell’architetto valtellinese Nicolò Sebregondi (Ibid., Notarile, Giovanni Bellini, b. 1904); il lavoro fu saldato il 13 febbraio 1623 (ibid., b. 1905).

Nel 1763 la cappella destò l’ammirazione di Giovanni Cadioli: «tutta marmo da capo a fondo, lavorato d’ordine dorico, d’un buonissimo altare pure di marmo, ricco di fregi, e graziosi puttini, adorna, con due contorni alle porte, che vi sono, una per parte, nel corpo di essa, egregiamente condotti, è dedicata alla Ss. Vergine del Rosario. E tanto la statua della Vergine, quanto i suddetti puttini sono pregiata opera dell’eccellente Scultore Alessandro Algardi, Bolognese» (G. Cadioli, Descrizione dellepitture, sculture, ed architetture, che si osservano, nella città di Mantova, e ne’ suoi contorni, Mantova 1763, p. 112). La cappella fu quindi completata con l’inserimento di alcuni pezzi dello scultore bolognese, all’interno di una cornice elaborata da Nani. Nel 1768, in occasione del rifacimento della chiesa, il complesso fu distrutto e i marmi di Nani e le sculture di Algardi andarono dispersi.

Attorno a questo nucleo di opere, esistenti o perdute, Berzaghi (2012) ha ricostruito con ampiezza l’attività di Nani, il maggior scultore attivo stabilmente a Mantova nel primo trentennio del Seicento. Nel 1610 scolpì un perduto stemma marmoreo per Alessandro Striggi, allora segretario ducale e noto come librettista di Claudio Monteverdi. Qualche anno dopo probabilmente operò di nuovo per Felicita Guerrieri Gonzaga, realizzando nel 1626 l’elegante Monumento funebre LuigiGuerrieri Gonzaga, suo figlio, morto a trentacinque anni combattendo i Turchi.

Sopra le targhe, dalla cornice a linea spezzata, si trovano, contornati da una corona di alloro, da un lato il busto del defunto, dall’altro il suo stemma, col collare dell’Ordine del Redentore e la corona marchionale, ulteriormente sottolineati da mensole di marmo nero che li inquadrano in corrispondenza delle lesene sostenenti l’arco; festoni di marmo bianco finemente lavorati ornano, con protomi, le mensole, con un cherubino al sommo dell’arco.

Berzaghi restituisce a Nani due importanti sepolcri del primo Seicento, assai simili per lavorazione e apparentati dal gusto tardo-manierista ‘auricolare’ e internazionale che gli fa supporre che entrambi nascano da due invenzioni di Antonio Maria Viani. Il primo di questi monumenti, databile attorno al 1606, è il Mausoleo di Ferrante Gonzaga che si trova nella cappella dedicata alla S. Croce nella chiesa dei Ss. Fabiano e Sebastiano di San Martino dall’Argine, tra i più sontuosi nel Mantovano per imponenza, varietà di marmi e sculture; il busto del defunto è posto nel fastigio del monumento, che presenta al centro un’urna di marmo nero adorna di festoni bianchi, al centro di un timpano spezzato su cui siedono due putti alati; in basso, sotto la nera epigrafe, è un largo bassorilievo con un trofeo di armi finemente lavorato. Il secondo è un monumento pensile realizzato per il marchese Cesare Turchi (morto nel 1622) e posto presso la cantoria, sulla parete destra della chiesa delle Stimmate a Ferrara; è lavorato con marmi policromi, tra i quali predomina il nero, scolpiti con notevole perizia.

Sembra riconducibile alla bottega di Nani anche la scultura architettonica che occupa una parte importante della facciata della chiesa mantovana di S. Orsola, eretta da Antonio Maria Viani per Margherita Gonzaga, vedova di Alfonso II d’Este, già duchessa di Ferrara, costruita a partire dal 1608 e consacrata nel 1613. La lavorazione è qualificata da eleganti semicolonne corinzie su alti basamenti, cornice a modiglioni, nicchie in edicole marmoree.

Nani fece testamento il 10 maggio 1630 (Arch. di Stato di Mantova, Notarile, Ludovico Vertua, b. 9541 bis), mentre a Mantova infuriava la peste. Chiese di essere sepolto nella chiesa cittadina di S. Barnaba, legò i suoi strumenti di lavoro al nipote Francesco e nominò erede universale la figlia Lucia. La mancanza di successive sue attestazioni in vita lascia credere che sia morto di lì a breve, in quella città.

Fonti e Bibl.: Oltre alle fonti documentarie citate nel testo si vedano: M.A. Guarini, Compendio historico..., Ferrara 1621, p. 65; L.N. Cittadella, Documenti e illustrazioni risguardanti la storia artistica ferrarese, Ferrara 1868, pp. 215-219; A. Bertolotti, Le arti minori alla corte di Mantova..., Milano 1889, p. 80; G. Pastore, Anton Maria Viani..., in Civiltà mantovana, n.s., V (1984), p. 62; B. Giovannucci Vigi, Scultura e scultori a Ferrara 1598-1796, Ferrara 2004, pp. 39 s.; R. Berzaghi, Scultura nell’età di Antonio Maria Viani..., in Aldebaran, a cura di S. Marinelli, Venezia 2012, pp. 127-162.