TARABINI, Alessandro Marcellino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

TARABINI, Alessandro Marcellino

Andrea Rossi

– Nacque a Cosio Valtellino (Sondrio) il 15 settembre 1894 da una famiglia benestante di commercianti.

Diplomato maestro elementare e perito industriale, fu volontario nella guerra del 1915-18; nel novembre del 1919 si iscrisse al Partito nazionale fascista (PNF) e partecipò alla marcia su Roma (28 ottobre 1922). Proseguì la sua carriera politica prima a Como, dove fu segretario federale della città dal 1924 al 1929, e successivamente a Roma, dove fu membro della Camera dei deputati dal 1929 al 1943. Ebbe ruoli gerarchici all’interno della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN): console comandante della 16ª legione camicie nere di Como dal 1923 al 1930, del 3° e del 5° raggruppamento camicie nere fra il il 1930 e il 1933, e infine, assieme alla promozione a console generale della Milizia nel 1934, comandante del raggruppamento camicie nere Sardegna. Nel 1935 divenne ispettore generale dell’istruzione premilitare della MVSN.

In contemporanea alla carriera all’interno delle strutture del regime fascista, Alessandro Tarabini assunse incarichi pubblici di rilievo nazionale: dal 1937 al 1943 fu presidente dell’Unione italiana tiro a segno, mentre nel 1933-34, su indicazione della segreteria nazionale del PNF, divenne commissario straordinario del Genoa calcio, in un’annata contraddistinta dalla retrocessione in serie B della squadra ligure; Tarabini, senza esperienza precedente nel settore sportivo, si mise comunque in luce per i metodi organizzativi militareschi e oppressivi nei confronti dei giocatori. Nel 1941, assieme alla nomina di Aldo Vidussoni come segretario del PNF, divenne vicesegretario del Partito, carica che mantenne anche durante la successiva gestione di Carlo Scorza. Non si distinse dagli altri dirigenti del PNF fino ai momenti successivi al 25 luglio 1943, quando il suo intervento fu decisivo per mantenere la calma nelle gerarchie del Partito, dopo la caduta e l’arresto di Benito Mussolini; il suo telegramma ai segretari federali di tutta Italia dopo la nomina a presidente del Consiglio di Pietro Badoglio, infatti, contribuì a evitare qualsiasi reazione avversa alla monarchia; l’invito alla fedeltà al nuovo governo era stato redatto materialmente da Vittorio Ambrosio, capo di Stato maggiore dell’esercito, e dettato telefonicamente a Tarabini, unico vicesegretario presente nella segreteria nazionale del Partito, a Roma nella sera del 25 luglio 1943; il testo fu successivamente diffuso a tutte le federazioni provinciali del Partito con la firma apocrifa del segretario nazionale Scorza, il quale non era materialmente presente ai fatti. Tarabini passò poco dopo in clandestinità, evitando noie da parte delle autorità regie, ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca fu scoperto e fermato dalla milizia fascista; fu processato a Parma assieme a Paolo Scorza nell’aprile del 1944 dal ricostituito Tribunale speciale per la difesa dello Stato e assolto su ordine esplicito di Mussolini. Tornato in libertà, trascorse gli ultimi mesi del conflitto in provincia di Como, dove fu nuovamente arrestato dopo il 25 aprile 1945 e successivamente processato per il suo passato di squadrista. In seguito fu assolto in virtù dell’‘amnistia Togliatti’.

Morì a Roma il 25 maggio 1949.

Fonti e Bibl.: R. Zangrandi, 1943: 25 luglio - 8 settembre, Milano 1964, passim; G. Bocca, Storia d’Italia nella guerra fascista, Milano 1969, ad ind.; E. Lucas - G. de Vecchi, Storia delle unità combattenti della MVSN, Roma 1976, ad ind.; S. Bertoldi, Salò. Vita e morte della Repubblica sociale italiana, Milano 1978, ad ind.; R. Lazzero, Il Partito nazionale fascista, Milano 1985, ad ind.; M. Missori, Gerarchie e statuti del PNF, Roma 1986, ad ind.; R. Festorazzi, San Donnino cella 31, Milano 1999, ad ind.; D. Rota, Dizionario illustrato dei giocatori genoani, Genova 2008, s.v.; C. Rastrelli, Carlo Scorza l’ultimo gerarca, Milano 2010, ad indicem.

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