ALBERTO d'Asburgo, arciduca, principe sovrano dei Paesi BAssi cattolici

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBERTO d'Asburgo, arciduca, principe sovrano dei Paesi BAssi cattolici

G. I. Hoogewerff

Nacque a Neustadt il 15 novembre 1559, morì a Bruxelles il 15 luglio 1621. Fu il figlio minore di Massimiliano II e di Maria d'Austria, e nipote di Carlo V. A 18 anni, papa Gregorio XIII lo nominò cardinale; suo zio, Filippo II di Spagna, arcivescovo di Toledo e inquisitore generale. Fatto poi governatore del Portogallo, seppe meritarsi la stima del re, che gli affidò, nel 1596, i Paesi Bassi cattolici, travagliati allora dalla guerra con la Francia e con la repubblica delle Sette Provincie. Poco fortunato nelle sue imprese guerresche contro lo Statolder Maurizio, che gli prese parecchie città importanti, ebbe invece felici successi contro il re di Francia, Enrico IV; ma la mancanza di denaro lo costrinse alla pace di Vervins, con cui fu decisa la separazione dei Paesi Bassi dalla Spagna (2 maggio 1598). Il 6 dello stesso mese infatti, Filippo II rinunciò solennemente ai suoi diritti sulle Provincie e sulla Franca-Contea, in favore di sua figlia Isabella (v.); mentre A., che aveva rinunciato alla porpora, fu sciolto dai voti ecclesiastici e sposò l'infante. Una clausola del contratto di matrimonio stabiliva che il nuovo stato, creato come dote, sarebbe tornato alla corona di Spagna qualora non vi fossero stati figli legittimi: cosa che veramente accadde. Il 5 settembre 1599, gli arciduchi (titolo con cui furono chiamati gli sposi) fecero il loro solenne ingresso a Bruxelles. A. si mostrò abile governatore all'interno; e, abile soldato, impose rispetto al suo nemico, lo Statolder Maurizio. Vinto nel 1600 a Nieuwpoort, riuscì nel 1604 a prendere Ostenda dopo un assedio di oltre tre anni. In questa, come nelle altre imprese, egli si giovò del grande capitano genovese Ambrogio Spinola. Sotto il governo di A. fu stabilita la "Tregua dei dodici anni", con la quale fu riconosciuta l'indipendenza delle Provincie Unite. Ottimo legislatore, grande nemico degli eretici, egli diede valido impulso allo sviluppo delle scienze e delle arti; sotto di lui salì a gran rinomanza l'università di Lovanio, mentre Rubens continuava la tradizione gloriosa dell'arte fiamminga. Morì allo scadere della tregua, e fu sepolto a Bruxelles, nella chiesa di S. Gudula. La vedova resse fino al 1633, anno della sua morte, i Paesi Bassi.

Bibl.: H. Pirenne, Histoire de Belgique, Bruxelles 1911, IV, pp. 211-247; Bibliographie nationale pubbl. dalla Académie Royale de Belgique, Bruxelles 1866, I, pp. 184-189; P. F. Callaey, Albert et Isabelle, souverains de Belgique (1598-1621), in Bullet. de l'Inst. historique belge de Rome, III (1924), pp. 31-42; J. Cuvelier, La correspondance secréte de l'Infante Isabelle (1621-1633), ibid., VI (1926), pp. 103-120.

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