SORBELLI, Albano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SORBELLI, Albano

Maria Gioia Tavoni

– Nacque a Fanano (Modena), il 2 maggio 1875, da Isidoro e da Annunziata Zecchini, in una famiglia di modeste condizioni.

Il primo scritto Agostino Sorbelli. Cenni biografici (Pavullo 1894), ricerca su un ramo colto della famiglia, tratta di un prete poi farmacista, il quale si stabilì a Formigine nel 1858. Testimonianza di studi storici locali, Sorbelli lo pubblicò nello stesso anno in cui conseguì la licenza superiore presso il liceo Ludovico Antonio Muratori di Modena.

Anche la collezione di manoscritti e stampati costituita da importanti memorie di argomento locale – Raccolta di Ca’ d’Orsolino, dal nome della dimora nella frazione di Benedello, nel Frignano, dove Sorbelli si rifugiava d’estate e di cui stese l’inventario per i tipi di Leo Olschki (v. Inventario dei manoscrtitti della biblioteca comunale di Pavullo nel Frignano, Firenze 1917; Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, LVII, Firenze 1934), denuncia l’interesse per i luoghi di origine.

Dalla moglie Fernanda Bonfà, con cui si era unito in matrimonio nel 1915, ebbe il 29 aprile 1916 il primo figlio Gian Carlo, poi Maria Grazia Annunziata, nata il 26 marzo 1919, e Maria Grazia Colomba nata il 3 febbraio 1922. Dopo la prematura scomparsa di due dei suoi figli (Gian Carlo nel 1937, Maria Grazia Annunziata nel 1939), Sorbelli, sebbene avesse divisato di donare la Raccolta all’Archiginnasio, la destinò invece alla Biblioteca Estense di Modena.

Grande attaccamento dimostrò per Bologna, dove proseguì la formazione universitaria e decisivi si rivelarono gli incontri con Giosue Carducci e con il piemontese Pio Carlo Falletti, il quale gli assegnò una tesi di laurea sulle cronache bolognesi del XIV secolo e il dominio visconteo, discussa con lode nel giugno del 1898, e premiata nel dicembre successivo (Le croniche bolognesi del sec. XIV, Bologna 1900). Falletti, che a Bologna fu soprattutto dedito all’insegnamento, giocò un ruolo di tutto rilievo indirizzando Sorbelli alla scuola di Pasquale Villari a Firenze, consentendogli così di usufruire di borse di studio: nel 1898 fu a Parigi, nel 1899 a Vienna, dove nell’anno accademico 1901-02 poté frequentare diversi corsi, mentre nel dicembre del 1901 conseguì la libera docenza in storia moderna.

Sorbelli si forgiò, pertanto, al metodo storico positivista da lui applicato alla critica storica con venature umanitarie e sociali. Lo dimostrano gli studi soprattutto del decennio 1895-1905, non ancorati unicamente a Bologna o al Frignano, ma di più ampio respiro. Nel saggio La signoria di Giovanni Visconti a Bologna e le sue relazioni con la Toscana (Bologna 1901), portando a termine ricerche già predisposte per la tesi di laurea, dimostrò di muoversi con agio nello studio e illustrazione dei nodi salienti della politica non solo italiana del tempo. Altrettanto dicasi per altri fra i primi lavori, in cui mise a frutto ricerche archivistiche compiute anche in Francia e a Vienna presso l’Archivio nazionale.

Nel 1902-03 insegnò presso il liceo Marco Minghetti di Bologna, e nel 1904 si aggiudicò con encomio il primo posto nella graduatoria per direttore della Biblioteca dell’Archiginnasio, di cui assunse la direzione il 1° ottobre del medesimo anno. Nel 1921 fu direttore anche della Biblioteca e casa Carducci in Bologna, che contribuì a creare e dove visse dal 1930.

Scavi archivistici rigorosi di storia cittadina dell’età comunale e di storia documentaria degli albori del libro, sulla scia del magistero carducciano, coniugati all’azione intrisa di forte passione civile nella conduzione della biblioteca, e partecipazione responsabile a tutte le più significative iniziative storiche e bibliografiche, rivelano il percorso ideale di chi, liberale progressista, fu convinto dapprima che con il fascismo si potesse realizzare la più alta delle conquiste postrisorgimentali, ovvero ‘il sentimento nazionale’.

Con il saggio storico-bibliografico in cui censì e descrisse una miriade di opuscoli e fogli volanti usciti alla macchia in Italia (Opuscoli, stampe alla macchia e fogli volanti riflettenti il pensiero politico italiano: 1830-1855, Firenze 1927), volle dimostrare che nell’ambito dei moti risorgimentali si scorgono gli embrioni dei partiti politici italiani con un trasferimento delle idee da pochi patrioti a molti.

L’impegno informò il suo lavoro di storico e di bibliografo, portandolo a continue realizzazioni e a innovare metodi e modelli gestionali. Nel 1906 diede vita alla rivista L’Archiginnasio e alla collana con medesima intestazione, entrambe salutate felicemente dalla critica. Nell’VIII riunione della Società bibliografica italiana (Bologna, 18-20 maggio 1908), auspicò, primo fra i bibliotecari italiani, che pure in Italia si addivenisse al catalogo generale delle edizioni incunabole nazionali. Nel 1929, in concomitanza con il Primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia (che si tenne a Roma e Venezia dal 15 al 30 giugno), lodò la ripresa ministeriale del progetto, intendendo il futuro catalogo italiano strumento anche di tutela per contenere la «spogliazione del Paese» (v. A. Sorbelli, Indice degli incunabuli d’Italia, s.n.t. (ma Roma, per l’Istituto Poligrafico dello Stato) 1930, 2 pagine complessive).

Dall’Indice degli incunaboli della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio (Bologna 1908) prese origine, nel 1933, il catalogo delle medesime edizioni, uscito a puntate sull’Archiginnasio fino al 1940 (si arresta con la lettera L), dopo aver contribuito a un forte loro incremento, per cui si rimanda all’Index librorum saeculo XV impressorum qui in Civica Bibliotheca Bononiensis Archigymnasii adservantur, in L’Archiginnasio, XXVIII (1933), XXIX (1934), XXXI (1936), XXXII (1937)-XXXV (1940). Il saggio di storia della stampa di Sorbelli sul primo tipografo bolognese (Su la vita e su le edizioni di Baldassarre Azzoguidi primo tipografo di Bologna, Bologna 1904) costituì un punto fermo nell’evoluzione degli studi, dai primordi all’età contemporanea, della sua Storia della stampa a Bologna (Bologna 1929), al tempo unica trattazione di così lunga durata per un importante centro italiano. Dal 1912, per lungimiranza anche della Zanichelli, introdusse alcuni elementi di storia della stampa pure in antologie per la scuola superiore.

La dimensione politica, unita all’esigenza umanitaria di recare aiuto ai ceti meno privilegiati, portò Sorbelli a creare nel 1909, dove era stata la biblioteca dei padri gesuiti, la prima biblioteca popolare comunale, collocandovi 8000 volumi. Il progetto fu poi ridimensionato dal regime nella sua opera di fascistizzazione delle popolari, e la biblioteca nel 1929 venne spostata vicino alla casa del fascio.

Le ricerche specialistiche consentirono a Sorbelli di conseguire – per titoli (febbraio del 1915) – la libera docenza anche in bibliologia e biblioteconomia e di tenere a battesimo nell’Università di Bologna, nell’anno accademico 1915-16, il primo corso libero in quelle materie.

La dimensione di docente, cui legò personali considerazioni sull’insegnamento delle discipline bibliografiche anche all’estero (L’insegnamento della bibliologia e biblioteconomia in Italia con notizie sull’insegnamento all’estero: note e considerazioni, Bologna 1926), ne caratterizzò il magistero – dal 1925 ebbe l’incarico continuativo fino alla morte con varie denominazioni della cattedra –, favorendo ottime tesi di laurea di suoi scolari, fra i quali vi fu Augusto Campana (1906-1995). Fu per molti anni parte attiva e segretario dell’Istituto per la storia dell’Università di Bologna, di cui narrò la storia con Luigi Simeoni. Con cognizione stese le voci Bibliografia e Bibliologia per l’Enciclopedia Italiana (VI, Roma 1930, pp. 934-940, 940-941).

Sorbelli ebbe chiara, seppur venata di utopia, la possibilità d’interazione fra strutture pubbliche e private: in vista di un primo sistema bibliotecario cittadino, vagheggiò l’unione fra la biblioteca comunale e quella regia universitaria. Coscienza civica dimostrò in altre istituzioni, soprattutto nella Deputazione di storia patria, di cui fu segretario dal 1907 al 1925, presidente Falletti, consapevole delle competenze che esercitava nella tutela e conservazione dei beni culturali, librari, archivistici e artistici della città e non solo, trasferite in seguito alle soprintendenze.

Prima della costituzione dell’Associazione italiana biblioteche (AIB) nel 1930, di cui fu membro promotore e socio fino al 1943, Sorbelli fu socio della Società bibliografica italiana, e dell’Associazione dei bibliotecari e direttori di musei e archivi comunali e provinciali, rivestendo anche il ruolo di presidente.

La formazione cosmopolita gli consentì di partecipare a importanti iniziative internazionali. Venne chiamato nel 1925 a collaborare alla Festschrift per il venticinquennale del Gutenberg Museum di Mainz, cui contribuì con un saggio su particolari «richiami» in incunaboli bolognesi (Di una particolare forma di richiamo in antichi incunabuli, in Gutenberg Festschrift, Mainz 1925), e nel 1929 dette avvio alla collaborazione con il Gutenberg-Jahrbuch.

La progettualità delle imprese bibliografiche dedicate a far riemergere testimonianze sulle origini non solo di Bologna, vide Sorbelli spinto a far risaltare anche l’Italia nel contesto europeo: ne sono prova i numerosi cataloghi, indici, repertori cui si dedicò, e dal 1909 – alla morte di Giuseppe Mazzatinti che l’aveva fondata nel 1890 –, la direzione della collana Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, cui personalmente attese per importanti Inventari di vari fondi, compresi alcuni dell’Archiginnasio, per cui si veda Inventario dei manoscritti della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna (serie A). 5, a cura di A. Sorbelli, in Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, XLIII, Firenze 1930.

Nel 1935 diede vita all’Enciclopedia del libro, una raccolta di manuali di bibliologia, biblioteconomia e bibliografia, 15 volumi pubblicati. Curò nel 1932 la terza parte della Historia di Bologna di Cherubino Ghirardacci (1519-98). Concorse ai nuovi Rerum italicarum scriptores, con il Corpus chronicorum Bononiensium, quattro tomi usciti tra il 1906 e il 1939 (per S. Lapi di Città di Castello e la bolognese Zanichelli), per i quali si avvalse di aiuti. Per dotarli di indici ricorse ai colleghi Lino Sighinolfi, Carlo Lucchesi e a Gaetano Sabatini, Antonietta Calore ed Emma Coen Pirani, poi celebre bibliotecaria.

Lasciò incompiuti alcuni lavori, come il Corpus chartarum Italiae ad rem typographicam pertinentium ab arte inventa ad ann. MDL, I, Bologna, pubblicato nel 2004 in edizione commentata dal Poligrafico dello Stato che ne custodiva le bozze. Nella scelta dei documenti del Corpus, che avrebbe dovuto contemplare altri volumi, privilegiò la periodizzazione ritenuta funzionale per gli studi sulla città.

Le tutt’altro che impeccabili trascrizioni furono revisionate negli anni Cinquanta del Novecento quasi sicuramente da Giuseppe Vecchi, celebre musicologo, libero docente anche di letteratura latina medievale. In una lettera autografa di Alberto Serra-Zanetti a Francesco Barberi, 30 marzo 1955 (Roma, Archivio dell’Associazione italiana biblioteche), si legge che il ministero degli Interni aveva ordinato al direttore dell’Archivio notarile di Bologna di predisporre i documenti del Corpus per il «prof. Vecchi, incaricato di fare i confronti con le bozze». Vecchi dal 1953 risulta utente dell’Archivio di Stato di Bologna; nessuna certezza, invece, causa la perdita delle tracce di chi poté lavorare in loco, delle sue consultazioni nell’Archivio notarile, le cui prime carte passarono all’Archivio di Stato nel 1957.

Giace ancora inedito, invece, il materiale per i Catalogi bibliothecarum Italici Mediae Aetatis, ritrovato tra le carte donate alla morte di Sorbelli all’Archiginnasio, con cui si sarebbe completata l’ambita storia del libro a Bologna.

Dal 1935 fino alla morte, Sorbelli curò per Zanichelli la prima Edizione nazionale delle opere di Carducci, di cui sapientemente ordinò libri e carte. Dubbi sull’operato per la tutela dell’Archiginnasio, a seguito di un ingente furto perpetrato all’interno, lo ‘costrinsero’ nell’aprile del 1943 alle dimissioni.

Morì di polmonite a Pavullo, nel Frignano, il 22 marzo 1944, provato anche dalle accuse e dagli eventi bellici che avevano colpito l’amata istituzione bolognese.

Fonti e Bibl.: A. Sorbelli, Corpus chartarum Italiae ad rem typographicam pertinentium ab arte inventa ad ann. MDL, I, Bologna, a cura di M.G. Tavoni, con la collaborazione di F. Rossi - P. Temeroli, Roma 2004; S., A., in Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX sec., http://www.aib.it/ aib/editoria/dbbi20/sorbelli. htm (17 settembre 2018); Fondo speciale Albano Sorbelli. Scheda sintetica, http://badigit.comune. bologna.it/fondi/fondi/114.htm (17 settembre 2018). Per le dimissioni di Sorbelli, si veda in partic. Momenti di una storia lunga due secoli, a cura di P. Bellettini, Fiesole 2001, p. 36.

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