ALBA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

ALBA (Alba Pompeia)

C. Carducci

Città romana del Piemonte, presso la confluenza del torrente Cherasco col Tanaro (oggi nella provincia di Cuneo). Secondo il Holder (Altceltischer Sprachschatz, s. v. Albion) il nome Alba sarebbe ligure e significherebbe "città del monte". Le più antiche testimonianze dell'abitato risalgono al Neolitico, ma i numerosi ritrovamenti avvenuti nel territorio rappresentano anche le successive fasi dell'età dei metalli.

L'ingente materiale che oggi arricchisce le collezioni del Museo Preistorico di Roma e che è in parte anche ordinato nel Museo Civico di A., fu raccolto dall'ing. Traverso al quale si debbono le prime ricerche nella parte meridionale della città. Successivamente gli scavi rivelarono la presenza di numerosi nuclei umani che prima della fondazione di un vero e proprio centro urbano vivevano ai margini del territorio di A. dedicandosi particolarmente all'agricoltura. Tuttavia non si hanno notizie della città prima del I sec. a. C., quando cioè la vediamo svilupparsi per l'azione lenta ma progressiva della sua romanizzazione. È in quel periodo, appunto, che A, diviene municipio e che a ricordo di Gn. Pompeo Strabone, che concesse la cittadinanza latina a molti altri centri del ceppo ligure, assume il nome di A. Pompeia. Solo più tardi, però, e precisamente nel periodo cesariano, ai suoi abitanti fu concesso di essere cives Romani e con tale storico avvenimento si iniziò il vero grande progresso della città. Sappiamo anche che la città fu ascritta alla tribù Camilia, il cui vasto territorio è appunto ricostruito in base al rinvenimento delle lapidi stesse.

Le numerose attività cittadine e le cariche pubbliche rivestite dai più influenti Albesi - tra i quali va ricordato innanzi tutto l'imperatore Elio Pertinace - sono testimoniate dalle iscrizioni che si conservano nel piccolo museo locale.

Non mancano nella città poderosi resti di età romana: particolare importanza hanno le mura urbane, simili per le strutture a quelle di Augusta Taurinorum, ma diverse per l'irregolare tracciato, forse imposto da necessità tecniche e topografiche. La città si trovava sulla grande strada di comunicazione con quelle popolazioni alpine che fino all'ultimo furono contrarie a Roma e si ribellarono più volte al suo dominio; di qui la necessità per i Romani di fortificarla (v. Aosta).

Recenti scavi hanno messo in luce numerosi tratti della fognatura urbana poco al disotto dell'attuale livello stradale e vasti ambienti pavimentafi a mosaico. Nei pressi della chiesa di S. Giuseppe è stato rinvenuto un grande locale absidato con pavimenti di ricchi marmi orientali che testimonia la ricchezza della città fin nei più tardi tempi dell'impero.

Bibl: F. Eusebio, Le mura romane d'A. Pompeia, Palermo 1906; N. Lamboglia, A. Pompeia e il Museo storico-archeologico "F. Eusebio", Bordighera 1949.