Alani

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Alani

I. Erdélyi

Stirpe indoeuropea appartenente al ramo nomade, scitosarmatico, degli Irani. Il popolo degli A. viene menzionato a partire dal sec. 1° d.C. nelle fonti dell'Antichità. In quell'epoca la steppa tra il Don e il lago di Aral e la regione a N del Caucaso costituivano l'esteso territorio di insediamento degli A., che da qui erano soliti intraprendere spedizioni militari verso il Sud. La struttura interna e l'esatta composizione etnica dell'insieme delle tribù che componevano la popolazione alana, di lingua appartenente al ceppo iranico, non sono note; la compagine si disgregò comunque agli inizi del 4° secolo. Gli A. vivevano in stretto contatto con i Goti, stanziati nei territori a O del Don, insieme ai quali, negli anni settanta del sec. 4°, furono assoggettati dagli Unni che li avevano assaliti da E. I vincitori deportarono verso l'Europa occidentale, con i Goti, anche una parte degli A., che ricomparvero in Pannonia e agli inizi del sec. 5° assieme ai Vandali e agli Svevi si spinsero fino al Reno, da dove giunsero anche in Gallia.

A causa della stretta convivenza con le popolazioni germaniche (in particolare i Goti) con le quali gli A. compivano le loro scorribande, è impossibile individuare le caratteristiche della loro cultura e definirne le peculiarità, artistiche e archeologiche. Così per es. non si può dimostrare che la ricca tomba femminile risalente al sec. 5°, rinvenuta alcuni decenni fa nel comune ungherese di Regöly (comitatus di Tolna), sia il sepolcro di una sovrana degli A., come si è ritenuto per un certo tempo (probabilmente si tratta in realtà di una tomba gota). Insieme ai Goti, gli A. si spinsero anche in Spagna: il nome odierno della Catalogna sembrerebbe derivare da GotAlania; nel sec. 5° alcuni gruppi giunsero anche nell'Africa del Nord.

La maggior parte della popolazione alana rimase tuttavia stanziata nella regione a N del Caucaso e nella penisola di Crimea, occupando in seguito anche il territorio del Medio Don. Nella zona meridionale dell'od. Russia i discendenti degli A., nei secc. 8°-9°, diedero vita alla c.d. cultura di Saltowo-Maiazkoie, nell'ambito della quale si ebbe lo sviluppo di espressioni artistiche originali, come la ceramica del Medio Caucaso e del Daghestan, l'architettura difensiva (per es. le fortificazioni in pietra di Saltowo, Maiazkoie, Olšansk) e la realizzazione di finimenti e guarnizioni di bronzo per cinture, produzione legata alla vita seminomade e associata alle abitudini guerriere di questa popolazione. Su alcune pietre delle fortificazioni si sono tra l'altro conservati numerosi graffiti con rappresentazioni di cavalli e scene di combattimento.

Nel sec. 9° comparve il nome As, da cui deriva Ias, termine che probabilmente designava una parte degli Alani. Nel sec. 10° essi combatterono al fianco dei Cazari contro il principe Svjatoslav di Kiev in due spedizioni, dato che in quel tempo il regno feudale alano fece parte per un certo periodo dell'impero cazaro. Una fonte del sec. 11°-12° riferisce che il sovrano dei Cazari, Josef, impose alla figlia di un re alano il matrimonio con il proprio erede; affrancatisi tuttavia rapidamente con l'appoggio di Bisanzio, gli A. si convertirono alla religione cristiana. Nella parte settentrionale del Caucaso si sviluppò in seguito un loro importante centro; nel Basso Arkhiz (presso il fiume Zelenčuk Grande), nella locale sede vescovile alana, furono edificate undici chiese. Un gruppo di A. si insediò nel sec. 11° sulla riva del fiume Prut, dove era conosciuto con il nome di Ias; una parte di questi si trasferì, insieme con i Cumani, in Ungheria.

Precedentemente, alla fine dell'Antichità e agli inizi dell'Alto Medioevo, il baricentro della vita politica e culturale del popolo alano era situato molto più a E, nel territorio dell'attuale repubblica autonoma dell'U.R.S.S. Čečeno-Ingušetia (rocca di Alhan-Kala sul fiume Sunža) e nella valle del Terek (Basso Džulat, nel territorio dell'od. oblast' autonoma dei Karačai-Circassi nell'U.R.S.S.).

La massima fioritura dell'arte alana si ebbe nel Caucaso settentrionale, tra il sec. 9° e il 12°; in particolare raggiunse un altissimo livello qualitativo l'arte della lavorazione dei metalli tra 9° e 11° secolo. I reperti più significativi furono rinvenuti nel 1957 presso Smeiskaia-Stanitza, dove in una tomba del sec. 14° fu trovata una spada decorata risalente al sec. 11° (Ordžonikidze, Respublikanskij muz. Kraevedenija Severo-Osetinskoj), molto simile a quella di Carlo Magno esposta a Vienna (Kunsthistorisches Mus.). Dalla stessa sepoltura proviene una testiera da cavallo, in bronzo dorato (Ordžonikidze, Respublikanskij muz. Kraevedenija Severo-Osetinskoj), sulla quale è rappresentata una figura femminile con in mano un calice. Queste tombe erano sepolture dei granduchi feudali che risiedevano sul posto. Più di mezzo secolo fa è stato scoperto nella valle del fiume Krivaia un sepolcro regale, purtroppo saccheggiato, nel quale erano stati riutilizzati, nel periodo tra il sec. 8° e il 12°, alcuni dolmen dell'età del Bronzo. Su uno di essi (Stavropol') fu scolpito tra il sec. 11° e il 12° un complicato bassorilievo che rappresenta la cerimonia di sepoltura di un eroe, probabilmente un re degli A. già cristiano, nonché singoli soggetti mitici tratti dal poema epico Nart, centrato sul popolo alano, e rituali pagani.

In seguito agli attacchi dei Tatari, il gruppo meridionale degli A. si ritirò sempre più all'interno del Caucaso, fondendosi con la popolazione locale. I loro discendenti rappresentano una componente dell'attuale popolazione osseta, che parla una lingua iranica.

Un esempio notevole della cultura alano-ossetica cristiana è la cappella di Nuzal, nell'od. Ossetia settentrionale (U.R.S.S.), l'unica conservata di numerose chiese di piccole dimensioni e dello stesso tipo, che dovevano essere diffuse nel territorio alano. L'ipotesi secondo la quale vi sarebbe stato sepolto David Soslan, consorte (divorziato) di Tamara, regina della Georgia dal 1184 al 1212, non si è potuta dimostrare. In uno degli affreschi che decorano la cappella, risalenti al sec. 13°, è raffigurato, tra i suoi familiari e la famiglia del fondatore, un bambino, accanto al quale si legge il nome Soslan scritto in caratteri grusini: nel Tardo Medioevo la cultura grusina cristiana ebbe infatti grande influenza su parte degli Osseti, un gruppo dei quali si stanziò anche nel territorio dell'od. Georgia.

Bibliografia

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