ALABAMA

Enciclopedia Italiana (1929)

ALABAMA (A. T., 145-146; probabilmente da parola indigena che significa "disputa")

R. M. H.
A. L.

Fiume dell'America Settentrionale. Si forma dalla unione del Coosa e del Tallapoosa, i quali hanno origine negli Alleghani meridionali. La confluenza avviene a N. di Montgomery. L'Alabama scorre, formando ampî meandri, in direzione di SSO.; si unisce, a breve distanza dal Golfo del Messico, col Tombigbee, e forma così il fiume Mobile, alla foce del quale è sorta la città omonima.

L'Alabama, insieme col Coosa, ha un corso lungo circa km. 1400 ed è navigabile fino a Montgomery. I battelli che fanno il traffico sul fiume trasportano soprattutto cotone.

Stato. - Dal fiume prende nome uno degli Stati Uniti organizzato in territorio nel 1817 e costituito in stato nel 1819.

È situato tra il 35° di lat. N. e il golfo del Messico (30°13′) e tra 84°65′, e 88°28′ di long. O. La sua massima lunghezza da N. a S. è di km. 530, e la sua larghezza, da E. a O., di km. 332, con una superficie di circa 135.000 chilometri quadrati.

Lo stato è diviso in 67 contee, e queste sono suddivise in circa 1335 distretti. La maggior parte delle contee comprende anche delle città (o "municipalità"): circa 300 in tutto lo stato.

Nell'Alabama si trovano rocce di quasi tutte le età.

Quelle cristalline, in massima parte pre-cambriane, occupano un'area triangolare, di circa 13.000 kmq., che si trova a E. della parte mediana dello stato e si estende poi verso NE.; in esse si trovano oro, grafite, mica, pirite e altri minerali meno importanti. Le rocce paleozoiche di varia epoca si estendono ad O. dell'area occupata dalle rocce cristalline, fin oltre i confini dello stato. Gli strati del Cambrico, dell'Ordoviciano e del Silurico sońo costituiti prevalentemente di calcari; il Silurico è il terreno più ricco di minerali di ferro, la zona del Mississippi è in massima parte calcarea, e quella della Pensilvania comprende vaste zone carbonifere. Minerali meno importanti, che si trovano nei depositi paleozoici, sono la bauxite, l'argilla e l'arenaria. Gli strati del Cretacico formano una cintura di circa km. 80 di ampiezza, che fiancheggia le rocce più antiche, dall'angolo NO. dello stato fin verso la metà del limite orientale e assai più a sud. Sono letti assai sottili di sabbie, argille, calcare argilloso, inclinati leggermente verso il S.; essi forniscono argille per terraglie e cementi. Gli strati del Terziario e del Quaternario si estendono a S. della zona del Cretacico, fino alle coste del Golfo del Messico; essi consistono in sabbie, argille, calcari, marne, arenarie, ecc. I prodotti minerarî non sono importanti; ma tanto il Terziario quanto il Cretacico dànno sorgenti notevoli di acqua potabile, che si ottiene mediante pozzi artesiani spinti ad una profondità media di 100 metri.

Morfologia. - Le cime più elevate dello stato si trovano lungo l'orlo interno delle rocce cristalline, e il punto più alto raggiunge i 730 m. sul mare. Le arenarie formano in genere altipiani con un'altitudme massima di 550 metri. A N. di questi vi è l'ampia valle del Tennessee, e, tra questa e l'area delle rocce cristalline, vi è una serie di valli parallele, con dorsi longitudinali di rocce più dure. Il Cretacico e il Terziario formano la pianura costiera. La topografia di questa è piuttosto accidentata, laddove s'incontrano gli strati più resistenti, e qualche punto presso l'orlo interno è circa a 300 m. sul mare. In generale, l'altitudine e il rilievo della pianura costiera decrescono a S. verso la costa, benché vi siano alture scoscese di circa 25 m., sulla baia di Mobile e su quella di Perdido, e a pochi chilometri nell'interno vi siano elevazioni di circa 60 metri.

L'Alabama è bagnato da numerosi fiumi e da torrenti. Qualcuno di questi fiumi, specialmente sulla pianura costiera, è navigabile, mentre quelli che attraversano i terreni antichi sono stati sbarrati da dighe, specialmente nell'ultimo quindicennio, per deviazioni di energia idroelettrica. La diga più importante è la Wilson Dam sul Tennessee a Mussel Shoals, presso Florence; essa è lunga circa km. 1,6; è alta 30 metri e, quando sarà sfruttata a pieno, dara una forza di circa 250.000 HP.

Le regioni naturali dell'Alabama sono in stretta relazione con la geologia e con la morfologia. Partendo da settentrione, possiamo distinguere: 1° la valle del Tennessee, area relativamente piana, di circa 12.800 kmq., con terreni fertili che derivano dalle rocce calcaree del Mississippi; 2° la regione carbonifera di arenarie della Pensilvania, e di terreni piuttosto poveri, con circa 16.000 kmq. di estensione, nella metà settentrionale dello staio; 3° la regione della valle del Coosa, cioè una serie di valli inclinate da NE. a SO., attraversate dal Coosa e caratterizzate da rocce piegate del Paleozoico, che formano molte rughe longitudinali, e con un terreno mediocremente fertile; 4° la regione pedemontana di rocce cristalline, con terreni in massima parte di marne rossastre, derivati da gneiss e da scisti; 5° la regione centrale boscosa (foreste di pini), con terreni di strati cretacici non calcarei, piuttosto poveri; 6° la cintura di terreni scuri, con strati marini cretacici, fertilissimi, che attraversano lo stato a S. della parte centrale; 7° le colline rosse meridionali, con marne rossastre, sabbiose, derivate dagli strati dell'Eocenico; 8° la regione del pino a lunghe foglie nell'estremità meridionale, con terreni sabbiosi di origine recente.

Clima, flora e fauna. - Il clima dell'Alabama è caldo temperato, con temperatura media annuale da 16° a 19° nella valle del Tennessee. Poca neve cade nell'inverno nelle parti settentrionali e in quelle più elevate. La precipitazione annua va da 1220 mm. nell'interno a 1550 mm. presso la costa. Nell'interno, nelle regioni più fertili, solamente il 42% circa della pioggia annua cade nei mesi più caldi, da maggio a ottobre, mentre sulle coste nella stessa epoca ne cade il 52%.

Più di metà dell'area dello stato è ancora ricoperta da foreste, ma il legname migliore è stato tagliato ovunque, e quello che resta è solamente una piccola parte di quello che vi era cento anni fa. Vi sono 7 specie di pini, circa 30 di querce e circa 100 di altre piante, di cui però solamente la metà ha valore commerciale. I pini rappresentano la metà delle foreste, e le querce sono un po' meno. La proporzione dei boschi cedui è maggiore nel N. e nei terreni più fertili, le piante sempre verdi, in maggioranza pini, predominano a sud. Le foreste producono all'anno circa 6.200.000 mc. di legname, proveniente in gran parte dalle varie specie di pini, tra cui il Pinus australis è il più importante. Questa stessa specie e un'altra affine forniscono poi abbondantemente gli approvvigionamenti navali di trementina e di resine.

La flora comprende circa 2500 specie indigene e circa 400 introdotte dalle altre parti del mondo, specialmente dall'Europa. Molte specie sono endemiche dell'Alabama, e vi sono compresi due arbusti speciali: il Neviusia alabamensis (rosacea) e il Croton alabamensis (euforbiacea). Sono state osservate 2000 specie di crittogame, ma studî ulteriori accrescerebbero di certo notevolmente questo numero.

I mammiferi, gli uccelli, i rettili e i pesci sono in generale quelli degli stati sud-orientali, e molti di essi fanno parte della fauna di quasi tutta la zona orientale degli Stati Uniti. Tra gli animali di ordine inferiore, specie tra i molluschi, si notano varie qualità speciali. Infatti molti molluschi endemici si trovavano prima nei fiumi dell'Alabama, ma un numero considerevole di essi è stato sterminato dalla costruzione di larghe dighe per gl'impianti idro-elettrici.

Popolazione. - Gli abitanti originarî dell'Alabama erano in massima parte Indiani delle tribù Cherokee e Choctaw. Il territorio fu percorso ed eplorato da Hernando De Soto nel 1540, ma i Bianchi non vi si stabilirono fino al 1702, anno in cui nella baia di Mobile fu fondata una colonia francese. Durante le dominazioni francese (1700-1763), inglese (1763-1783) e spagnuola (nella parte più meridionale: 1783-1819), la popolazione bianca era sparsa, e confinata nei pressi della baia di Mobile e dei suoi affluenti. Il censimento del 1820 trovò appena 127.901 ab. tra Bianchi e Negri (schiavi), senza contare gl'Indiani. Nel 1920 il numero crebbe fino a 2.348.174, cioè a 47,6 per chilometro quadrato. La proporzione della popolazione urbana (cioè quella delle città con più di 2500 ab.) era nulla nel 1820, di 11,9% nel 1900 e di 21,7% nel 1920. Le città più popolose nel 1920 erano Birmingham (centro ferroviario e siderurgico) con 178.806 ab.; Mobile, che è il solo porto, con 60.777 ab.; Montgomery, la capitale, con 43.464 ab.; Bessemer, centro della lavorazione del ferro, presso Birmingham (18.674 ab.); Anniston (17.734 ab.); Selma (15.589 ab.); Gadsden (14.737 ab.), e Tuscaloosa, sede dell'università (11.996 ab.). In tutte queste città la popolazione è cresciuta dopo il 1920, mentre la popolazione rurale non presenta molti cambiamenti. Nel 1920 la popolazione era così divisa: Bianchi 61,6%: Negri 38,4%: Indiani, Cinesi, Giapponesi, ecc., meno del 0,1%. Dei Bianchi appena 1,2% erano nati fuori degli Stati Uniti. Tra l'elemento europeo gl'Italiani sono i più numerosi (2732 nel 1920); essi sono concentrati principalmente a Birmingham e nella sua contea, e sono occupati soprattutto nelle miniere e negli alti forni.

La percentuale dell'analfabetismo è diminuita con l'aumento della densità della popolazione e della percentuale degli adulti.

L'analfabetismo è stato sempre maggiore fra i Negri che fra i Bianchi. Nel 1880 il 20,4% dei Bianchi adulti e l'84,1% dei Negri adulti era analfabeta, ma nel 1920 tali cifre sono scese rispettivamente all'8,2% e al 38,8%. Tutti i bamhini sono obbligati a frequentare le scuole elementari. Oltre a molte scuole elementari, l'Alabama possiede parecchi colleges universitarî, scuole normali, un politecnico (ad Auburn). Quanto a religione, la maggior parte degli abitanti dell'Alabama segue il protestantesimo.

Vita economica. - Più della metà dei lavoratori dell'Alabama è impegnata nell'agricoltura e nelle industrie affini. Il censimento del 1920 dava un totale di 908.216 persone occupate, di cui 504.645 nell'agricoltura, 35.639 nelle miniere, 150.711 nelle manifatture, 42.085 nelle comunicazioni e trasporti, 50.089 nel commercio, 70.812 nei servizî domestici, e altre cifre minori per occupazioni varie.

Tuttavia le occupazioni agricole vere e proprie vanno di anno in anno perdendo importanza di fronte all'industria. Nel 1920 ancora il 56,9% della popolazione viveva nelle campagne, ma ora il rapporto è probabilmente minore del 50%. Le fattorie nel 1920 occupavano il 59,7% dell'area dello stato e le terre coltivate il 30,2%. I Bianchi indigeni coltivavano il 62,4% delle fattorie, i Bianchi immigrati il 0,4%, i Negri il 37,2%. Si può osservare che le fattorie dei Bianchi immigrati sono più piccole e di maggior valore di quelle dei Bianchi indigeni; e ciò sembra indicare che i primi coltivano più intensamente, come anche avviene generalmente in Europa in confronto dell'America. L'intensità delle coltivazioni agricole, o il valore dei prodotti relativamente all'area, è peraltro dovuta soprattutto alla vicinanza delle città.

Le differenti specie di bestiame domestico nell'Alabama, nel 1928, erano così distribuite: cavalli 89.000, muli 321.000, bovini 1.509.000, suini 982.000, pecore 66.000. I principali prodotti agricoli, nel 1919, per ordine di valore furono: cotone (compreso il seme per l'estrazione dell'olio), granturco, fieno, arachidi, igname, canna da zucchero, sorgo, patate irlandesi, avena e pesche. Il valore di tutti i prodotti fu di dollari 304.348.638, ossia dollari 7650 per ettaro. Un censimento speciale per l'agricoltura fatto nel 1925 fece rilevare una diminuzione dal 1920 nel numero delle piantagioni (specialmente quelle dei Negri) e nella media loro grandezza, ma il valore delle fattorie rimane press'a poco lo stesso, se si considera il valore del dollaro. Il numero dei cavalli, dei bovini, degli ovini, dei maiali è diminuito, mentre quello dei muli e del pollame si è accresciuto. Questi cambiamenti sono dovuti in parte ad un parassita del cotone che ne ridusse il prodotto, in parte all'emigrazione dei Negri verso il N., dopo che l'immigrazione europea è stata ridotta, e in parte anche alla rapida sostituzione delle automobili ai cavalli, con conseguente diminuzione della richiesta di granaglie e fieni.

Il prodotto minerale più importante dell'Alabama, come è stato già detto, è il carbone, che è bituminoso; esso si trova per un'area di circa 21.000 kmq. sotto le arenarie del Carbonifero, nella metà settentrionale dello stato, e l'estrazione annuale è aumentata, tra il 1840 e il 1923, da 858 tonnellate a oltre 18 milioni di tonnellate. Il valore del prodotto nel 1923 fu pari a 44.756.301 dollari. Segue per importanza il minerale di ferro, del quale l'Alabama produsse, nel 1923, 6.150.000 tonnellate, valutate a 15.540.198 dollari. Altri prodotti importanti sono il calcare, la sabbia e le ghiaie, il marmo, l'argilla e il caolino, la grafite, la bauxite, l'arenaria, la mica e le acque minerali. Non vi è petrolio in quantità commerciale, ma fu ottenuto del gas naturale qualche anno fa, e in quantità considerevole, presso Fayette. Prodotti secondarî o derivati di notevole importanza sono coke, cemento Portland, mattoni.

Le manifatture dell'Alabama, nel 1919, costituivano un investimento di 455.592.733 dollari; impiegavano 120.889 persone, usavano 628.376 HP, pagavano 117.633.205 dollari di salarî, e producevano un valore di 492.730.835 dollari, dei quali 192.066.605 rappresentavano il valore aggiunto dai varî processi industriali.

Le città manifatturiere principali sono Birmingham, Mobile, Montgomery, Gadsden, Anniston, Bessemer e Selma. Le industrie principali, in relazione al numero delle persone impiegate, sono: fabbriche di oggetti di ferro e di acciaio (cioè tubi, rotaie, ecc.), merci di cotone (comprese le maglierie), coke e sottoprodotti del coke, equipaggiamenti navali (trementina e ragia), fonderie e macchine, olio di semi, mattoni e tegole, fertilizzanti.

Benché nell'Alabama siano centinaia di miglia di fiumi navigabili, il traffico fluviale è diminuito come negli altri stati, per la costruzione di ferrovie e di strade. Vi sono circa km. 8800 di ferrovie, di cui circa km. 320 a doppio binario. Le strade pubbliche hanno migliorato, dacché le automobili sono diventate comuni, e ora vi sono quasi km. 1000 di strade asfaltate, che circondano e collegano tra loro le maggiori città, e ancor più ve ne sono ricoperte di ghiaia, di cui l'Alabama ha vasti depositi. Il numero delle automobili e degli altri veicoli a motore, nel 1925, era di 194.580, cioè all'incirca uno per ogni tre famiglie.

Lo stato di Alabama ha una storia notevolmente ricca: durante il periodo coloniale, rivalità tra Inglesi, Francesi, Spagnuoli; dopo, lotte tra Bianchi, Indiani e Spagnuoli, tra stato e governo federale, tra Bianchi e Neri. Per gli Spagnuoli, stabiliti fin dal 1508 a Sant'Agostino, le terre degl'Indiani Alibamu ("quelli delle radure") appartenevano alla Florida. Ma, nel 1682, il La Salle, scendendo il Mississippi dal Canadà, proclamò il dominio francese su tutti i terreni all'est della riva sinistra di quel fiume, e nel 1699 l'Iberville fondò una città nel sito attuale di Mobile. Intanto i coloni inglesi, spingendosi sul continente dalle Caroline, ottenevano in dono gli stessi territorî da Carlo II d'Inghilterra (1664). A questi imbrogli antichi, peggiorati anzi che no da varî trattati fatti in Europa anche durante il periodo napoleonico, l'Alabama deve il possesso della baia di Mobile (staccata dalla Luisiana pel trattato di Parigi, 1763), le curiose sue frontiere verso la Florida (trattato di Versailles, 1783), e quella di SE. lungo il Chattahoochee (Parigi, 1763). Quelle geometriche verso la Georgia e il Tennessee risalgono invece alla creazione, da parte degli Stati Uniti (1817), del territorio dell'Alabama, con regime federale autonomo.

Intanto, nel corso del secolo, tre potenti tribù indiane, i Creek, i Chikasaw e i Choctaw, occupavano la maggior parte delle foreste dell'Alabama, in pace con i Bianchi, in virtù sia di accordi fatti anticamente (1737) coll'Oglethorpe, fondatore della Georgia, sia di trattati firmati dopo il 1781 col governo degli Stati Uniti. Il rapido afflusso di coloni bianchi dopo il 1800 fu visto male dagli Indiani, sobillati anche da agenti spagnuoli venuti dalla Florida, e, alla vigilia della guerra del 1812, da agenti inglesi (Tecumseh e altri). Negli anni 1812-14, i Creek entrarono in guerra contro i Bianchi, per soccombere sotto i colpi del futuro presidente Jackson, allora generale, eroe della battaglia di New Orleans, il quale, nelle sue campagne furiose, non aveva ritegno d'impiccare agenti inglesi e invadere territorî spagnuoli quando gli faceva comodo. L'Alabama entrava, come stato, nell'Unione nel 1819. Ma gl'Indiani, protetti da Washington, vi dimoravano ancora, sebbene con territorî molto ridotti. I nuovi Alabamesi, gente avvezza a trattare duramente le razze inferiori, abolivano senz'altro, nel 1832, le riserve (Reservations) indiane. Il governo federale diede adeguato compenso ai Chikasaw e ai Chictaw, assegnando loro terreni nel nuovo territorio indiano (Oklahoma), e l'Alabama prese allora quell'abitudine di discutere da stato sovrano con Washington, che dovette abbandonare, se mai, soltanto con la disfatta dei Sudisti nel 1865.

Difatti, la dottrina della cosiddetta nullificazione (diritto del governo statale di fare leggi e di agire in senso contrario al governo federale), sorta nell'Alabama riguardo agl'Indiani, doveva riaffermarsi quotidianamente in quello stato negli anni seguenti, rispetto allo schiavo nero. Non soltanto l'Alabama basava la grande sua prosperità, tra il 1830 e il 1860, sullo schiavismo, ma i suoi neri si riproducevano con straordinaria esuberanza. L'Alabama doveva propugnare un imperialismo americano verso l'O. e il SO., per creare un mercato per l'esportazione degli schiavi. Non già che nell'Alabama bianca mancassero allora elementi liberali; questi, anzi, sembra siano stati in maggioranza. Ma una minoranza aristocratica di uomini, come W. L. Yancey, superiori per ricchezza, per intelligenza, per spirito battagliero informato alla coscienza di razza, fece dell'Alabama il Massachusetts della secessione schiavista. La capitale dell'Alabama diventò (1861) capitale della Confederazione; da Montgomery partì la proclamazione della secessione; e da Montgomery fu diramata la costituzione della nuova repubblica schiavista. L'Alabama diede tutto alla guerra civile: tutta la sua ricchezza e tutto il suo sangue migliore. Alla causa perduta del Mezzogiorno fornì generali, ingegneri, statisti, ammiragli (Forest, Wheeler, Longstreet, Semmes, Mason). Dal porto di Mobile partivano per i sette mari del mondo i famosi corsari confederati. L'Alabama subì la devastazione del 1863; combattè infelicemente la disperata campagna di Mobile (1864). Perciò l'Alabama accettò malvolentieri i resultati della guerra di secessione. Riammesso come stato dell'Unione nel 1868, ha rifatto tre volte la sua costituzione statale (1868, 1875, 1909), e finalmente ha trovato la formula (la cosiddetta "Legge del Nonno"), per escludere i Neri dalla vita politica. Nell'Alabama, difatti, la lotta delle razze si presenta con tutti i suoi tratti caratteristici: completa separazione di Neri e di Bianchi nella vita sociale, nelle istituzioni, perfino nel godimento dei servizî pubblici (ferrovie, alberghi, teatri, ecc.); completa sottomissione dei Neri ai Bianchi in ogni forma di vita; le distinzioni di casta sostenute da manifestazioni violente dell'opinione pubblica bianca. Lentamente però, ma con esito felice, l'Alabama ha saputo cambiare la sua vita economica, dalla base schiavista alla base del lavoro libero; e comincia ora ad occuparsi sul serio dei bisogni spirituali dei suoi Neri: i quali, del resto, nelle nuove condizioni, si sono creata una particolare loro vita e fanno già conoscere per tutta l'Unione lo scroscio del loro riso giulivo, la disperata tristezza della loro poesia religiosa, i ritmi sensuali dei loro balli.

Bibl.: Le fonti più importanti per lo studio dell'Alabama sono le pubblicazioni della Geological Survey dello stato e dei dipartimenti degli altri stati, e i Census Reports del governo federale; per la storia, v. J. C. Dubosc, A. History, Atlanta 1908.

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