ALA PONZONI, Giuseppe Sigismondo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

ALA PONZONI, Giuseppe Sigismondo

Letizia Vergnano

Nacque a Cremona dal marchese Alberico Carlo e dalla marchesa Olimpia Valari il 27 marzo 1761. Compiuta la sua educazione al Collegio Pio-Clementino di Roma, nel 1799 si iscrisse all'università di Pavia per dedicarsi allo studio del diritto; ma coltivò, contemporaneamente, le scienze naturali, le belle arti e, soprattutto, l'archeologia e la numismatica, cui attese con particolare interesse per tutta la vita. Raccolse infatti nel suo palazzo di Cremona una pregevole collezione di oltre sedicimila pezzi di monete e di medaglie, oltre a vasi, armi, bronzi di Grecia e di Roma, smalti e avori antichi. Una assidua cura dedicò alla raccolta di monete e sigilli cremonesi, che poi illustrò nella Sfragistica cremonese, dotta ed elegante opera, arricchita da tavole disegnate e incise dall'autore stesso, stampata a Cremona in cento esemplari in folio dall'editore G. Feraboli nel 1822. Fra gli altri suoi scritti si ricorda: Di una moneta anecdota di Cremona esistente nel Museo Ponzoniano esprimente un Giovanni, Milano 1818.

L'A. possedette anche una scelta biblioteca, passata alla Biblioteca civica di Cremona, e una ricca collezione di quadri. Fu cavaliere gerosolimitano, deputato della Congregazione provinciale, membro di molte illustri accademie, e ricoprì varie cariche a corte (consigliere intimo, ciambellano di S.M.I., gran coppiere del Regno).

Morì il 2 maggio 1842; con lui si estinse la casata dei Ponzoni.

Il testamento dell'A., pubblicato dal tribunale di Cremona lo stesso giorno della morte, istituiva erede universale l'imperatore Ferdinando I, con diritto all'uso di metà del palazzo e di metà della rendita patrimoniale; con l'altra metà della rendita disponeva che si finanziasse in perpetuo una scuola di scultura da aprirsi nella parte posteriore del palazzo stesso con la denominazione di "Istituto Ala di Ponzone". Un codicillo stabiliva poi che fossero messe a disposizione degli studiosi le varie collezioni, "da lasciarsi aperte in determinati giorni, previa diligente descrizione delle stesse raccolte". Ma le volontà del marchese non ebbero attuazione che assai più tardi, quando l'eredità, passata con la legge del 31 maggio 1877 in proprietà del demanio, era già stata in buona parte dispersa attraverso vendite di circa un milione di lire.

Rivendicato finalmente dal comune di Cremona, nel 1878, il diritto sul palazzo e sulle collezioni artistiche e scientifiche, venne aperta la scuola di scultura, che ebbe breve vita ma diede notevoli risultati, e poté essere ordinato il materiale delle raccolte nel nascente Museo provinciale. Del lascito Ponzoni, che costituisce ancora il nucleo più rilevante della raccolta civica, sono attualmente esposti oltre centosessanta dipinti e numerose sculture di varie epoche. Le benemerenze acquisite dal marchese Ala Ponzoni sono ricordate da una lapide che è stata collocata nel famedio cremonese (palazzo municipale).

Bibl.: G. O. Tiraboschi, La famiglia Picenardi, Cremona 1815, pp. 28-29; G. Grasselli, Guida storico sacra della R. Città e sobborghi di Cremona, Cremona 1818, p. 185; V. Lancetti, Biografia cremonese, I, Milano 1819, pp. 162-164; L. Manini, Memorie storiche della città di Cremona, I, Cremona 1819, p. 148; G. Grasselli, Abecedario biografica dei Pittori, Scultori ed Architetti Cremonesi, Milano 1827, p. 15; L. Tettoni e F. Saladini, Teatro Araldico, Milano 1847, sub voce Ala; P. Maisen, Cremona illustrata, Milano 186s, p. 75; A. M. Bessone Aureli, Diz. dei pittori ital., Milano 1928, p. 10; I. Cameli, La nascita e lo sviluppo del Civico Museo, in Cremona, I (1929), p. 763; A. Cavalcabò, Le vicende dei nomi delle contrade di Cremona, Cremona 1933, p. 47; A. Puerari, La Pinac. di Cremona, ibid. 1951, pp. 21 s.

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