AIN GHAZAL

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

'AIN GHAZAL

F. Ippolitoni

Ampio insediamento neolitico scoperto in Giordania, a NE di 'Amman, che ha restituito importanti ritrovamenti scultorei. Un monticolo più ampio (di c.a 10 ha) è situato sulla riva о del fiume Zarqa, uno minore (c.a 1 ha) si trova sulla riva opposta. I resti risalgono al Neolitico pre-ceramico B-С e al primo Neolitico ceramico (tra la fine dell'VIII e la prima metà del VI millennio). Dal 1982 varie campagne di scavo sono state effettuate da G. O. Rollefson.

Al centro dell'insediamento si è individuata l'esistenza di nove principali livelli di costruzione; le case, di pianta rettangolare, constano di due ambienti, di ampiezza e disposizione varie. I muri, di pietre legate con argilla, all'interno erano intonacati con fango ricoperto da uno strato sottile di stucco bianco; і pavimenti a stucco erano lustrati. Si usava ocra rossa per decorare pavimenti e pareti, soprattutto nelle fasi tarde dell'insediamento. I rari strumenti in osso testimoniano la tessitura e la lavorazione di pelli animali. Nell'industria della pietra scheggiata prevalgono і bulini (collegati forse all'industria del legno), mentre punte di freccia e di lancia sono in minoranza. Si sono ritrovate numerose sepolture che sembrano alludere a riti differenti: cadaveri acefali e in posizione flessa, rispettivamente posti sotto і pavimenti degli ambienti о delle corti; cadaveri distesi integri; sepolture di infanti, che sembrano talvolta sacrificali, vere offerte di fondazione, analogamente a quanto già notato a Gerico. L'acefalismo si ricollega alla presenza in 'A. Gh. di teschi modellati in stucco, che richiamano testimonianze analoghe e contemporanee di altri siti, mentre un tipo di culto dei crani sembra testimoniato nell'anatolica Çatal Hüyük (v.). Presumibilmente collegato a questo era l'uso di seppellire statue antropomorfe in stucco, sia integre che frammentarie, entro pozzi (si ha notizia di tre pozzi, datati tra la fine dell'VIII e la prima metà del VII millennio). Un rituale analogo era già stato rilevato a Gerico, ma il carattere eccezionale di 'A. Gh. è sottolineato dalla ricchezza dei ritrovamenti scultorei.

I resti frammentari di una testa umana, interamente tinta di rosso, furono ritrovati in un pozzetto di 40 X 30 X 20 che era stato scavato nel suolo vergine. Circa 28 m più a S fu trovato un deposito contenente resti di una ventina tra statue e busti antropomorfi. Le statue erano state disposte su due serie sovrapposte, in direzione E-О: misuravano c.a 85-90 cm ed erano state modellate con una malta, formata da calcare sbriciolato, su uno scheletro di canne e rami tenuti insieme da una cordicella; esse erano probabilmente destinate a una posizione eretta, perché sotto і piedi il supporto sporgeva per almeno 18 cm. I busti, al contrario, erano formati da un blocco solido con un foro per l'inserzione della testa, con lungo collo, modellata con la stessa tecnica delle statue. Secondo Rollefson le statue rappresentano soprattutto figure maschili adulte, mentre K. Tubb suggerisce che almeno taluni busti potrebbero rappresentare bambini. Statue e busti sono foggiati secondo і moduli stilistici di un naturalismo semplificato. In entrambi emergono per verismo le teste, su cui sono indicati con cura gli occhi, che erano di colore bianchissimo, con un dischetto di bitume che segnava l'iride, circondati da un solco sottolineato con bitume, cui aderiva originariamente un pigmento verde; і nasi sono rilevati e con narici incise; le bocche sono rilevate e con labbra tagliate; sulla fronte e sulle guance sono tracce di colore, che indicano forse capelli e barba, o tatuaggi; rigonfiamenti laterali indicano le orecchie, che sono talvolta incise. La resa delle teste e soprattutto l'enfatizzazione degli occhi con impiego di bitume richiamano le statuette in pietra di Tell es-Sawwan. Sui corpi appiattiti colpisce la estrema stilizzazione degli arti. Un esemplare mostra sulle gambe tracce di colore, mentre si sono trovati piedi frammentari naturalisticamente modellati, con сіпque о sei dita.

In un terzo pozzetto furono trovate due figurine frammentarie di animali la cui uccisione rituale viene sottolineata dall'inserzione di lame in selce. Allo stesso ambito cronologico appartengono le numerose figurine d'argilla, umane e animali, che sono state trovate in parte nel riempimento del pozzo principale. Il ritrovamento di un piede umano frammentario scolpito in calcare, alla fine del Neolitico pre-ceramico, ci dà un indizio sull'esistenza di sculture in pietra.

A S dell'area del villaggio neolitico è stato localizzato (Petocz, 1987) un insediamento del Bronzo Antico, con strutture in pietra e ceramica lavorata a mano.

Bibl.: Rapporti preliminari di scavo in AAJ, XXVIII, 1984, pp. 13-30; XXIX, 1985, pp. 11-30; XXXII, 1988, pp. 27-39; JFieldA, XI, 1984, pp. 387-395; MDOG CXVI, 1984, pp. 139-183; CXVII, 1985, pp. 69-116; Preliminary Reports of ASOR-Sponsored Excavations 1980-1984, Winona Lake (Ind.) 1986, pp. 145-164.

Studi: G. O. Rollefson, Ritual and Ceremony at Neolithic 'Ain Ghazal (Jordan), in Paléorient, IX, 1983, pp. 29-38; id., Early Neolithic Statuary from ‘Ain Ghazal (Jordan), in MDOG, CXVI, 1984, pp. 185-192; K. Walker Tubb, Preliminary Report on the ‘Ain Ghazal Statues, Md., CXVII, 1985, pp. 117-134; G. O. Rollefson, Neolithic ՝Ain Ghazal (Jordan): Ritual and Ceremony ІІ, in Paléorient, XII, 1986, pp. 45-51; E. B. Banning, B. F. Byrd, Houses and the Changing Residential Unit. Domestic Architecture at PPNB ՝Ain Ghazal, Jordan, in ProcPrHistSoc, LIII, 1987, pp. 309-325; D. Petocz, An Early Bronze Age Site at 'Ain Ghazal, Amman, in Levant, XIX, 1987, pp. 27-32