ITÚRBIDE, Agustín de

Enciclopedia Italiana (1933)

ITÚRBIDE, Agustín de

Ezequiel A. Chavez

Patriota messicano, nato a Valladolid, oggi Morelia (Michoacán), il 27 settembre 1783. All'età di 14 anni era tenente nel reggimento provinciale di quella città. Iniziata la lotta per l'indipendenza del Messico, Miguel Hidalgo y Costilla, nell'ottobre 1810, chiese il concorso di I., di cui era lontano parente. Ma I. rifiutò e anzi combatté risolutamente sotto gli ordini del governo spagnolo contro gli insorti fino all'aprile del 1816, conquistandosi sempre più alti gradi, l'ultimo dei quali fu quello di comandante delle provincie di Guanajuato e di Valladolid e dell'esercito del nord. Ma ben presto, accusato di prevaricazione, abbandonò il suo posto (settembre 1816).

Nel 1820, avendo saputo che la Costituzione di Cadice del 1812 - che egli stesso aveva posto in vigore l'anno avanti nella provincia di Guanajuato e che aveva trovato dannosa per il Messico - era stata dichiarata di nuovo in vigore in Spagna, ed essendosi reso conto che numerose cospirazioni stavano per scoppiare nel paese, giudicò che il paese fosse in pericolo di cadere nell'anarchia, e preparò un piano di unificazione e di indipendenza del Messico. Il 27 febbraio 1821 comunicò il suo piano al viceré, chiedendogli di mettersi a capo del movimento, di offrire la corona del Messico a un principe della casa reale spagnola e di convocar subito dopo un congresso, per redigere la costituzione, a cui doveva attenersi il nuovo monarca, e per proclamar nello stesso tempo l'unione e l'uguaglianza di tutti gli abitanti del Messico, tanto spagnoli che messicani.

Il viceré rispose negativamente, ma, sollevatasi la popolazione e le truppe, fu vinto senza combattimento proprio mentre arrivava nel Messico Juan O'Donojú, che doveva sostituirlo. Questi firmò con I. il trattato di Córdoba, riconoscendo l'indipendenza del Messico; e I. entrò a Messico, il 27 settembre 1821.

Il 24 febbraio 1822 si riunì il Congresso costituente, da lui convocato, dopo che le Cortes spagnole avevano già, il 13 febbraio, deciso di non accettare né il progetto d'indipendenza né il trattato di Córdoba. Il Congresso, il 19 e poi il 21 maggio, proclamò I. imperatore. Ma l'opposizione dei repubblicani, favorita dalle crescenti difficoltà economiche, e due sollevamenti dell'esercito costrinsero I. ad abdicare alla corona il 19 marzo 1823. Il Congresso dichiarò nulla la sua elezione a imperatore ed egli partì, l'11 maggio, per stabilirsi a Livorno. Voci di una spedizione di riconquista spagnola, appoggiata dalla Santa Alleanza, lo spinsero a offrire i suoi servigi al Congresso del Messico, come semplice soldato, per la difesa del suo paese; e dopo aver aspettato invano la risposta, partì senza uomini, né armi, dall'isola di Wight l'11 maggio 1824. Ma al suo sbarco a Soto la Marina la sera del 15 luglio, fu arrestato e gli fu fatto conoscere il decreto, approvato dal Congresso il 28 aprile, secondo cui egli era messo fuori legge e condannato a morte, nel caso si presentasse nel paese. Il 19 luglio fu fucilato a Padilla.

Bibl.: A. de Itúrbide, Breve diseño crítico de la emancipación y libertad de la Nación Mexicana, Messico 1827; L. Alamán, Historia de México, Messico 1849-52; C. Ma. de Bustamante, Cuadro histórico de la Revolución Mexicana, Messico 1822-1832; J. M. Bocanegra, Memorias, Messico 1892-97.

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