AGRUMI

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)

AGRUMI

Adolfo Cecilia

(II, p. 6; App. I, p. 75; II, I, p. 98; III, I, p. 52; IV, I, p. 70)

Il ritmo di crescita della produzione agrumaria mondiale, già notevole negli anni Settanta, continua a essere elevato. La produzione totale, che in tali anni toccava i 50 milioni di t, è stata superata, e non di poco, nel decennio successivo. Al primo posto si è insediato il Brasile, che arriva a fornire un quarto dell'offerta mondiale. Seguono Stati Uniti, Spagna, Italia e Giappone, quest'ultimo specializzato nella produzione dei mandarini. Tra gli a. prodotti si rafforza il primato di arance, mandarini e clementine che rappresentano oltre i quattro quinti della produzione, mentre la quota restante è coperta da pompelmi e limoni.

L'incremento delle produzioni è stato sollecitato costantemente dalla crescente domanda internazionale e quindi dall'espandersi dei commerci: si è giunti a superare gli 8 milioni di t di prodotti commerciati, rappresentati per i tre quarti da arance e mandarini. Fra i paesi esportatori il Marocco, la Repubblica Sudafricana e l'Egitto per l'Africa; Cuba, Stati Uniti e Brasile per le Americhe; Israele, Giordania e Libano per l'Asia; Italia, Spagna e Grecia per l'Europa. Circa la metà delle importazioni complessive viene effettuata da paesi europei. Nei flussi internazionali sempre maggiori spazi sono occupati da paesi del Terzo Mondo, per molti dei quali le quantità esportate rappresentano sovente percentuali molto elevate delle rispettive produzioni; in particolare il Marocco esporta la quasi totalità della sua produzione. Per quanto riguarda l'Italia l'incremento produttivo degli ultimi anni è stato notevole, soprattutto per arance, mandarini e pompelmi (una certa flessione si è registrata invece nella produzione di limoni), incremento dovuto a una ripresa delle esportazioni che sono aumentate, ma che sono ancora al disotto delle nostre potenzialità, a causa dei numerosi ostacoli che si frappongono all'ammodernamento del settore e che impediscono ai nostri prodotti di essere concorrenziali rispetto a quelli di altri paesi esportatori.

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