Agnosia

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

agnosia

Carlo Caltagirone

Disturbo del riconoscimento percettivo degli oggetti, limitato a una sola modalità sensoriale (visiva, uditiva, tattile ecc.), non imputabile a un deficit del corrispondente organo di senso (vista, udito, sensibilità ecc). Il soggetto affetto da agnosia visiva (ma analoghe considerazioni possono farsi per i deficit legati alle altre modalità) può non essere in grado di riconoscere il disegno di un oggetto comune o un esemplare reale dello stesso oggetto che gli vengono mostrati; tuttavia manipolando l’oggetto, anche a occhi chiusi, lo riconoscerà perché il disturbo non ne distrugge l’informazione concettuale. Anche l’olfatto può talvolta supplire al deficit di riconoscimento visivo, per es., quando si tratti di identificare dei cibi. Il suono di un telefono può similmente consentire l’identificazione dell’oggetto non riconosciuto visivamente. Si distingue tra agnosia appercettiva (causata in genere da lesioni cerebrali posteriori destre) e agnosia associativa (causata in genere da lesioni occipitali sinistre o bilaterali), che rappresentano la compromissione di livelli gerarchicamente diversi del processo di riconoscimento visivo. Nell’agnosia appercettiva sono colpiti gli stadi relativamente più precoci ­dell’elaborazione: ossia il paziente non è in grado di stabilire quali tra più fotografie rappresentino lo stesso oggetto preso da angolazioni diverse, oppure non è in grado di individuare due oggetti (e di colorarli ciascuno con un colore diverso) se le linee dei disegni che li rappresentano sono parzialmente sovrapposte. A un livello più alto nella gerarchia del riconoscimento visivo, nell’agnosia associativa il paziente è capace di stabilire i confini tra figure sovrapposte, o di confrontare oggetti ritratti sotto diverse angolazioni; egli può anche stabilire se una figura rappresenta un’entità esistente (per es., un cavallo) oppure un oggetto chimerico (per es., un cavallo con la testa di scimmia) ma non sa fornire nessuna informazione sulle entità percepite: né il nome, né la funzione, né altre indicazioni che testimonino un accesso alla rappresentazione concettuale. Di conseguenza, come il paziente colpito da agnosia appercettiva, egli è costretto a fare affidamento sugli altri sensi se vuole attribuire un significato agli oggetti dell’esperienza.

Neuroscienze. Basi biologiche dell’intelligenza

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