AFAN DE RIVERA, Maria Francesca

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

AFAN DE RIVERA, Maria Francesca

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Nacque a Barcellona nel 1711 da don Perafan, marchese di Villanueva de las Torres, e da Serafina Espuig de Berardo.

Dal 1715 fu allevata a Vienna presso la corte di Carlo VI, ove si trovavano i suoi genitori. Il 27 giugno 1729 sposò colà Ambrogio Caracciolo principe di Torchiarolo e ufficiale dell'esercito di Eugenio di Savoia. L'imperatore assegnò alla sposa una dote di 2000 ducati annui.

Verso la fine del 1730 l'A. e il marito si trasferirono a Napoli. All'atto dell'invasione del viceregno da parte delle truppe spagnole, il Caracciolo, fedelissimo all'Impero, donò tutti i suoi beni alla moglie e seguì l'esercito austriaco, rifugiandosi infine a Vienna. Nel frattempo la moglie, poiché egli fu dichiarato contumace dal nuovo governo, venne confinata a Sorrento.

A Sorrento l'A. strinse una viva amicizia con il conte Clemente Neri Lapi, governatore della città, il quale riuscì ad ottenere ch'ella potesse tornare a Napoli in casa della suocera. Qui pare che l'A. avesse un'avventura con il tenore Angelo Amorevoli e che il Lapi macchinasse di uccidere il rivale; il conte fu infatti trattenuto per un certo tempo in Castel Sant'Elmo sotto questa accusa.

Nel settembre 1736 inoltre l'A., per le insistenze dei parenti del marito, fu di nuovo trasferita a Sorrento, mentre il 29 dello stesso mese il Lapi, che nel frattempo era stato scarcerato, fu scoperto in atteggiamento sospetto presso il palazzo ove abitava la suocera dell'A., e imprigionato. Accusato, ma senza prove, di voler uccidere, d'accordo con l'A., la vecchia principessa, fu infine prosciolto. Nel frattempo però, il principe di Torchiarolo, informato a Vienna dell'accaduto, chiese che la moglie venisse chiusa in un convento. Il 21 genn. 1737, l'A. entrò in S. Maria delle Grazie di Sorrento, mentre il 12 febbraio il Lapi era trasferito a Siracusa.

L'A., servendosi come intermediario dell'arcivescovo di Sorrento Ludovico Agnelli, riuscì a spedire alcune lettere al Lapi, finché una missiva cadde nelle mani della Giunta di stato. Nel 1740 uno dei figli, Luigi, le fu tolto e venne affidato alla nonna. Il 26 luglio 1741 fallì un suo tentativo di evasione per presentarsi a Napoli al re e chiedere di essere riunita ai suoi genitori a Vienna. Nel 1744 e nel 1745, prima e dopo la battaglia di Velletri, il padre, giunto a Roma, cercò inutilmente di vederla. Anzi alcuni suoi emissari inviati a Napoli furono arrestati come sospetti di complotto filo-imperiale (febbraio 1744). Lo stato di salute dell'A., intanto, peggiorava grandemente; perciò nella prima metà del 1746 le fu concesso il trasferimento nel monastero di S. Maria di Capua, ove due anni dopo le giungeva la notizia della morte del marito avvenuta a Vienna (23 febbr. 1748). Solo nel gennaio 1749, però, la richiesta di matrimonio avanzata da Giovanni Francesco Pinelli, duca di Tocco, le permise di lasciare il monastero. Le nozze si celebrarono il 12 febbraio successivo.

Morì a Melito di Napoli il 22 ag. 1750.

Erroneamente il Croce la dice nata a Vienna, né è possibile, com'egli fa, attribuire all'A. e al Lapi il proposito di uccidere la vecchia principessa Caracciolo. La vicenda dell'A., alimentata certo dall'animosità dei parenti del marito, si colora piuttosto di motivi politici negli anni di trapasso dal viceregno austriaco al primo periodo di governo di Carlo di Borbone.

Bibl.: A. Caracciolo di Torchiarolo, Una vittima della Giunta di Stato nella prima metà del sec. XVIII (La principessa di Torchiarolo Afan de Rivera), Avellino 1935;B. Croce, Un prelato ed una cantante del secolo decimottavo, Bari 1946, p. 52, nota.

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