AEROSOL

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

AEROSOL

Pietro DI MATTEI

. Particolari sistemi colloidali in cui la fase dispersa è un solido o un liquido e la fase disperdente un gas. Le particelle disperse hanno dimensioni estremamente ridotte, e per fenomeni di natura elettrica tendono a mantenersi sospese nel mezzo gassoso e praticamente possono penetrare ovunque c'è aria. Attualmente molti insetticidi vengono impiegati allo stato di aerosol ed un numero sempre maggiore di medicamenti sono somministrati sotto questa forma. Gli insetticidi all'aperto sono distribuiti, sotto forma di nebbie, da aeroplani - per es. il D D T per la bonifica antimalarica, nella profilassi anticolerosa, ecc. - o spruzzati con dispositivi varî; in ambienti chiusi mediante solventi ad elevata tensione di vapore come il Freon (di-fluoro-di-cloro-metano), compressi in piccoli recipienti. I farmaci sono somministrati in due modi principali: mediante camere di inalazione in cui l'aerosol è prodotto da un grande apparecchio che ne satura l'atmosfera o, più frequentemente, per mezzo di piccoli generatori ad uso individuale per inspirazione diretta. I generatori di aerosol di liquidi realizzano la selezione delle goccioline mediante un sistema di filtri o di colonne di frazionamento; nella figura è rappresentato un tipo di apparecchio in vetro oggi molto usato per la somministrazione di farmaci.

Farmacologia. - La dispersione nell'atmosfera di particelle solide e liquide (fumi e nebbie) che nel 1914-18 aveva trovato nei "gas di guerra" una prima applicazione tossica, impose all'attenzione farmacologica - soprattutto per opera di L. Dautrebande e collaboratori (1940) - il tema della penetrazione nell'organismo e dell'azione a distanza di sostanze medicamentose, portate, mediante apparecchi idonei, ad una dispersione dell'ordine di pochi micron ed oltre. Correttamente disperse, queste nubi conservano una grande stabilità nell'atmosfera, anche in grazia delle cariche elettriche dello stesso segno che acquistano le particelle, e seguendo i movimenti dell'aria possono venire inspirate e raggiungere la profondità degli alveoli polmonari: mentre le cosiddette "polverizzazioni", ben lontane dall'ottenere l'estrema suddivisione degli aerosoli, non consentono che le particelle inalate sorpassino gli ostacoli meccanici e fisiologici (riflesso della tosse, chiusura riflessa della glottide, movimento delle ciglia vibratili, ecc.) che arrestano nelle prime vie respiratorie le polveri e le goccioline anche minutissime.

Il fine lungamente perseguito di usare la via polmonare come agevole via di penetrazione dei farmaci trovava, quindi, una realizzazione assai apprezzabile, dimostrandosi presto che sostanze, come per es. l'adrenalina o l'insulina, incapaci di raggiungere un effetto generale se applicate a livello della bocca, del naso-faringe o della trachea, producevano rapidamente, a dosi eccezionalmente piccole, i rispettivi effetti circolatorî ed ipoglicemici. Le stesse constatazioni si facevano successivamente per svariatissimi farmaci, ad azioni generali diversissime. È risultato, cioè, che è possibile creare delle atmosfere di soluzioni o di sospensioni medicamentose disperse al punto da penetrare profondamente nelle vie respiratorie, non solo producendovi azioni locali, ma altresì lontane e generali. Farmacologicamente, si ottiene la sottrazione del farmaco alle perdite, alle trasformazioni, o alle conseguenze di una stasi circolatoria, cui può andare incontro nelle altre vie di somministrazione, ed una piena e pura azione come si ottiene per le iniezioni endovenose. È possibile, con tale sistema, sostituire felicemente altri procedimenti (iniezioni ipodermiche o endomuscolari, ecc.), attuando senza difficoltà una somministrazione prolungata o continua ed assicurando una prolungata concentrazione del farmaco nel sangue e nei tessuti. Il fine terapeutico è rappresentato sia dalla medicazione locale di regioni difficilmente accessibili (nelle sinusiti frontali, per es.) o profonde dell'apparato respiratorio (nell'asma bronchiale, bronchite, broncopolmonite, enfisema polmonare, tubercolosi polmonare, ecc.), sia da vere e proprie indicazioni generali (nelle setticemie, cardiopatie, ecc.). Nel caso di farmaci costosi o rari l'applicazione si può limitare alla fase inspiratoria, o si può anche ricuperare il farmaco espirato. La realizzazione di aerosoli in ambienti chiusi permette inoltre, facilmente, trattamenti collettivi. Resta sempre da stabilire, per diversi farmaci, la concentrazione della soluzione ridotta ad aerosol, la dimensione adeguata delle particelle e la durata opportuna dell'inalazione, in una parola la posologia più acconcia del nuovo trattamento.

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