PROSPERI, Adriano

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

PROSPERI, Adriano

Silvia Moretti

Storico, nato a Cerreto Guidi (Firenze) il 21 agosto 1939. Professore ordinario dal 1976, dal 1984 insegna storia moderna presso l'Università di Pisa. È socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei dal 1989.

Gli studi sulla cultura e la vita religiosa in Italia all'inizio dell'età moderna, le ricerche sulle correnti dell'evangelismo attive nella Chiesa romana durante il pontificato di Paolo iii Farnese, l'attenzione e la sensibilità storiografica nel considerare il nodo Riforma-Controriforma (e/o Riforma cattolica), sono alcuni dei temi ricorrenti nella produzione di Prosperi. Alla fine degli anni Sessanta, nel volume Tra evangelismo e controriforma. Gian Matteo Giberti, 1495-1543 (1969), venivano ripercorse attraverso la figura del vescovo di Verona le discussioni teologiche dell'Italia religiosa del Cinquecento.

Nella prima metà degli anni Ottanta, nel saggio Intellettuali e chiesa all'inizio dell'età moderna (in Storia d'Italia. Annali, . Intellettuali e potere, 1981, pp. 159-252), P. analizzava il progetto culturale egemonico perseguito con successo dalla neonata Compagnia di Gesù attraverso le sue scuole - i collegi - per penetrare nella società del tempo dominandone le coscienze. Un secondo contributo (La figura del vescovo fra Quattro e Cinquecento: persistenza, disagi e novità, in Storia d'Italia. Annali, . La chiesa e il potere politico, 1986, pp. 217-62) delineava il profilo morale e culturale dei vescovi tra Quattro e Cinquecento alla luce del tentativo tridentino di restituire autorevolezza, prestigio e vitalità al clero cattolico.

Nel corso degli anni Novanta le ricerche condotte sul Sant'Uffizio dell'Inquisizione, "l'unico potere centrale operante nella penisola italiana" per oltre due secoli, hanno costituito la premessa per la pubblicazione del volume Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, pubblicato nel 1996 e accolto da ampi consensi. Secondo P. la Chiesa cattolica seppe affrontare e superare la frattura dell'unità religiosa europea nell'età di Lutero "riuscendo a mantenere e a consolidare il suo prestigio e il suo dominio sulla società". I mezzi attraverso i quali si esercitò questo dominio non furono solo quelli coercitivi dell'Inquisizione, ma piuttosto quelli più persuasivi dell'istituto della confessione, pratica dominata dalle nuove forme private, intime, "strumento di potere e di consolazione, canale di formazione e d'informazione". Così la Chiesa, nell'avocare alla religione la funzione di disciplinamento sociale, ha saputo mantenere intatta per secoli la sua egemonia sulla società italiana.

Altre opere: Giochi di pazienza: un seminario sul "Beneficio di Cristo", 1975 (in collab. con C. Ginzburg); L'Inquisizione in Italia, in M. Rosa, Clero e società nell'Italia moderna, 1992, pp. 275-320; Riforma cattolica, Controriforma, disciplinamento sociale, in Storia dell'Italia religiosa, 2°: L'età moderna, a cura di G. De Rosa, T. Gregory, 1994, pp. 3-48; Penitenza e Riforma, in Storia d'Europa, . L'età moderna, secc. XVI-XVIII, a cura di M. Aymard, 1995, pp. 183-257.

CATEGORIE
TAG

Accademia nazionale dei lincei

Gian matteo giberti

Università di pisa

Compagnia di gesù

Chiesa cattolica