HITLER, Adolf

Enciclopedia Italiana (1933)

HITLER, Adolf


Uomo politico tedesco, nato il 20 aprile 1889 a Braunau sull'Inn nell'Alta Austria. Figlio di un doganiere austriaco, frequentò fino alla morte di lui la scuola tecnica del capoluogo, Linz, industriandosi poi a Vienna come aiutante di pittori di decorazione. Vi conobbe da vicino le questioni sociali, nelle quali fin da allora non volle, per le sue spiccate tendenze nazionaliste e pangermaniste, condividere le direttive dei compagni di lavoro né delle loro organizzazioni. Trasferitosi nel 1912 a Monaco di Baviera, dopo aver preso parte alla guerra mondiale in qualità di volontario, fondò a Monaco, che ne è fino a oggi la sede, il partito nazional-socialista, denominato dalla croce uncinata.

Improntato a un estremo antisemitismo, esso propugna la statizzazione delle grandi industrie, la partecipazione agli utili del personale, l'organizzazione economica su basi corporative, l'abolizione delle borse della speculazione sui terreni e del dominio dell'alta finanza. Il partito, che si chiama ufficialmente Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (Partito tedesco nazionalsocialista dei lavoratori) ha un'organizzazione di tipo militare, è retto con rigorosa disciplina; il potere si è andato sempre più accentrando nelle mani di H.

Condannato nell'aprile 1924 per la sua partecipazione al putsch di Monaco del novembre 1923, a cinque anni di fortezza, fu graziato nel dicembre di quell'anno; e si occupò di organizzare il proprio partito, il cui programma politico, economico e sociale egli fissò nei cosiddetti "25 punti". H. dichiarò ripetutamente di volersi servire soltanto di mezzi legali per modificare la costituzione di Weimar, e per distruggere la democrazia parlamentare, propugnando nella politica estera una triplice alleanza tra la Germania, l'Italia e l'Inghilterra, per abbattere la preponderanza francese e russa. Protestò contro gl'impegni concordati a Losanna nel luglio 1932 dal cancelliere von Papen, il quale avrebbe seguito, secondo lui, le piste dei suoi antecessori, sacrificando gl'interessi nazionali ed economici della propria patria. I successi del partito nazionalsocialista nelle elezioni al Reichstag del settembre 1930, nonché alle elezioni presidenziali dell'aprile 1932, dalle quali tuttavia riuscì vittorioso Hindenburg, al quale H. si era contrapposto, furono già grandi in quelle al Reichstag del 31 luglio dello stesso anno (vedi germania: Storia). L'apparente regresso segnato in quelle del novembre, fu annullato successivamente dalla sua nomina a cancelliere (30 gennaio 1933) e dall'esito a lui e al suo partito grandemente favorevole delle elezioni al Reichstag del 5 marzo 1933 (nazionalsocialisti 288 seggi; socialdemocratici 120; comunisti 81; centro cattolico 73; fronte nero-bianco-rosso 52). L'organo principale del H. è il Völkischer Beobachter. Il H. è autore di Mein Kampf, Monaco 1925; e di Die Südtiroler Fragè und das deutsche Bündnisproblem, Monaco 1926.

Bibl.: Der Hitler-Prozess vor dem Volksgericht in München, Monaco 1924; H.-Jugend. Kampfblatt, ed. da Gruber, Ölsnitz 1924; G. Schott, Das Volksbuch vom. H., Monaco 1924; O. von Russel, A. H.s Reden, Monaco 1925; T. Heuss, H., Milano 1932; P. Solari, H. e il Terzo Reich, Milano 1932; Inchiesta su H., Roma s. a.