Ascorbico, acido

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Sostanza vitaminica, che chimicamente corrisponde al γ- lattone dell’acido α- chetogulonico:

formula

solubile in acqua (detta anche vitamina C, acido cevitamico, ascorbina, vitamina antiscorbutica, scorbutamina, acido exuronico). Viene sintetizzato da vegetali e animali, a eccezione dell’uomo, dei primati e della cavia; nelle piante superiori è particolarmente abbondante in tutte le parti in attivo accrescimento, nelle foglie, nei fiori e nei frutti specialmente agrumi e fragole; nei tessuti animali invece è presente particolarmente nelle ghiandole surrenali, nel fegato e nel cristallino dell’occhio; si trova in discreta misura nel latte umano. Si decompone facilmente sia alla luce, sia al calore, sia per azione delle sostanze chimiche (alcali, tracce di rame ecc.). Nell’uomo svolge un’importante azione antiossidante. Il fabbisogno giornaliero è di 50-75 mg. La sua carenza provoca lo scorbuto.

L’a. viene prodotto industrialmente a partire dal D-glucosio attraverso una serie di reazioni chimiche inframmezzate da una fermentazione batterica. È possibile ottenerlo più semplicemente attraverso l’intervento in successione di due specie microbiche: Erwinia sp., capace di trasformare il D-glucosio in acido 2,5 dicheto-D-gulonico, e Corynebacterium sp., capace di convertire quest’ultimo nell’acido 2-cheto-L gulonico, dal quale per ciclizzazione acida in mezzo acquoso si ottiene l’acido L-ascorbico. Oltre che nel settore farmaceutico, l’a. trova largo impiego in campo alimentare come additivo (E 300).

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