FREGOSO, Abramo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)

FREGOSO (Campofregoso), Abramo

Luca Amelotti

Nato, forse a Genova, intorno agli anni Ottanta-Novanta del XIV secolo da Pietro e da Benedetta di Enrichetto Doria - sua seconda moglie - il F., di cui abbiamo scarse notizie fino al 1416, dovette ricevere un'educazione simile a quella dei fratelli e spaziante dalla politica alle lettere, dall'arte militare al commercio. Alla morte del padre, avvenuta nel 1404, rimase presumibilmente sotto la tutela dei fratelli maggiori fino all'ascesa al dogato, nel 1415, del fratello Tommaso. Il doge attuò una politica nepotistica nella distribuzione degli incarichi di governo e delle cariche militari e così, nel 1416, il F. venne nominato governatore della Corsica.

Per la Repubblica di Genova la situazione nell'isola non si presentava favorevole per le continue rivolte della popolazione e dei feudatari locali contro l'esosità fiscale del governo genovese e per le mire dei reali di Aragona su questo territorio importante strategicamente e commercialmente. Prima dell'arrivo sull'isola del F. la Corsica si era resa semindipendente (tra il 1392 e il 1401) sotto il potere di Arrigo Della Rocca, alla cui morte il figlio Francesco si era sottomesso a Genova; ma due successive spedizioni comandate da un nipote di Arrigo, Vincentello d'Istria, e appoggiate da truppe aragonesi avevano nuovamente tolto ai Genovesi (tra il 1406 e il 1408) il controllo di gran parte della Corsica.

Il F. aveva quindi il difficile compito di riconquistare i territori liberatisi dal dominio genovese e di condurre un difficile ed estenuante conflitto costellato di assedi di castelli e di scaramucce favorite dal territorio montagnoso. Dopo quattro anni di simile guerra, l'intervento diretto di Alfonso V d'Aragona provocò un maggiore coinvolgimento genovese nella guerra, con l'invio di una flotta comandata dal fratello del F., Giovanni. Nove mesi di assedio della città di Bonifacio esaurirono la resistenza del re d'Aragona che abbandonò l'impresa. La repressione condotta dal F. ebbe l'effetto di relegare Vincentello d'Istria, senza più aiuti esterni, nel suo feudo di Cenarca e di riportare l'isola sotto il controllo della Repubblica di Genova.

Nel 1421 le truppe di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, costrinsero Tommaso Fregoso a lasciare il dogato e a cedere Genova ai Milanesi. Di conseguenza, anche il F. venne destituito dalla carica di governatore e costretto all'esilio. Rifugiatosi, con tutta la famiglia, a Sarzana, il F. cercò in tutti i modi di aiutare il fratello Tommaso a riconquistare il potere e, nel 1425, partecipò a una spedizione che riuscì a strappare al Visconti il castello di Sestri Levante e il porto di Moneglia, difendendosi poi dall'attacco di un esercito di 5.000 uomini, comandato da Nicolò de' Terzi. Da Sestri Levante nel 1426 il F. fu inviato con Teodoro Fieschi e un gruppo di armati a Genova al fine di provocare tumulti contro il duca di Milano; i congiurati riuscirono a introdursi nelle mura della città, ma non trovarono l'appoggio della popolazione e dovettero abbandonare l'impresa. Ancora nel 1427, mentre Tommaso con l'alleanza di Firenze attaccava Genova, il F. si scontrò nuovamente con i Milanesi presso Alessandria venendo tuttavia sconfitto dalle truppe del condottiero Francesco Sforza. Nel 1430 e nel 1432 le controffensive degli eserciti viscontei tolsero ai Fregoso Sestri Levante e Moneglia; nel 1433 il F., insieme con il fratello Battista, tentò di riconquistarle, ma fu sconfitto dalle truppe di Niccolò Piccinino, al soldo del duca di Milano.

Dopo tali imprese militari, gli storici e gli annalisti genovesi non riportano più notizie del Fregoso. Si può situare quindi con buona probabilità la data della sua morte anteriormente al secondo dogato del fratello Tommaso (1436-42). Riconquistato il potere, infatti, il doge distribuì nuovamente tra i parenti le cariche militari e civili della Repubblica, ma in tali nomine non è riportato il nome del F., che pure aveva attivamente partecipato alle imprese militari del fratello.

Sposato con Bartolomea, figlia del doge Antonio Guarco, ebbe sei figli: Giorgetta (andata sposa a un Fieschi), Paolo, Lazzaro, Martino, Benedetto e Antonio.

Fonti e Bibl.: G. Stellae - I. Stellae Annales Genuenses, a cura di G. Petti Balbi, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XVII, 2, pp. 330 s., 337, 361; Commissioni di Rinaldo degli Albizzi per il Comune di Firenze, a cura di C. Guasti, I, Firenze 1867, pp. 380 s.; N. Battilana, Geneal. delle fam. nobili di Genova, Genova 1825, I, s.v. Campofregoso; L. Levati, I dogi perpetui di Genova, Genova 1928, pp. 145, 230, 236; T.O. De Negri, Storia di Genova, Milano 1974, p. 546; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v.Fregoso, tav. II; Enc. Italiana, XVI, p. 54.

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