LILIENFELD, Abbazia di

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)

LILIENFELD, Abbazia di

M. Mihályi

(Campililium nei docc. medievali)

Abbazia cistercense anticamente appartenente alla diocesi di Passavia, oggi a quella di Sankt Pölten, in Austria Inferiore.L'abbazia venne fondata nel 1202 dal duca Leopoldo VI di Babenberg (1198-1230); nel 1206 - anno al quale dovrebbe risalire l'inizio della costruzione della chiesa - vi si insediarono i monaci provenienti da Heiligenkreuz, della quale L. era filiazione nella linea di Morimond. La posizione speciale di L. - abbazia fatta erigere da un Babenberg e sua fondazione principale in quanto destinata ad accogliere la sepoltura sua e della progenie - si rispecchia, oltre che negli ingenti mezzi finanziari dei quali il duca la dotò, in particolare negli anni 1206-1230, anche nei privilegi di cui il monastero godeva (Wagner-Rieger, 1976, p. 150). Benché l'interesse del committente - promotore di un'attività costruttiva decisamente aperta al Gotico - sia comprovato dal rapido procedere dei lavori, non è noto se egli avesse o meno stabilito nello specifico le caratteristiche che l'edificio avrebbe dovuto assumere; sta di fatto che si presentano per la prima volta a L. caratteri che nel territorio soggetto ai Babenberg (v.) si sarebbero manifestati con continuità nella c.d. babenbergische Sondergotik. La basilica a tre navate su pilastri era all'epoca l'edificio religioso più grande dell'Austria e, agli inizi del sec. 13° e, prima della costruzione della Capella speciosa di Klosterneuburg (v.), dovette svolgere una funzione guida nell'architettura della regione (Oettinger, 1952; Wagner-Rieger, 1976, p. 152).Nella costruzione dell'abbaziale furono eretti per primi il transetto e l'incrocio, coperti con volte a crociera con costoloni di gusto romanico a sezione quadrangolare, che si conservano nel braccio meridionale, mentre nel braccio settentrionale - caratterizzato peraltro dall'asimmetria del sistema dei sostegni - nel momento in cui furono realizzate le coperture intervenne un secondo gruppo di maestranze che adottava un linguaggio già gotico (appartenente, stilisticamente e cronologicamente, alla stessa fase nella quale venne realizzata la decorazione plastica del chiostro).Tanto la copertura a volte a costoloni piatti quanto le forme dei capitelli attestano, per la prima fase del cantiere di L., i rapporti che legavano la chiesa all'abbazia madre di Heiligenkreuz, che si riconfermano sia nella diversità tra la parte centrale e quella settentrionale della facciata (Hahn, 1957, pp. 133-146) sia nelle analogie nella proporzione tra ampiezza e altezza del transetto dei due edifici (Heiligenkreuz 1 : 2,6; L. 1 : 2,7). Singolari risultano nel deambulatorio e nelle cappelle i sostegni, formati da un alto zoccolo ottagonale, sul quale vennero poggiati snelli pilastri, anch'essi ottagonali ma dal diametro ridotto. Prima che le campate orientali del deambulatorio fossero voltate, venne introdotta nell'abbaziale una terminazione orientale poligonale al posto di quella rettilinea - che doveva essere prevista in origine -, rendendo così privi di funzione i pilastri principali, appartenenti al progetto precedente; tale variazione - assai dispendiosa e perciò verosimilmente imposta dal committente (Nicolai, 1990) - se da una parte risolveva problemi di carattere statico, dall'altra corrispondeva sul piano iconologico a una scelta architettonica che evidenziasse il particolare ruolo dell'abbaziale sia nel riferimento all'architettura di corte - per es. alla Capella speciosa di Klosterneuburg, che riprendeva le forme più aggiornate dei cori gotici francesi e specificamente di quello della cattedrale di Reims - sia come monumento paragonabile a una cattedrale, funzionale a sottolineare le ambizioni dinastiche del committente. L'impianto del coro è particolarmente notevole, in quanto 'a sala'; esternamente le sue pareti presentano una cornice completamente diversa da quella che chiude in alto i cinque lati del poligono absidale: un'ulteriore fase di cantiere venne infatti avviata intorno al 1230 (Vongrey, 1976), dopo il crollo del transetto settentrionale; una volta ripristinato, esso fu peraltro rinforzato da due poderosi archi rampanti sulla parete nord - simili a quelli del coro (1227-1243) dell'abbazia cistercense di Marienstatt in Renania-Palatinato (Nicolai, 1990) - tra i quali venne collocata nel Tardo Medioevo la Josefikapelle. Nel realizzare le nuove volte del transetto nord venne adottato un tipo di costolone più slanciato di quelli del deambulatorio e delle cappelle; le chiavi di volta sono confrontabili con quelle delle abbaziali cistercensi tedesche di Walkenried e di Ebrach. Nell'ambito di questa terza fase di cantiere, il corpo longitudinale dell'abbaziale era stato progettato come ambiente 'a sala' - con una variazione assai significativa rispetto a Morimond -, ma il progetto venne eseguito solamente nella prima campata est della navata (Wagner-Rieger, 1976; Schwarz, 1977; Nicolai, 1990), dove le navatelle raggiungono quasi la stessa altezza della navata centrale e scompare il cleristorio: si tratta di una soluzione assai particolare - certamente dovuta all'architetto che aveva eretto il transetto - che compare per la prima volta in territorio austriaco proprio a L. e viene collocata cronologicamente ancora all'epoca del fondatore; esempi del genere erano stati realizzati fino a quel momento solamente nelle chiese 'a sala' dell'Aquitania e della Vestfalia (Vongrey, 1976).In seguito, aperta l'ultima fase costruttiva dell'abbaziale, l'architetto al quale venne affidato il compito di completare il corpo longitudinale - e che mostra, rispetto al precedente, maggiore precisione nell'esecuzione e una plastica architettonica più raffinata - procedette rinunciando allo schema 'a sala' e realizzando un impianto basilicale tradizionale (Vongrey, 1976), dal 1240-1250 ca. sino alla consacrazione nel 1263; i lavori poterono essere completati solo al tempo di Přemysl Ottocaro II, re di Boemia (1253-1278) - Federico II il Bellicoso, infatti, dedicò il suo interesse ad altri monasteri e ai conflitti con l'impero e con l'Ungheria -, epoca alla quale dovrebbe risalire pure la trasformazione del coro rettilineo in poligonale, ovvero l'avvicinamento a soluzioni francesi, anche se, nel complesso, nessun modello unico funse inequivocabilmente da prototipo (Schwarz, 1980). In pianta, il presbiterio è circondato da campate quadrate a costituire un deambulatorio: questo tipo di soluzione, sperimentato a Cîteaux II (consacrata nel 1193) e in edifici successivi (per es. Morimond, Ebrach, Riddagshausen), comprendeva in genere una corona di cappelle con ambulacro; a L. non vennero erette vere e proprie cappelle, ma solamente - come sembra dimostrare lo zoccolo altissimo dei pilastri ottagonali - paretine divisorie ad altezza d'uomo; a ciascun altare appartenevano una nicchia quadrangolare e una nicchia per lavabo, che conservano tracce di pittura medievale (Vongrey, 1976). L'ipotesi che a L., come variazione rispetto alla chiusura orientale di Cîteaux II, fosse stata sviluppata per la prima volta una soluzione 'a sala' nel deambulatorio e nella corona di cappelle, non trova concordi tutti gli studiosi (Nicolai, 1990, p. 111).Insieme a Morimond e a Walkenried, L. è compresa in quel gruppo di edifici di notevoli dimensioni che, a causa dello specifico interessamento del committente, assunsero forme di volta in volta peculiari. Stringenti somiglianze con L. nel coro (Kuthan, 1982), ma anche in pianta (Nicolai, 1990), presenta l'abbaziale di Hradiste, presso Münchengrätz, nella Boemia settentrionale.L. conserva in parte l'impianto medievale del complesso monastico, nonostante i rimaneggiamenti subìti nei secoli successivi. L'ingresso principale all'abbazia, con sistema di contrafforti gotici, appartiene - con il possente portale archiacuto e la piccola porta accanto, posizionati assialmente rispetto alla facciata della chiesa - sostanzialmente all'epoca della fondazione; già nel sec. 13° era citata la capella ad portam, insieme all'ospizio per gli indigenti e gli infermi. Dell'impianto claustrale medievale rimane integro il chiostro, che, come quelli delle abbazie cistercensi di Zwettl e di Heiligenkreuz, arricchisce i pilastrini della sequenza di campate con un gran numero di colonnine cromaticamente differenziate. Si conservano la sala capitolare, l'ala dei conversi con ambienti 'a sala' gotici a due navate e inoltre preziose vetrate provenienti dalla parrocchiale di Annaberg e risalenti al 14° secolo.Grange di L. esistevano nel Duecento a Pfaffstätten e a Krems, mentre a Vienna si trovava il Lilienfelder Hof.Il ritratto del fondatore di L., Leopoldo VI, compare in una vetrata conservata nella parrocchiale cittadina di Steyr, e forse proveniente dall'abbazia di L., almeno in base alle risultanze dell'analisi stilistica (Frodl-Kraft, 1976), condotta mediante confronti con le vetrate della chiesa di Annaberg, filiazione di L., con forme di transizione tra Zackenstil e Gotico occidentale.Si conservano infine, nel Lapidarium des Stiftes, alcune mattonelle pavimentali con soggetti figurati, recuperate nel corso degli scavi del 1974 (Vongrey, 1972).Tra i codici eseguiti nello scriptorium di L. i più caratteristici sono quelli del monaco Cristiano (Zisterzienserstift, 137, 143, 144, 145; Vienna, Öst. Nat. Bibl., Sig. CPV 362), in uno stile locale; essi dovettero essere realizzati al tempo dell'abate Konrad II (1286-1294) o poco dopo la sua morte, ovvero agli inizi del Trecento, e poterono forse servire come materiale nella concezione del testo del manoscritto più importante dell'abbazia austriaca, la Concordantia caritatis (Zisterzienserstift, 151) dell'abate Ulrich (1345-1351), concepito alla maniera di una sontuosa Biblia pauperum, affidandone la decorazione a tre diversi miniatori, tra i quali anche uno originario probabilmente della Germania settentrionale o dei Paesi Bassi (cc. 80v, 81v, 96r). Rispetto ad analoghe opere, il codice di L. presenta alcune novità redazionali nell'ampliamento della serie di modelli mediante l'inserimento di esempi tratti dalla storia naturale, nella disposizione dei gruppi di immagini non secondo la sequenza cronologica delle scene principali, bensì in base al ciclo evangelico delle domeniche e delle festività dell'anno liturgico, e nell'inserimento di temi non direttamente cristologici.Nel primo terzo del sec. 14° si affermò una bottega detta di Sankt Pölten-L., la cui produzione di miniature e di vetrate si caratterizzò per lo stile legato al tardo Zackenstil.

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