Tèsta¹

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testa1


tèsta1 s. f. [lat. tardo testa «cranio, testa», in origine «conchiglia, guscio, vaso», attraverso un uso metaforico]. – 1. Parte del corpo animale in cui si apre la bocca e che contiene il cervello e gli organi di senso specifico; nei vertebrati e nella grande maggioranza degli invertebrati è situata nella parte anteriore del corpo, nell’uomo è il segmento più elevato del corpo, situato al di sopra del collo (è sinon. di capo, ma in varie regioni si usa quasi esclusivam. testa). a. Con riferimento al corpo umano: t. piccola, grossa; t. aguzza, a punta, a pera; scuotere, muovere, crollare la t.; reclinare la t. sul petto; sollevare, girare, voltare la t.; appoggiare la t. sul cuscino, sulle braccia; s’era appisolato sulla poltrona con la t. penzoloni; era bagnato dalla t. ai piedi, interamente, in tutta la persona; gli fu troncata, gli fu mozzata la t.; popoli cacciatori di teste, in etnologia (v. cacciatore, n. 5); nel gioco del calcio, passaggio di t., giocare, segnare, respingere di t., svolgere un ottimo gioco di testa, colpendo il pallone con la testa. Per le locuz. andare, camminare a t. alta, a t. bassa, e piegare, chinare, abbassare la t., e altre simili, nelle quali il movimento o l’atteggiamento della testa esprime un sentimento o un atteggiamento morale, v. capo, con cui queste locuz. sono comuni. Spesso, come capo, indica solo la parte superiore del cranio, quella normalmente coperta dai capelli: una t. bianca, calva, pelata, bionda, ricciuta; tenere la t. coperta, scoperta; mettere, tenere il cappello in t., cioè sulla testa; carezzare a qualcuno la t.; ricevere una botta in t.; grattarsi la t., gesto che esprime perplessità. b. Locuzioni e usi fig. (in parte comuni con capo): con le sue chiacchiere mi ha gonfiato la t., m’ha fatto la t. come un pallone, mi ha stordito; gli montò il sangue alla t., s’infuriò, divenne cieco dall’ira; dare alla t., salire alla t., inebriare, annebbiare il cervello (detto non solo di sostanze alcoliche ma anche di profumi troppo acuti e, con ulteriore traslato, di fatti e situazioni che provocano uno stato di orgogliosa esaltazione: il successo gli ha dato alla t.); male o dolore di t., espressioni fam. per cefalea o emicrania; mi gira la t., ho giramenti di t.; lavata di t., sgridata, rimprovero. Non si userebbe invece capo nelle locuz. seguenti: scommetterei la t. che è proprio così, formula asseverativa dell’uso fam.; uscire con la t. rotta (da un impiccio, da un contrasto, ecc.), avere la peggio; prov., non bisogna fasciarsi la t. prima d’essersela rotta, non è opportuno affliggersi d’un male, o cercarvi rimedio, prima ch’esso sia sopravvenuto. Testa a testa, non com., uno contro l’altro, per indicare opposizione aperta e decisa; in passato la locuz. testa a testa, o anche testa testa, è stata usata con il sign. di «da solo a solo», per traduz. del fr. tête-a-tête (v.). Nella terminologia musicale, voce di testa, nel canto, il tipo di emissione che si vale della risonanza ottenuta ponendo in vibrazione la cavità retro-faringea superiore, ma anche le cavità palatali e sinusali; registro di testa, la parte acuta dell’estensione delle varie voci, che varia a seconda delle voci stesse e da individuo a individuo. c. Con riferimento ad animali: la t. del cavallo, del serpente, d’un canarino; di animali macellati (per questi, solo testa, non capo): t. di manzo, di vitello, d’agnello; t. di maiale (tosc. anche capo); sbuzzare il pesce e togliergli la t.; lavare la t., o il capo, all’asino, fare fatica inutile; tagliare la t. al toro (v. toro1). Nell’ippica, s’intende per testa la lunghezza della testa del cavallo: il cavallo vince per una t., o per mezza t., quando il distacco del secondo è pari alla lunghezza, o metà, della testa; arrivare testa a testa, quando due o più cavalli giungono simultaneamente, perfettamente alla pari, al traguardo; usata estens. anche per altri sport, l’espressione testa a testa ha assunto il sign. generico di risultato pari. 2. a. Molto frequente (e con uso più largo che capo) l’uso fig. della parola, con riferimento alla testa in quanto sede degli organi preposti alle funzioni intellettive e razionali (sinon. quindi di mente, cervello): avere in t. qualche cosa, conoscerla bene o, con altro senso, avere intenzione di farla; don Ferrante ... aveva nella sua libreria, e si può dire in t., le opere degli scrittori più riputati in tal materia (Manzoni); mettersi, ficcarsi in t. una cosa, convincersi, magari a torto, della sua realtà e persistere in tale idea, oppure ostinarsi in un proposito (anche in senso attivo, mettere in t. a qualcuno, far credere, convincere, o spingere a fare qualcosa: ma chi t’ha messo in t. simili idee?); levare, togliere di t. una cosa, far ricredere, convincere del contrario (nessuno mi leva di t. che il fatto stia come dico io); levarsi, togliersi dalla t., convincersi del contrario, o dissuadersi da un proposito, rinunciare a un desiderio (questo, lèvatelo dalla t.!); entrare in t., essere compreso e ritenuto: è una cosa che non m’entrerà mai in t., che non riuscirò mai a capire; bisogna sudare per fargli entrare in t. queste poche regole (in altri casi, non mi entra in t., non riesco a credere, a capacitarmi); passare per la t., affacciarsi alla mente; m’è andato via di t., m’è passato di t., me ne sono scordato; rompersi la t., stillarsi il cervello, arrovellarsi; colpo di t., decisione imprevista e avventata. In altri casi indica più in partic. l’attività mentale, la riflessione, la coscienza dei proprî atti: fare le cose senza t., con la t. nel sacco, senza riflettere a ciò che si fa; essere, camminare con la t. nelle nuvole; dove hai la t. oggi?, a chi si mostra distratto; non so dove avevo la t. in quel momento, a quale altra cosa pensavo; avere la t. a qualche cosa, pensarci, sentirne l’attrazione: ha la t. solo al divertimento; alla mia età non si ha più la t. a queste sciocchezze; oppure indica le facoltà mentali, la capacità di coordinare e connettere le proprie idee: sentiva i suoi pensieri confondersi e oscurarsi, sentiva avvicinarsi il momento che non avrebbe più t., se non quanto bastasse per darsi alla disperazione (Manzoni); avere, non avere la t. a posto, o, meno com., a casa, essere o non essere in grado di ragionare: allora, forse perché non avea la t. a casa, ricominciò a vaneggiare (Verga); andar via la t., confondersi, annebbiarsi le idee: va via la t., con tutta questa confusione; perdere la t., non essere più perfettamente padrone di sé e dei proprî atti: quella donna gli ha fatto perdere la t.; chi si lascia prendere dal panico perde facilmente la t.; il pericolo è grave, ma cerchiamo di non perdere la t. e di ragionare con calma; essere, andare fuori di t., nel linguaggio giovanile, perdere la bussola, avere comportamenti strani, bizzarri, non essere lucido. Modo di pensare, di ragionare: che concetto avesse [il cardinale Federigo] della t. di donna Prassede, non n’abbiam notizia positiva (Manzoni); ha una t. davvero stramba; mettere la t. a segno, a partito, mettere giudizio; montare, montarsi la t., illudere, illudersi; fare di t. propria, agire secondo il proprio intendimento e seguendo la propria volontà, senza prendere consiglio o accettare suggerimenti da altri. Ingegno, capacità (in genere, o relativamente a determinate attitudini): non ha mai avuto molta t. (o una gran t.); qui ci vorrebbe un uomo di testa, che abbia t., che abbia buona t.; mandare anche altri, de’ più disinvolti e di buona t., a mescolarsi con la gente (Manzoni); aveva poca t. per lo studio, e perciò gli fecero imparare un mestiere; con senso più generico: non ho la t., io, per attendere a tante cose insieme, per ricordarmi di tutto, ecc. b. Con l’uno o l’altro dei sign. che precedono, la parola è spesso riferita alla persona stessa: una grande t. fu Alessandro Manzoni (Carducci); che t.!, che t. d’uomo!, espressioni che possono indicare ricchezza o, al contrario, scarsità d’ingegno, oppure stravaganza, sventatezza, ecc.; t. quadra, persona equilibrata; t. dura, persona ottusa o caparbia; t. vuota, persona sventata, smemorata; t. matta, persona focosa, stravagante, capricciosa; t. calda (forse calco dell’ingl. hot head), persona di carattere impulsivo, irrequieta, facile a infiammarsi, o portata al fanatismo politico; t. di legno, persona cocciuta o di scarsa intelligenza (in senso tra proprio e fig.: Le t. di legno Fan sempre del chiasso, Giusti); t. di ferro, soprannome di Emanuele Filiberto di Savoia (1528-1580) per la sua energia e risolutezza (e prima di lui, più spesso nella forma capo di ferro, del principe Pandolfo I di Capua e Benevento, morto nel 981); con altro uso fig., t. di legno, prestanome, «uomo di paglia»; t. di cavolo, t. di rapa, e sim., epiteti ingiuriosi o bonarî, spesso eufemistici, con cui si usa dare a qualcuno dell’imbecille, del poco intelligente o poco furbo (in queste espressioni, la parola testa, pur essendo riferita per traslato al capo come sede dell’attività intellettuale, indica propriam. la parte ingrossata dei due ortaggi). Per altre locuz. di uso storico o giornalistico, v. oltre, al n. 7. 3. Per metonimia: a. Singolo individuo, persona singola, in espressioni come ci tocca, vi spetta, si paga, un tanto a testa, meno com. un tanto per testa, per ciascuno; con la negazione: si levò una tramontana pericolosa che nelle secche di Barbaria la percosse [la galea], né ne scampò testa (Boccaccio), né si salvò alcuno. b. T. coronate, i sovrani, i regnanti. c. ant. e region. Il capo di famiglia (oppure il capo di una bottega artigiana), in quanto tenuto a pagare il catasto o la decima per tutti i suoi, e anche l’imposta personale ripartita «per testa» o testatico; mezza t. si diceva l’imposta stessa ridotta alla metà, e t. doppia il tributo pagato dal capo di bottega per sé e per i suoi garzoni e lo stesso contribuente colpito così due volte; t. libera era invece detto colui che il capo famiglia censito al catasto era obbligato a mantenere (eccettuati i servi), e per cui poteva ottenere dal fisco una detrazione; nel Milanese, t. viva e t. morta erano, rispettivam., il contadino e il cittadino colpiti dalla tassa dei cavalli (tassa che veniva imposta per il mantenimento dei cavalli da guerra) per i beni posseduti nel contado. d. La vita, in quanto sia o possa essere tolta (con allusione diretta o indiretta alla pena della decapitazione): nessuno doveva trasgredire quel divieto, pena la t.; c’è da rimetterci la t.; ne va della t.; ne rispondo con la mia t.; ha pagato con la t. il suo tradimento; inoltre, domandare, volere, esigere la t. di qualcuno, il suo sacrificio (anche in senso fig.), per espiazione o per vendetta, e analogam. offrire, promettere la t. di qualcuno, frasi che si connettono con un antico uso barbarico di richiedere la testa del vinto o di offrire al vincitore la testa del nemico ucciso e decapitato. e. Rappresentazione di una testa nell’arte: disegnare, dipingere, modellare, scolpire una t.; una t. a sanguigna, in gesso, in bronzo; una t. di donna, di bambino, una t. di Giove, ecc. Con questa accezione, non si usa capo. f. In numismatica, e nel linguaggio com., la parte della moneta sulla quale è raffigurata una testa, di fronte o di profilo; per estens., il dritto della moneta, qualunque sia la sua raffigurazione, spec. nel gioco testa o croce (fare, giocare a t. o croce): v. croce, n. 6 c. 4. a. La parte iniziale, estrema, di un corpo qualsiasi, di un oggetto, di un elemento, di una superficie, che corrisponde in alcuni casi alla parte superiore in altri a quella anteriore: t. di una cometa, il complesso del nucleo e della chioma; la t. di una trave (più com. testata); del letto, la parte superiore, dove sta il guanciale, soprattutto, nell’espressione da testa (sinon. a capo del letto), in contrapp. a da piedi; di un ponte, ciascuna delle due parti che poggiano sulla riva (più com. capo; per altro sign. della locuz. t. di ponte, v. più avanti, al n. 5 e); di un ghiacciaio, lo stesso che testata; t. di fonte, lo stesso che fontanile, nel sign. di presa d’acqua. In tipografia, la faccia orizzontale superiore dei caratteri, sulla quale emerge l’occhio, cioè la figura della lettera, del numero, del segno d’interpunzione, ecc. In legatoria, il taglio superiore d’un libro, detto anche testata, ma più correttamente taglio di testa. In un foglio, in una tabella, in uno stampato qualsiasi, la parte superiore, soprattutto nella locuz. in testa a, in cima, in alto nelle prime righe (o nello spazio riservato a queste): in t. alla pagina, al foglio, in t. all’avviso, in t. al cartellone, ecc.; di qui, articolo di testa, titolo di testa, collocati in cima alla pagina di un giornale, su una o più colonne (in cinematografia, invece, si chiamano titoli di testa le didascalie che compaiono all’inizio del film: v. titolo, n. 2 a). Per analogia, nella chimica industriale, prodotti di testa, o teste (contrapp. ai prodotti di coda), quelli che si ricavano per primi nei procedimenti di distillazione. b. L’estremità di un oggetto che si sviluppa prevalentemente in lunghezza, quando essa formi un ingrossamento: la t. d’un chiodo, d’uno spillo, d’un fiammifero, d’un cerino (in queste espressioni, anche capo); t. della pipa, il fornello; t. di un cavalletto, la parte superiore, su cui viene fissata una macchina fotografica o una cinepresa o una telecamera; t. del martello, t. della piccozza, la parte metallica dello strumento (distinta dal manico), e anche la sfera del martello usato in atletica leggera per i lanci; nella racchetta da tennis e nel bastone del golf, la parte con la quale si colpisce la palla. Nel parafulmine, t. di captazione, l’estremità superiore, o punta raccoglitrice, dell’asta del parafulmine destinata ad «attirare» il fulmine. c. In anatomia, nome dato a parti estreme, per lo più di forma tondeggiante, e spesso in posizione prossimale, di organi diversi: la t. del femore, dell’omero, del pancreas. d. Riferito ad alcune piante, estremità arrotondata: una t. (o capo) d’aglio, l’insieme degli spicchi; teste di papavero, le capsule mature, secche, del papavero da oppio (in araldica, testa di papavero, la raffigurazione del fiore di papavero senza gambo). e. Nella scrittura delle note musicali, la parte circolare del segno, che rappresenta appunto l’altezza della nota (mentre gamba o collo è detta l’asta verticale): il «la» sopra il rigo è scritto con un taglio in testa. f. Nel linguaggio marin., t. d’albero, l’estremità superiore degli alberi, generalm. coperta con una formaggetta e munita di parafulmini; t. del timone, l’estremità superiore dell’asse del timone dove si applica la barra per muoverlo. g. Con riferimento a mezzi bellici e armi, t. del siluro o t. carica, la parte prodiera del siluro, quella che porta la carica esplosiva e i relativi congegni (di sicurezza, di accensione, di guida, i tagliareti, ecc.); t. a fungo, pezzo d’acciaio a forma di fungo il cui gambo è introdotto in un foro assiale dell’otturatore a vitone di una bocca da fuoco, con la funzione di realizzare la chiusura ermetica della culatta all’atto dello sparo. In missilistica, t. esplosiva, la parte anteriore del missile bellico (o dell’ultimo stadio di esso) contenente la carica d’esplosivo chimico o nucleare, detta anche testata. h. Nella tecnica, nome, di volta in volta specificato da determinazioni diverse, di organi e dispositivi, o di loro parti: in meccanica, t. di biella, parte della biella, conformata a forcella o a occhio, articolata al bottone di manovella; t. motrice del tornio (anche t. portamandrini), parte del tornio contenente gli organi di trasmissione del moto al mandrino; t. universale, nelle fresatrici, l’organo portapezzo; t. a dividere, dispositivo delle macchine utensili, detto anche divisore (v. divisore); nei motori a combustione interna, la parte (detta anche testata) che racchiude la camera di combustione (per l’espressione picchiare in testa, v. picchiare1, n. 2). Nella tecnica mineraria, t. girevole, falsa t., t. di adduzione, dispositivi che si applicano alle estremità delle aste o delle tubazioni per l’introduzione o l’estrazione. In cinematografia e fotografia, t. aggiuntiva, t. panoramica, t. sferica, dispositivi usati per fissare l’apparecchio da ripresa a un cavalletto in modo da permetterne l’orientamento in direzioni diverse; t. d’illuminazione, la parte superiore dell’ingranditore, dove è posta la sorgente di luce e il sistema ottico, che ne consente la distribuzione uniforme sul negativo: in partic., t. a colori, testa di illuminazione munita di un sistema di filtri colorati regolabili per la stampa di negative a colori; t. (o testina) sonora, l’organo del proiettore che permette la riproduzione del suono della colonna sonora. In varî strumenti di misurazione o di osservazione, la parte dove in genere è contenuto il rivelatore: per es., in ottica, t. fotometrica, l’elemento del fotometro, variamente conformato, in cui si raccolgono e si confrontano le luci in esame. i. Nei mattoni a base rettangolare, la faccia laterale corrispondente al lato minore del rettangolo, la cui lunghezza è all’incirca la metà di quella del lato maggiore; si parla di mattoni a t. lunga quando i lati del rettangolo di base stanno fra loro nel rapporto di 3 a 4. Nel linguaggio tecn. corrente si suole spesso indicare lo spessore dei muri in base al numero delle teste di mattoni che esso contiene: si chiamano cioè muri a una t., a due t., e così via, i muri di spessore corrispondente a quello di uno, due o più mattoni accostati. l. In geografia fisica, cima montuosa a forma piramidale, ma con gli spigoli arrotondati dall’erosione: Testa di Gran Croce, Testa di Money, nel gruppo del Gran Paradiso. 5. fig. Inizio, cioè parte o elemento, punto o momento iniziale: a. In musica, il primo frammento di un tema o di un soggetto, spesso utilizzato negli sviluppi di una composizione (per es., nello svolgimento di una sonata o nei divertimenti di una fuga). b. Riferito a una fila, a uno schieramento, la parte anteriore: Sì vid’io muovere a venir la testa Di quella mandra fortunata (Dante), i primi di quel gruppo di spiriti del Purgatorio; la t. della colonna in marcia; la t. del corteo. Comuni soprattutto le locuz. in t., alla t., avanti a tutti: andare, passare, mettersi in t.; i bersaglieri avanzavano di corsa, col colonnello (o con la bandiera, con la fanfara) in t.; spesso con l’idea della superiorità, del comando su chi segue: il vincitore fece l’ingresso trionfale nella città, alla t. delle sue truppe; e in senso più chiaramente traslato, mettersi, essere alla t., a capo: mettersi alla t. di un movimento insurrezionale; essere alla t. di una azienda; essere, passare in t., essere il primo, passare in prima posizione, in una gara, in una competizione, in un risultato, in una graduatoria, in una classifica, ecc. Nel tennis, t. di serie, ciascuno dei migliori giocatori che, in un torneo a eliminazione diretta, sono disposti, nella programmazione degli incontri, in modo da non potersi incontrare tra loro nei primi turni di eliminazione: essere ammesso tra le quattro (o le otto, ecc.) t. di serie; con sign. analogo anche in altri sport, per es. nel gioco del calcio in campionati fra rappresentative nazionali e in competizioni internazionali per club. c. Nelle ferrovie, stazioni di testa, quelle nelle quali hanno termine i binarî principali. d. Nel linguaggio milit., tenere testa (al nemico), meno com. far testa, riferito a forze armate, unirsi strettamente per opporsi e resistere al nemico (cfr. le espressioni sinon. far fronte, tenere fronte); per estens., tener t. a un avversario, a un oppositore, e sim., opporglisi, resistere validamente senza lasciarsi sopraffare. Per analogia, in marina, far testa (cioè, propriam. opporre resistenza), detto per es. dell’ancora quando fa buona presa sul fondo, generalmente dopo aver ben tesato in manovra la sua catena. e. T. di ponte, schieramento, oltre un corso d’acqua, di reparti di truppa allo scopo di potere, con relativa calma, ultimare la costruzione di un ponte o permettere il traghetto di altri reparti, o anche, in un ripiegamento, per proteggere i reparti in ritirata. T. di sbarco, la prima presa di possesso del terreno nemico, e lo schieramento dei reparti a protezione, in uno sbarco bellico. T. di colonna, la parte anteriore di una colonna di soldati o di automezzi. 6. Nome pugliese di varie specie di pesci del genere Trigla e soprattutto della specie Trigla lineata; nella Venezia Giulia gli stessi pesci sono chiamati t. grossa e t. dura. 7. Locuz. varie: a. T. di cavallo, piastra di supporto del tornio, detta anche lira (v. lira2, n. 5 a), per la forma che ricorda quella dell’antico strumento musicale. In araldica, t. di cavallo, scudo, proprio dell’araldica italiana, venuto in uso nel Rinascimento: ha forma allungata che si restringe dall’alto verso il basso, con sette angoli o sporgenze. b. Testa di moro, e testa di morto, con più accezioni, v. le due voci. c. Teste di negro, in geografia fisica, i blocchi calcarei, rotondeggianti all’apice, che si elevano sulla piattaforma di un atollo. d. Testa di Tersite, nel linguaggio medico, malformazione congenita del cranio, sinon. di oxicefalia: l’espressione si riferisce al noto personaggio dell’Iliade, che Omero descrive (libro II) come guercio, zoppo, gobbo, col capo aguzzo e coperto di pochi peli. e. Testa di turco (calco del fr. tête de turc), figura che spesso viene collocata nelle fiere e nei parchi di divertimento come bersaglio da colpire con una palla o altrimenti, o per provare la forza del pugno; di qui, fig., essere la t. di turco, essere il bersaglio, la vittima, il capro espiatorio: lui è la t. di turco, che paga per i superiori. f. Con riferimento all’Inghilterra della prima metà del sec. 17°, t. rotonde (ingl. roun-dheads), soprannome con cui, durante la rivoluzione antirealista guidata da O. Cromwell, erano chiamati i seguaci e fautori del Parlamento, per il loro uso di radersi i capelli. g. Nel linguaggio giornalistico: teste di cuoio, denominazione (che traduce l’ingl. leatherheads e il ted. Lederköpfe, e allude al casco di cuoio di cui sono generalmente protetti) di speciali reparti militari antiterroristici addestrati per interventi e azioni particolarmente difficili e audaci; teste d’uovo (dall’angloamer. eggheads), gli intellettuali e gli esperti chiamati dal presidente degli Stati Uniti d’America a posti di alta responsabilità; t. rasate, calco dell’ingl. skinheads (v. skinhead). ◆ Dim. testina, anche con accezioni partic. (v. testina1), testolina (testa di un bambino, o graziosa, o anche persona di carattere leggero e capriccioso, sventata: che testolina, quella ragazza!), poco com. testicciòla (letter. testicciuòla), spec. di piccoli animali macellati (una testicciola d’agnello); spreg. testùccia; accr. testóna, e anche, con sign. proprî, testóne m. (v.); pegg. testàccia.TAV.