Òpera

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opera


òpera (ant. o poet. òpra; ant. òvra) s. f. [lat. ŏpĕra «lavoro (in senso astratto, come attività); prestazione di lavoro; giornata di lavoro, nei campi; lavoratore a giornata»; è il plur. collettivo del neutro opus opĕris «lavoro, opera (in senso concr.)», divenuto femm. sing.]. – 1. Ogni attività diretta a un fine; è parola di sign. ampio, come azione, lavoro, di cui è spesso sinon., ma con valore anche più generico: l’o. dell’uomo; l’o. creatrice di Dio; non basterebbe l’o. di cento operai; ci vorrebbe l’o. d’un chirurgo, d’un meccanico; bisogna lasciare che il tempo compia l’o. sua; l’o. degli agenti atmosferici, dei venti, delle acque; l’o. delle macchine, ecc. Con più partic. riferimento all’uomo: opere di mano o, più spesso, manuali; o. intellettuali, d’ingegno; o. di scalpello, di bulino, di cesello, d’intarsio; è un’o. di pazienza; tentare d’insegnargli qualcosa è o. perduta, fatica sprecata; fare o. diligente, assidua, benefica, utile, preziosa, efficace, inutile, vana. Con verbi: accingersi, mettersi all’o., iniziare un’attività, un lavoro; via, mettiamoci all’o.!; anche assol. all’o.!, come esortazione; mettere uno all’o., farlo lavorare; essere all’o., in attività di lavoro: alle sei di mattina io sono di solito già all’o.; prestare gratuitamente la propria o. a favore dei sinistrati; valersi dell’o. di un assistente, di un collaboratore; dare o. a qualche cosa, metterci mano, intraprenderne l’esecuzione, la realizzazione; continuare l’o. intrapresa; compire, coronare l’o. (e analogam. compimento, coronamento dell’o.), dove opera può intendersi anche in senso concr., come nel prov. chi ben comincia è alla metà dell’opera; Così piena e compita Avrò l’opra che vuol da me natura (Giusti). Non sempre indica un’operazione singola; spesso anzi in opera è compresa tutta una serie di operazioni, che richiedono molto tempo e possono occupare in vario modo più persone: l’o. di civilizzazione; l’o. di prosciugamento delle paludi; l’o. di demolizione dei quartieri vecchi; con il nome di grande o. (o grande arte) erano indicati dagli antichi alchimisti i misteriosi processi per la fabbricazione della pietra filosofale. 2. Con sign. più determinati: a. Lavoro materiale: Sospira e suda a l’opera Vulcano, Per rinfrescar l’aspre saette a Giove (Petrarca); Allor che all’opre femminili intenta Sedevi (Leopardi); o. servili, lavori materiali fatti a fine di guadagno, che la Chiesa proibisce nei giorni festivi. In partic., il lavoro che costituisce l’occupazione abituale o che di questa fa parte: venuta l’ora della cena e costoro, avendo lasciata opera e giù nella corte discesi ... (Boccaccio); anche in senso più concr., il lavoro a cui si attende: Allora sorge il fabbro, e la sonante Officina riapre, e all’opre torna L’altro dì non perfette (Parini); s’affretta, e s’adopra Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba (Leopardi). Oggi, la parola si usa soprattutto per indicare il fattore lavoro nel processo produttivo: l’o. e il capitale; locazione, prestazione d’o., nel contratto di lavoro (per mano d’o., v. manodopera). b. Lavoro a giornata, nei campi: andare, essere, stare a opera; prendere lavoratori a opera; o anche una singola giornata di lavoro: in questa settimana ho fatto solo due opere. Per estens. (nell’uso della maggior parte della Toscana, dov’è com. la forma opra, e di parte dell’Italia settentr.), con sign. che era già latino, bracciante che lavora in una azienda agricola con retribuzione giornaliera; per lo più al plur.: assumere nuove o. per la trebbiatura; pagare le o.; la quercia, assai vissuta, Fu scalzata da molte opre, e fu svelta (Pascoli); prov., chi ha quattrini (o danar) da buttar via, metta l’opre e non ci stia (bisogna assistere personalmente gli operai, se si vuole che il lavoro dia frutto); ma anche al sing.: Renzo ... aiutava il suo ospite, per il quale era una gran fortuna l’aver in tal tempo spesso al suo comando un’opera, e un’opera di quell’abilità (Manzoni). c. Attività di carattere spirituale, azione morale: Dall’alma origin sono Han le lodevol’opre (Parini); fare o. di persuasione; o. buone, o meritorie, nella teologia morale, quelle che, fatte in determinate condizioni di libertà e di grazia, sono degne di premio soprannaturale; opere di beneficenza; o. santa, dettata da alti sentimenti cristiani (ma per lo più in senso iperb.: faresti un’o. santa ad aiutarmi; se mi lasciaste un po’ in pace, fareste o. santa); opere di misericordia, spirituali e corporali (v. misericordia, n. 1 a); o. di carità, ispirata ad amore del prossimo; peccare in pensieri, parole, opere e omissioni. d. Azione pratica, fatto concreto, soprattutto in opposizione alle parole: in teoria tutto è facile, ma vorrei vederti all’opera; aiutare, giovare col consiglio e con l’opera. e. ant. Fatto, faccenda, affare in genere: l’o. sta pur così (Boccaccio); comunque vada l’opera. f. Come locuz. prep., per opera di, per mezzo, con l’aiuto di, per l’intervento di: ha ottenuto il posto per o. di amici influenti; per o. mia, sua, loro; Gesù Cristo fu concepito per o. dello Spirito Santo. Meno corretta, con lo stesso sign., la locuz. a opera di; ant., con opera di. g. Mettere in opera, locuz. usata con varî sign.: mettere in esecuzione, in pratica, effettuare (mettere in o. un disegno, un proposito); far agire, sfruttare a un determinato scopo (mettere in o. il cervello, l’immaginazione; mettere in o. lusinghe, cavilli; mise in o. tutta la sua eloquenza, la sua astuzia). Di macchinarî, impianti, e sim., collocarli nel posto dove serviranno all’uso e metterli in grado di poter funzionare: mettere in o. (e analogam. la messa in o. di) un motore, una pompa, uno scaldabagno. Di legname, o altro materiale, servirsene per una costruzione, o lavorarlo per ricavarne l’oggetto voluto (quindi, legname da opera, quello destinato a costruzioni o alla lavorazione, distinto dal legname da ardere). 3. L’effetto, il risultato di un’attività, di un’azione, di un lavoro, di un intervento attivo: tutte le meraviglie del creato sono opera di Dio; le grandi invenzioni sono opera del genio dell’uomo; la buona riuscita è per lo più o. del caso, della fortuna; capì che la burla era o. dei suoi compagni; è o. tua se mi trovo nei pasticci; verrebbe da pensare che questo contrattempo sia proprio o. del demonio. Anche con riferimento ad animali, a cose: è o. dei topi, delle piogge, dell’umidità. Con sign. più concreti: a. Risultato di un lavoro materiale, soprattutto nel campo della tecnica, delle costruzioni: o. di bonifica, o. idraulica, o. di irrigazione, di consolidamento, ecc.; o. portuali; opere d’arte, nella tecnica delle costruzioni civili (v. arte, n. 6); o. pubbliche, quelle eseguite da un ente pubblico (stato, regione, provincia, comune), sia per assicurare servizî pubblici ad esso affidati (per es., costruzione di strade, di opere per la difesa del territorio nazionale, ecc.) sia per conseguire un fine pubblico mediato, che può essere anche quello di dare lavoro a maestranze disoccupate; o. militari; o. di fortificazione (o fortificate, o semplicem. opere), apprestamenti militari atti ad assicurare per lungo tempo, con poche forze, il possesso di un determinato punto del terreno; o. difensive, apprestamenti, installazioni di difesa, in una roccaforte, in una base navale, e sim. Più genericam.: un’o. in muratura, in cemento armato; fervore di o. nuove; o. imponenti, superbe. Capo d’opera (anche con riferimento a opere d’arte, a opere dell’ingegno), sinon., oggi disus., di capolavoro. In archeologia, opera è termine corrispondente al lat. opus, per distinguere i diversi tipi di strutture murarie romane, con l’aggiunta degli stessi attributi dell’uso lat. in forma italianizzata (o. laterizia, incerta, quadrata, ecc.). Per l’o. ciclopica, o mura ciclopiche, v. ciclopico, n. 1. b. Frutto, risultato di un lavoro intellettuale, nel campo delle lettere, delle scienze e delle varie arti: opere dell’ingegno (v. ingegno, n. 1 b); o. letterarie (in prosa, in versi, di vario genere e contenuto); o. storica, critica, filosofica, scientifica; opere d’arte (dipinti, sculture, monumenti architettonici, ecc.); o. musicali; Quel ch’io vi debbo, posso di parole Pagare in parte e d’opera d’inchiostro (Ariosto, che così chiama, con scherz. modestia, il suo poema). In genere, il termine è usato assol. quando è seguito dal nome dell’autore o dell’artista: le o. di Dante, di Michelangelo; l’opera di Beethoven (qui in senso collettivo, la produzione musicale); è un’o. attribuita al Giorgione; l’ultima o. del Bernini; e quando è evidente a quale opera ci si riferisca: è un’o. perfetta, mediocre, di scarso valore. Nell’uso com., è assai frequente per indicare soprattutto scritti letterarî o scientifici, equivalendo in qualche caso a libro (da cui tuttavia raramente può essere sostituito): un’o. in due, in tre volumi; o. edite e inedite del Leopardi; o. complete, o. scelte di un autore; o. postuma, pubblicata dopo la morte dell’autore. c. O. in musica, e più spesso assol. opera (o anche melodramma), rappresentazione scenica di un testo drammatico (libretto) in cui i personaggi si esprimono per mezzo del canto e con accompagnamento orchestrale; a seconda dell’argomento, serio o comico, si distinguono: o. seria, o. buffa, o. semiseria. In quanto integrazione di espressioni artistiche diverse, quali la poesia, la musica (canto solistico e d’insieme, canto corale, orchestra), la scenografia, la recitazione, la pantomima e la danza, l’opera è un genere musicale la cui comparsa è fatta risalire agli inizî del sec. 17°; in epoca romantica si è affermato un tipo di opera (denominata con locuz. fr. grand opéra), di soggetto storico, caratterizzata da imponenti scenografie, grandi effetti drammatici e coreografici, notevole impiego dei cori (ne sono esempî Gli Ugonotti di J. Meyerbeer, Don Carlos di G. Verdi, ecc.); o. da camera, opera breve, con pochi personaggi, organico orchestrale limitato e ridotti apparati scenici. Con il primo e più ampio sign.: scrivere, comporre un’o.; libretto d’o. (v. libretto, n. 5); Teatro dell’O. (anche come nome proprio, per es. a Roma); abbonamento all’o. (con valore collettivo, alle opere che vengono rappresentate in una stagione lirica). Ellitticamente, il Teatro dell’Opera (in questo caso, con iniziale maiuscola): andare all’O.; il programma dell’O.; l’inaugurazione della stagione dell’O.; l’orchestra stabile dell’O.; il corpo di ballo dell’Opera. d. Nella costruzione navale, o. viva e o. morta, le parti dello scafo situate rispettivamente sotto e sopra il galleggiamento. e. Nei tessuti, qualsiasi riga o disegno che si faccia sul fondo: stoffa, tessuto a opera (ant. con o., senza o.), oggi comunem. tessuto operato: v. operato, n. 1 b. 4. Nome di varie istituzioni con finalità di assistenza, di beneficenza, di previdenza o con altri scopi, in genere a carattere economico-sociale: O. Universitaria; O. Pie, denominazione tradizionale di istituti di beneficenza e assistenza, in origine privati quanto alla fondazione e alla gestione, ma attualmente sottoposti a controllo e coordinamento pubblico e ridenominati istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Opere pontificie; O. nazionale per gli invalidi di guerra, ecc. 5. Nome dato in Toscana alla fabbriceria: l’O. del duomo. Anticam. il termine ebbe uso più largo, e indicò anche altre amministrazioni di istituti pubblici, con funzioni analoghe a quelle della fabbriceria. ◆ Dim. operétta (v.), operina; spreg. operùccia, opericciòla; accr. operóna, e operóne m.; pegg. operàccia (tutti usati in senso concr., con riferimento a scritti o altre opere dell’ingegno).

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