N, N

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n, N


(ènne) s. f. o m. – Tredicesima lettera dell’alfabeto latino, il cui valore fonetico è in tutte le lingue quello di consonante nasale. A differenza però della lettera m, che rappresenta costantemente il suono della nasale bilabiale, l’n ammette una certa varietà di punti d’articolazione: sicché si può avere una n labiodentale (come in italiano davanti a f e v), una n dentale (come in italiano davanti a t e d), una n alveolare (il suono ordinario dell’italiano e di quasi tutte le altre lingue, salvo davanti a consonante), una n palatoalveolare (come in italiano davanti a c, g, sc dolci), una n palatale (il suono rappresentato in italiano e in francese dal digramma gn, in spagnolo da ñ, in portoghese e in provenzale da nh, in catalano e in ungherese da ny, in serbocroato da nj, ecc., e indicato nelle trascrizioni fonetiche di questo Vocabolario col segno n’), una n velare (come in italiano davanti a c e g duri, suono rappresentato in inglese, in tedesco, in altre lingue germaniche e in molte traslitterazioni da lingue esotiche col digramma ng, e indicato nelle trascrizioni fonetiche di questo Vocabolario col segno ). In alcune lingue la sequenza grafica di vocale + n può corrispondere a un suono solo, per due opposte ragioni: può essere muta la vocale ed essere sonante (cioè sillabica) la n, come nell’ingl. certainëtn›, reasonrìin›; o viceversa può essere muta la n ed essere nasalizzata la vocale, come nel fr. bon›, saintsẽ›, enchantéãšãté›. Per quanto riguarda in partic. la fonetica italiana, carattere costante ed essenziale della n è la nasalità; essa si distingue dalle altre nasali ‹m, n’› per essere pronunciata con la punta della lingua appoggiata agli alveoli degli incisivi superiori, e dalle altre alveolari ‹l, r, s, , z, ʒ› e dentali ‹t, d› per essere pronunciata col velo palatino abbassato e quindi col passaggio dell’aria attraverso la cavità nasale. Questa distinzione è netta e costante in quasi tutte le posizioni, sia iniziale sia intervocalica, e corrisponde alla diversità di grafia (si confronti, per es., la diversa pronuncia di lama, lana e lagna); soltanto in posizione preconsonantica la struttura fonetica tradizionale dell’italiano ammette solo una nasale indistinta, il cui punto d’articolazione è in ogni caso identico, per una parziale assimilazione, a quello della consonante che segue: si pronuncia infatti una nasale bilabiale in son pochi come in siam pochi (è la m di mamma e di sempre), una nasale labiodentale in siam fatti come in son fatti e in infatti, una nasale dentale in siam tutti come in son tutti e in sentire, una nasale alveolare in siam zoppi come in son zoppi (è l’n di nonno e di senza), una nasale palatoalveolare in siam certi come in son certi e in incerto, una nasale palatale in siam gli ultimi come in son gli ultimi (è lo gn di segno), una nasale velare in siam costretti come in son costretti e in anche. In questi casi è quindi neutralizzata l’opposizione fonologica tra m e n, per cui si può scrivere triunviro o triumviro, sampietrino o sanpietrino, ma la pronuncia non cambia. ◆ Il digramma gn rappresenta in italiano la consonante nasale palatale n’, che si distingue dalla n alveolare per esser pronunciata col dorso della lingua aderente al palato: la stessa differenza che corre tra gll’› e l. Il nesso grafico gn ha questo valore di digramma davanti a qualsiasi vocale, a differenza di gl, che davanti a vocali diverse da i rappresenta il gruppo ġl e per rappresentare l’ ha bisogno di appoggiarsi a un i con funzione di segno diacritico. Un trigramma gni, tuttavia, si può formare nell’indicativo e congiuntivo presente di verbi come regnare o sognare, in quanto l’i semiconsonante iniziale delle desinenze -iamo e -iate è assorbito dallo gn precedente nella pronuncia (spesso anche nella scrittura): si scrive regnamo o regniamo, regnate o regniate, si pronuncia in ogni caso ‹ren’n’àmo›, ‹ren’n’àte›; motivi di chiarezza consigliano tuttavia di rispettare nella scrittura le esigenze di una distinzione morfologica, segnando la i dove questa fa parte integrante della desinenza: quindi sogniamo nella 1a pers. plur. sia dell’indic. sia del cong., ma per la 2a pers. sognate nell’indic. e sogniate nel cong. (così come si ha noi lod-iamo e che noi lod-iamo, ma voi lod-ate e che voi lod-iate). Altra differenza tra i nessi grafici gl e gn è che il primo rappresenta nelle parole dotte g duro + l (davanti a vocali diverse da i, sempre; qualche volta, anche davanti a i), il secondo invece rappresenta g duro + n soltanto nel caso eccezionale di germanismi come gneissġnèis›, dal ted. Gneisġnàis›, o wagnerianovaġneri̯àno›, der. di Wagnervàaġnër›, e nella pronuncia italiana del greco, per es. in γνῶσις ‹ġnòis› o in πρόγνωσις ‹pròġnois›, conformemente alla pronuncia greca originale, mentre ha costantemente il valore di digramma, rappresentando il suono n’, nei numerosi grecismi della lingua italiana e a maggior ragione nei latinismi e nella stessa pronuncia italiana del latino (per i grecismi, vi è tuttavia qualche resistenza nei dotti, incoerente peraltro perché mentre c’è qualcuno che pronuncia ‹ġnòsi›, nessuno pronuncerebbe ‹pròġnosi›). In posizione intervocalica, il fonema rappresentato da gnn’› è sempre di grado rafforzato (anche se il contatto con le due vocali avvenga all’interno di frase, come in questi gnocchi), e ciò spiega l’uso dell’articolo lo, gli; la grafia ngn(i) che s’alternava con gn(i) nella scrittura dei primi secoli (per es., pugno, pungno, pugnio, pungnio) dava maggior risalto alla durata della pronuncia. ◆ Usi più comuni della lettera n, N come abbreviazione e simbolo: nella forma maiuscola puntata (N.), è abbrev. di nomi di persona comincianti con N (Niccolò, Norberto, Noemi); senza punto, e di solito circondata da una ghirlanda, fu emblema di Napoleone in monete, edifici pubblici, nella decorazione di oggetti stile Impero, ecc., e ancora oggi è in uso su bicchieri a calice per il cognac; N è inoltre abbrev. di nord nelle carte geografiche (quindi NE nord-est, NO nord-ovest), sigla della Norvegia nelle targhe automobilistiche, mentre nel gioco degli scacchi indica il nero. Minuscola, n. è abbrev. di nota, numero, neutro, nome, ecc., e nell’uso commerciale di netto (nostro invece è abbreviato di solito n/, ns. o ns/); in indicazioni relative alla data o al luogo di nascita di una persona, n. è abbrev. di nato o nata (così come m. è abbrev. di morto o morta). In astronomia, N designa una classe spettrale di stelle (2000-3000 °K), di bassa temperatura, caratterizzate dalle molecole del carbonio e del cianogeno (onde anche il nome di stelle al carbonio). In biologia, n è sigla che indica il numero aploide dei cromosomi di una specie animale o vegetale; per le specie diploidi (2n) a riproduzione sessuale, n è il numero di cromosomi presenti nelle cellule germinali mature (uova, spermatozoi, ovocellule, granulo pollinico). In chimica, N è simbolo dell’azoto (ital. ant. nitrogeno, fr. nitrogène, ingl. nitrogen); è anche abbrev. di (concentrazione) normale: per es., soluzione N o 1N, soluzione 0,1 N o N/10, ecc.; prefisso al nome di composti organici azotati, N indica che un determinato gruppo ha sostituito un atomo di idrogeno direttamente unito a quello di azoto; come prefisso nella forma minuscola, è simbolo di normale e designa un idrocarburo o composto derivato a catena non ramificata (per es., n-butano). In fisica, n è il simbolo del neutrone, mentre con N si indica il generico nucleone e una famiglia di barioni con stranezza nulla e spin isotopico 1/2, alla quale appartengono anche il neutrone e il protone; inoltre, N è usato come abbrev. di numero nel sign. 3 (può indicare, per es., il numero di Avogadro); n è simbolo di negativo (per es., semiconduttore n, che conduce per elettroni, cioè per cariche negative). In matematica, n denota in genere un numero relativo, spesso indefinito, come nelle successioni (per es., 1, 2, 3, ..., n), e con valore indefinito forma anche alcuni composti, come n-esimo (grafia abbreviata per ennesimo), n-adico (della serie diadico, triadico), n-ario (della serie binario, ternario); con N si indica, tra l’altro, l’insieme dei numeri naturali {0, 1, 2, 3 ...}. In metrologia, n è simbolo del prefisso nano-, e premesso al simbolo di unità di misura ne divide il valore per 109 (per es., 1 ng = 1 nanogrammo = 10-9 grammi; 1 nm = 1 nanometro = 10-9 metri); N è simbolo del newton e del neper. ◆ Nel codice alfabetico internazionale, la lettera n viene convenzionalmente identificata dalla parola ingl. november («novembre»).

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