Magnìfico

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magnifico


magnìfico agg. [dal lat. magnifĭcus, comp. di magnus «grande» e tema di facĕre «fare»] (pl. m. -ci, anticam. anche -chi). – 1. a. Che ha e dimostra magnificenza, cioè grandezza e nobiltà d’animo, generosità e liberalità: i m. prìncipi del Rinascimento; in tono iron., fare il m., ostentare larghezza nello spendere o nel donare. Riferito ad azioni, comportamenti, occasioni in cui si dà prova di magnificenza: una festa m.; fare m. doni. b. Titolo attribuito in passato a prìncipi, a grandi personaggi, a magistrati, a medici, ecc., e oggi riservato ai rettori delle università (M. Rettore o Rettore M.); per antonomasia, Lorenzo il Magnifico, o assol. il Magnifico, Lorenzo de’ Medici (1449-1492), signore di Firenze. 2. Riferito a cosa (oggetto, avvenimento, manifestazione, situazione, ecc.), esprime in genere ammirazione, come equivalente enfatico di bello, bellissimo, eccellente, sontuoso, meraviglioso e sim.: aveva al collo una m. collana; un palazzo, uno spettacolo, un viaggio m.; è una giornata m., di bel tempo; abbiamo trascorso una m. serata, piacevole, divertente; è stata una m. idea quella di venirmi a trovare; di arguzie, aneddoti, fatti strani: questa sì che è magnifica!; sentine una magnifica. ◆ Manca il superl. regolare, a cui si supplisce talvolta con magnificentissimo (v. magnificente). ◆ Avv. magnificaménte, in modo magnifico, con magnificenza: ricompensare magnificamente una persona; una festa organizzata magnificamente; con enfasi, con solennità: Gertrudina ... parlava magnificamente de’ suoi destini futuri di badessa, di principessa del monastero (Manzoni). Più spesso usato con valore genericam. enfatico, corrispondente a «molto bene, ottimamente, perfettamente»: una casa magnificamente arredata; il restauro è stato eseguito magnificamente; oggi mi sento magnificamente; ti sei comportato magnificamente.

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