Lavagna

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lavagna


s. f. e m. e agg. [dall’omonima cittadina ligure, in prov. di Genova]. – 1. s. f. Roccia metamorfica, scisto argilloso calcarifero, compatto, di colore plumbeo nerastro, che si distingue dall’ardesia per essere meno facilmente suddivisibile in lastre sottilissime; viene impiegata nelle costruzioni, sia come lastre per copertura, sia come materiale per pavimentazione e di rivestimento. In Italia si rinviene nella Riviera Ligure. 2. s. f. Lastra rettangolare di lavagna o ardesia (oggi anche di materiale plastico), incorniciata da un telaio di legno o metallo, su cui si scrive col gesso; viene usata spec. nelle scuole, dov’è per lo più sostenuta da un cavalletto o appesa alla parete: scrivere, disegnare sulla l.; risolvere un problema alla lavagna; andare alla lavagna, per eseguire un esercizio o essere interrogati. Per estens., l. luminosa, speciale diascopio per usi didattici, per conferenze e sim.: proietta sullo schermo i segni (parole o immagini) che vengono via via tracciati su una lastra traslucida che funge da diapositiva; l. magnetoplastica (o anche, comunem., magnetica), pannello di acciaio rivestito di materia plastica bianca o di colore chiaro sul quale si può scrivere con uno speciale pennarello ad acqua, la cui scrittura risulta facilmente cancellabile, e sul quale possono disporsi elementi magnetici variamente colorati e sagomati (barrette, frecce, circoli, ecc.). 3. s. m. e agg., invar. Tono di colore grigiastro, simile al colore ardesia: un cielo l. o color l.; riflessi grigio lavagna. ◆ Dim. lavagnétta, lavagnina, piccola lavagna per bambini o da tenere in casa per appunti, annotazioni e simili.