Gas

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gas


(ant. gaż) s. m. [voce foggiata (1600) dal chimico belga J. B. van Helmont col sign. di «vapore sottile», dal lat. chaos, gr. χάος «massa informe», che già Paracelso aveva usato con senso sim.]. – 1. Genericamente, ogni sostanza che si trovi nel particolare stato di aggregazione, detto appunto gassoso o aeriforme, caratterizzato dalla tendenza della materia a espandersi e a occupare tutto il volume disponibile, per quanto grande esso sia e qualunque sia la sua forma; tale stato dipende dalle condizioni di temperatura e di pressione, variando le quali la sostanza può presentarsi come un liquido o anche come un solido. In senso stretto e più com., s’intende per gas un aeriforme che si trovi al di sopra della propria temperatura critica, mentre si indica con vapore l’aeriforme che si trova al di sotto di tale temperatura. Gas perfetto o ideale, in contrapp. a gas reale, modello cui ci si riferisce nello studio delle trasformazioni degli aeriformi, nel quale le molecole, considerate prive di volume, non esercitano tra loro alcuna azione né di coesione né d’altro genere. Con riguardo alla genesi e a particolari condizioni fisico-chimiche: gas naturali, costituiti da idrocarburi gassosi che si trovano negli strati del sottosuolo – da dove emanano spontaneamente –, distinti in umidi e secchi secondo che contengano o no gas condensabili, e in acidi e dolci secondo che contengano o no idrogeno solforato e composti dello zolfo; g. magmatici, componenti di un magma allo stato gassoso; g. vulcanici, le sostanze chimiche allo stato gassoso (per la maggior parte acqua, idrogeno, acido cloridrico, acido solforico, anidride solforosa, ossido di carbonio, anidride carbonica, acido fluoridrico) emesse da un apparato vulcanico, sia durante le fasi eruttive sia nel caso di attività successive all’eruzione; gas nobili, denominazione sotto la quale si comprendono gli elementi argo, neon, cripto, xeno e radon, caratterizzati da una notevole inerzia chimica; gas permanenti o incoercibili, in passato, quelli che erroneamente si riteneva non si potessero liquefare; g. serra, v. serra1, n. 5 b. Tra i gas più in uso a scopi industriali: gas d’acqua, miscela di idrogeno, ossido di carbonio, anidride carbonica, azoto, ecc., usata come combustibile e come gas di sintesi, ottenuta insufflando vapor d’acqua su coke rovente (è detto anche gas blu per il colore bluastro della fiamma); gas d’altoforno, miscela combustibile di idrogeno, ossido di carbonio, anidride carbonica, azoto, ecc., che si produce nel processo di preparazione della ghisa d’altoforno; gas di città, gas combustibile erogato nelle città per riscaldamento e cucina (e detto anche gas illuminante o gas luce perché usato un tempo per l’illuminazione): era costituito in passato esclusivamente da gas di distillazione del carbon fossile e oggi anche da gas di reforming, spesso però sostituito da gas naturali; gas di cokeria, gas ottenuto dalla distillazione dei litantraci per la produzione di carbon coke; gas di legno, miscela di anidride carbonica, ossido di carbonio, metano, azoto, ecc., ottenuta distillando il legno in storte metalliche; gas liquefatti (comunem. detti gas liquidi), miscele di idrocarburi paraffinici, per lo più propano e butano, che, rese liquide alla pressione da 2 a 8 atm e conservate entro speciali contenitori, passano immediatamente allo stato gassoso quando sono riportate alla pressione atmosferica: hanno largo impiego, oltre che come carburanti e nell’industria chimica, come combustibili, con gli stessi usi del gas di città; gas d’olio, miscela gassosa di idrocarburi, idrogeno e piccole percentuali di ossido di carbonio, anidride carbonica, ecc., ottenuta dalla piroscissione di olî medî di petrolio, di olî di catrame, ecc.; gas di raffineria, gas costituiti essenzialmente da idrocarburi e idrogeno, ottenuti in varî processi di raffineria; gas di reforming, gas di raffineria provenienti da processi di reforming, particolarmente ricchi di idrogeno; gas di resina, miscela di prodotti gassosi combustibili, ottenuta distillando a secco la colofonia; gas di sintesi, miscela gassosa costituita essenzialmente da idrogeno e da ossido di carbonio, così denominata perché trova impiego in molte sintesi organiche; gas tonante, miscela di idrogeno e ossigeno, o aria, che si combina con reazione esplosiva se innescata con una scintilla, con una fiamma, ecc. In un giacimento petrolifero, gas di cappa, quello sovrastante il petrolio, gas di soluzione, quello disciolto nel petrolio stesso: tali gas, in quanto compressi, facilitano l’estrazione, almeno nei primi tempi dopo la perforazione, o determinano la fuoriuscita spontanea del liquido. Altre denominazioni: gas di guerra, aggressivi chimici usati a scopo bellico (per es., gas asfissianti, lacrimogeni, gas nervino, ecc.); gas di miniera, sinon. di grisou; gas delle paludi, altro nome del metano, così detto perché si libera in luoghi paludosi dalla fermentazione dei vegetali; gas di fogna, altro nome del biogas; gas sostentatore, ogni gas (aria calda, idrogeno, elio) a cui sia affidata la sostentazione degli aerostati e dei dirigibili. 2. Con uso assol., nel linguaggio corrente, indica: a. Il gas di città o gas illuminante, e talora il gas liquido in quanto adoperato per gli stessi usi: cucina, stufa, scaldabagno a gas; accendere, spegnere il gas; il contatore del gas; una fuga di gas (v. fuga, n. 3 a); tentare il suicidio col gas; la Società del gas; lumi a gas; una bombola di gas (liquido). b. Gas venefici, e per lo più il gas cianogeno, nell’espressione camere a gas (per cui v. camera, nel sign. 2). c. Nei motoveicoli e nelle automobili, in determinate frasi (dare il gas, aumentare, togliere o levare il gas; la manopola, il pedale del gas), la miscela gassosa di carburante vaporizzato e d’aria il cui afflusso nei cilindri, regolato mediante una maggiore o minore pressione sull’acceleratore, ha per effetto di variare il regime del motore e di conseguenza la velocità del veicolo; estens., andare, correre a tutto gas, con l’acceleratore completamente schiacciato, alla velocità massima; fig. scherz. (oggi poco com.), mettere il cervello a tutto gas, sottoporlo al massimo sforzo. d. Sempre con riferimento a moto e autoveicoli, e più in generale ai motori a combustione interna, gas di scarico, la miscela dei prodotti della combustione che abbandonano il motore alla fine dell’espansione, attraverso i quali va perduta energia sotto forma chimica, per la presenza di elementi incombusti, e anche termica e meccanica, per l’energia cinetica posseduta dai gas.

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